Ha realizzato nove album con i Subsonica e sei con i Motel Connection, con cui ha lavorato anche a due colonne sonore. Brigatabianca è il suo secondo disco solista. Proviamo scoprirne i contenuti..
IO E TE = è una canzone che parla di cambiamenti: una sorta di elenco dei buoni propositi che ho scritto al contrario, partendo da ciò che bisogna lasciarsi alle spalle per ridisegnare la propria vita. Abbandonata la paura dell’abitudine e le frenesie dell’esistenza che ci tengono lontani da chi amiamo, resta la voglia di fermarsi. Per riprendere quel dialogo che sembrava sospeso con una persona che abbiamo appena sfiorato. E concedersi finalmente la possibilità di cominciare a vivere davvero insieme. FELICITÀ = stilisticamente è il brano più cantautorale del disco. Per questo ho pensato di ospitare FULMINACCI, un giovane artista che sta riproponendo in modo originale e fresco un certo modo di scrivere canzoni. Questa parla della felicità. E lo fa a partire da uno di quei momenti in cui sembra lontanissima. Perchè spesso ci accorgiamo di essere stati felici quando ormai non lo siamo più. Invece la felicità non è mai un punto di arrivo ma la strada che scegliamo per raggiungerlo. Forse, per essere felici, bisogna smettere di pensare che la felicità semplicemente “passi” e iniziare a fare di tutto perché accada più velocemente. QUELLA SERA = nient’altro che il ricordo di una notte e di una decisione inaspettata. Talvolta, le dinamiche della vita ci travolgono come una tempesta, allontanandoci dall’essenza delle cose e da ciò che è veramente importante. Poi una sera all’improvviso tutto diventa chiaro. E allora non puoi che prendere l’unica decisione possibile, la sola davvero giusta: quella di tornare da lei e dichiararle il tuo amore. DIMENTICHEREMO TUTTO = ancora un ricordo: questa volta di un incontro in una notte di mezza estate. La leggerezza della musica si rispecchia nelle immagini del testo e nella storia che evocano. Un falò che sembra confondersi con le nuvole, le sdraio, il mare come scenografia. E un amore che sembra accendersi all’improvviso per poi spegnersi altrettanto velocemente. Proprio come i fuochi d’artificio che esplodono nel cielo d’agosto, la notte di San Lorenzo. VORREI = un brano che ho voluto costruire interamente su un ostinato intreccio ritmico. Come se le percussioni fossero una sorta di barriera in grado di difendere l’intimità del proprio amore. D’altra parte, la canzone parla proprio di questo: dell’istinto di protezione che ci sorprende quando ci accorgiamo di amare una persona. E allora l’unico desiderio è quello di nasconderla dalle insidie degli altri e di donarle il proprio sguardo affinché possa vedere il mondo senza paura, con occhi finalmente sereni. PALERMO = se ogni città rappresenta uno spazio dell’anima, Palermo è quella in cui ho lasciato la mia. Ho vissuto lì per alcuni anni, rimanendo incantato dalla storia di questi luoghi, da sempre punto di incontro di culture diverse.PALERMO vuole essere un affresco a tinte accese di una città che adoro, a metà tra una dichiarazione d’amore e un’invocazione a Santa Rosalia. Le parole di JOHNNY MARSIGLIA e i fiati di ROY PACI contribuiscono a dare verità e forza alla preghiera con cui ho cercato di raccontare le contraddizioni e l’accecante bellezza di questo Paradiso sofferente appoggiato sul mare.CHI DA DOMANI TI AVRÀ = una canzone che racconta la storia di un abbandono. Di quelle che capitano soprattutto nei piccoli paesi, quando le necessità della vita costringono le persone a separarsi, magari per ragioni di lavoro o perché uno dei due ha deciso di andare a studiare in un’altra città. In particolare ho voluto descrivere il tragitto che gli innamorati percorrono insieme per raggiungere la stazione dove si saluteranno. L’andata in due e il ritorno solitario di chi resta. Le immagini del testo cercano di restituire il suo stato d’animo: la malinconia struggente di chi, vedendo il proprio amore allontanarsi, non può fare altro che dirgli addio. VERAMENTE = questo brano nasce da un’esperienza autobiografica. L’estate scorsa, mentre parlavo di ecologia con un pescatore, mi sono accorto che aveva appena gettato il mozzicone di una sigaretta tra le onde. Allora ho pensato di scrivere un testo dove elencare alcune delle ipocrisie degli esseri umani. Quelle in cui scivolano ogni volta che predicando il bene, si comportano al contrario. Perchè le persone spesso pensano in modo autenticamente positivo per poi smentirsi un attimo dopo con le loro azioni concrete. Non solo nelle grandi scelte etiche ma anche in quelle quotidiane. E io non faccio eccezione. Ché in fondo molte delle contraddizioni che denuncio nella canzone, sono le medesime in cui io stesso inciampo nella vita di tutti i giorni. BUM BUM BUM BUM = con questa canzone ho voluto raccontare la nostra parte più oscura, quella che talvolta ci costringe a una vita al contrario. “Bum bum bum bum” è quel rumore indistinto che ti esplode nella testa e ti allontana dalle persone. Un suono che avverti solo tu e che ti fa sentire diverso dal resto del mondo. Ed è proprio allora che decidi di stare sveglio quando gli altri dormono e di dormire mentre tutti sono svegli. Ho invitato ENSI a rappare sulla base. Con le sue rime taglienti mi è sembrato l’artista più adatto a descrivere questo “vivere di notte” e la notte interiore che ciascuno di noi ogni tanto vive. SE RIMANI QUI = solo quando chiediamo a una persona di restare, ci accorgiamo di essere innamorati. Perchè solo quando ci innamoriamo, troviamo le parole giuste per chiederle di non andare più via. SE RIMANI QUI è la descrizione di questo istante. Di quando realizziamo di aver incontrato qualcuno capace di trasformare il senso complessivo delle cose. Qualcuno in grado di ristabilire un’armonia tra noi e il mondo. Qualcuno da proteggere e a cui promettere una vita diversa. Qualcuno a cui chiedere finalmente di rimanere accanto a noi. NEMMENO LA LUCE = un beat techno fa da colonna sonora al racconto di una di quelle notti interminabili in cui la “cassa dritta” sembra inchiodarti alla pista da ballo. Dove è la penombra, non la luce, a illuminare davvero i contorni delle cose. Ho scritto questa canzone durante il primo lockdown quando ha iniziato a farsi più acuta la voglia di tornare ai percorsi esistenziali che hanno caratterizzato la mia vita di artista: a quelle sere trascorse a suonare o a ballare, quando nemmeno l’alba riesce a spazzare via gli ultimi scampoli di una notte che vorresti non finisse mai. COCORICÒ = parla di una nottata che i Subsonica e i Bluvertigo hanno trascorso, negli anni novanta, in riviera romagnola. È un brano che nasce in un momento in cui ho sentito la necessità di ampliare la visione del mio album, e generalmente quando hai questa urgenza ti viene da chiamare gli amici, creare sessioni di scrittura, passare i giorni in studio a lavorare. Di COLAPESCE mi ha sempre colpito il modo di scrivere, la capacità armonica e melodica di raccontare le cose, che sento molto vicina a me. Ho passato due bellissimi giorni in studio con lui e il suo produttore Federico Nardelli, che hanno poi portato alla nascita di questo brano TRA UN ANNO = forse è la canzone che esprime meglio un sentire comune. Quello che abbiamo provato tutti negli ultimi dodici mesi. Fino all’anno scorso ci siamo cullati nella presunzione di potere controllare ogni aspetto delle nostre esistenze . Di sapere esattamente quale sarebbe stato il nostro futuro. Poi all’improvviso è successo qualcosa. Un evento inimmaginabile ha sparigliato le carte. E ci ha costretto a proporre ancora quella domanda malinconica che avevamo dimenticato: “cosa sarà tra un anno ?” GIOCHI PERICOLOSI = ho scelto di coinvolgere WILLIE PEYOTE perché la sua sensibilità nichilista mi sembrava perfetta per raccontare una storia d’amore come questa. Una storia travolgente che ricorda quelle serie a puntate, in cui il finale dell’ultima sembra già scritto, ma è proprio il suo inevitabile epilogo ciò che rende appassionanti tutti gli altri episodi. Un rapporto che assomiglia a una partita scacchi dove entrambi i giocatori sono destinati a perdere, ed è tuttavia questa consapevolezza che li spinge ancora a giocare. GIRA LA TESTA = ho voluto raccontare la distanza che separa la vita reale di una persona dai suoi desideri. Il protagonista di questo cortometraggio musicale vive come immerso in un sogno vigile, scisso tra il posto in cui è e quello in cui vorrebbe essere. È una sensazione che proviamo tutti, in particolare quando schiacciati dal nostro quotidiano avvertiamo all’improvviso che l’estate si avvicina. E allora veniamo travolti dalla voglia di scappare via per affondare entrambe le mani nella sabbia. Un’esplosione di ormoni che ci porta altrove e che incontriamo di nuovo, ogni volta che la vita torna a inchiodarci alla noia di giorni tutti uguali.