Un nuovo disco intitolato La Valigia di Cartone (ispirato ai suoi anni da giovane e da emigrante) ed il lavoro creativo contenuto nel precedente Ritorniamo Alle Nostre Radici. Tanti sono i ricordi che puntellano la sua scrittura creativa, tutti presentati su un tappeto sonoro in cui le note ricordano le atmosfere dei cantautori italiani, ma anche quelle di alcune rockstar importanti, come (e qui citiamo le sue testuali parole) .. il Boss, i mitici Dire Straits, Tracy Chapman, Edie Brickell .. Nell’intervista che segue noterete come il suo sguardo vada oltre l’orizzonte quotidiano, per poi diventare velato di nostalgia, quando nella mente passa quel fotogramma dalle tinte forti. Forse è legato ad un giradischi della Geloso, magari la fonovaligia modello s-l1600 qui in foto …
– Bentrovato ad Alberto Damiani: come hai passato gli ultimi mesi? Bentrovato a te Giancarlo…Gli ultimi mesi li ho passati a meditare, questa pandemia mi ha fatto marcare ancora di piu’ l’importanza della liberta’, non siamo nulla senza la liberta’. La liberta’ di cose banali di tutti i giorni…La liberta’ associata alla musica dei grandi cantautori dagli anni ’60 in poi, fino a fine anni ’80… poi la voglia di gridare l’importanza della liberta’ si e’ persa, musicalmente parlando. La meditazione degli ultimi tempi mi ha portato anche a riflettere su cosa fare da grande.. – Ormai sono passati 10 anni dal tuo bel disco Ritorniamo Alle Nostre Radici: che ricordi hai di quando lo registravi? Esattamente sono passati 9 anni, 12 anni dopo il mio primo album… Ho dei bellissimi ricordi, pieni di entusiasmo e di speranza, chiuso in studio per una settimana con i musicisti, cercando di trovare arrangiamenti e assoli con tutti gli strumenti musicali, ma ricordi anche di tristezza, perche’ nonostante (credo) sia un bell’album con 12 brani inediti, non ho avuto il successo sperato. Quando non hai un produttore e una casa discografica non vai da nessuna parte, loro fanno la differenza. – La pandemia virale sta facendo vittime eccellenti, primi fra tutti la filiera musicale… Questa pandemia virale e’ una tragedia in tutti i campi, in primis nel mietere vittime. Tu sai qual è la mia filiera musicale di ascolto; c’e’ da considerare che la maggior parte dei grandi musicisti che hanno stimolato le mie orecchie, anche Italiani, sono della classe degli anni ‘ 40/50/60. Non essendo piu’ giovani, la pandemia ha trovato terreno fertile anche tra di loro. Abbiamo avuto la perdita di grandi artisti, tra attori e musicisti. Speriamo che finisca del tutto presto, senza ulteriori danni e vittime di qualsiasi ceto sociale e razza. – Sono curioso di sapere quali artisti ascoltavi da ragazzo e quali invece i cantanti che ultimamente ti stanno emozionando di più.. Bella domanda, anche se scontata. Ho incominciato ad ascoltare musica con i 45 giri su un giradischi Geloso e con le bobine stereo 8. Agl inizi degli anni ’70 eravamo pieni di Grande Musica, sia italiana che di oltreoceano. Io ascoltavo i Creedence Clearwater Revival, Bob Dylan, gli Eagles, Frank Zappa. Mentre gli altri si strappavano i capelli per i Beatles e altri gruppi piu’ commerciali. Poi sono stato attratto dal Boss, dai mitici Dire Straits, da Tracy Chapman, Edie Brickell…Sinceramente ultimamente gli artisti stranieri che mi emozionano di piu’ sono pochissimi, anche se non recenti. Tra questi ci sono i Counting Crows, Red Hot Chili Peppers, i R.E.M. …Sulla musica italiana non mi esprimo, perché mi sento soffocato da questa iper-massiccia presenza di trap e reggaeton! Penso che dopo i grandi degli anni ’70/80, dopo Battisti, De’ Gregori, Lucio Dalla, Venditti, dopo i primi album di Edoardo Bennato e i primi album di Pino Daniele, la musica Italiana ha poco da dire. Ma la musica si trasformerà ancora, sarà sempre in evoluzione, ci saranno sempre cambiamenti legati al ricambio generazionale. Li abbiamo vissuti in passato e li vivremo ancora. In mezzo a questi cambiamenti ci sarà musica orrenda ma anche valida, ognuno avrà i suoi gusti! – Prima o poi sconfiggeremo il Covid-19: per riprendere a dare occasioni a voi autori, quali iniziative metteresti in campo? Il virus sta facendo soffrire tutti, oltre alla perdita di persone care, c’e’ anche la beffa dal lato economico, soprattutto per gli autonomi e chi lavora intorno alla musica,e’ una sofferenza totale. I lavoratori dello spettacolo in questo momento sono in grande difficoltà e non bisogna dimenticarsi di migliaia di famiglie che campano grazie agli spettacoli dal vivo. Oltre agli autori e artisti, c’e’ un mondo invisibile dietro di fonici, tecnici, montatori, trasportatori etc etc. Esiste anche una fetta di lavoratori pagati a giornata che non hanno nessun tipo di tutela se non la cassa integrazione. Andrebbero tutelati: quando la musica live ripartirà ci sarà bisogno di tutti loro. Io metterei in campo iniziative per tutelare anche noi autori/artisti minori. C’e’ a dire che tutta la filiera musicale e’ in crisi da tempo, e non solo per l’emergenza sanitaria..ma per noi sarà sempre piu’ dura. Come sai se non sei famoso non passano i tuoi brani in Radio Network o FM, ci dobbiamo accontentare di qualche radio Web o radio FM locali. Io proporrei di dare un po’ di spazio, di far passare per radio famose anche alcuni brani di noi artisti invisibili…
– Hai pronto un nuovo disco che si intitola La Valigia di Cartone: come l’hai realizzato? A cosa ti sei ispirato? E’ il mio quarto album con 10 brani inedit e lo definisco un album maturo. L’ho realizzato prendendo una chitarra in mano e raccontando che cosa ho dentro: Ricordi, Dolori, Cicatrici, Speranza, Amore. Mi sono ispirato ai miei anni da giovane e da emigrante, alla Pace che rincorre sempre le guerre (brano Come un Deja Vu’ ), ai problemi odierni… Tutto quello che volevo dire, ho cercato di esprimerlo nelle canzoni. Nei brani La valigia di cartone – Come un DeJa Vu’ -Viaggio di un Cantautore – La vita mi ha insegnato – IL cambiamento del tempo, ci sono Ricordi, Dolori, Speranza… Nei brani Voglia di Rock’N’Roll – Angel Baby – Desiderio nel Vento ci sono Amore, Cicatrici – La tua creatività di cosa hai bisogno nel breve e medio periodo? Quale tipo di professionista dovrebbe avvicinarti e proporre di collaborare? La mia creatività e di tutti gli artisti, avrebbe bisogno del supporto di un produttore, di una casa discografica. Anche se non sono piu’ giovane, come sai il mio e’ un progetto a lungo termine. Non pubblico mai un album senza aver scritto quasi tutto il prossimo album, se sono stimolato, potrei scrivere anche piu’ di un album all’anno. Vorrei portare in giro la mia musica con la band, sfornare almeno un album all’anno, ma per fare cio’ e’ impossibile senza la figura di un produttore, di un’etichetta musicale e di una casa discografica. Assieme a produttori musicali ritorniamo ai vecchi tempi, stampiamo di nuovo musica, apriamo di nuovo i negozi di dischi, portiamo la musica live in giro per il mondo. Di queste figure ha bisogno la musica. Avrei bisogno della collaborazione di un produttore che crede ancora nella musica, di un contratto musicale per uscire sul mercato musicale almeno con un album all’anno, avrei bisogno della collaborazione di qualcuno che tiri fuori la creatività musicale. Ma quando vedi che i tuoi sacrifici sono li fermi, soprattutto con spese che non recupererai mai, non ti viene nemmeno la voglia e l’ispirazione per scrivere una nuova canzone. Quando hai successo la spinta necessaria te la da il pubblico, quando senti cantare le tue canzoni, quando li senti urlare, queste cose ti fanno venire voglia di scrivere un’altra canzone. Ecco, di questo avrei bisogno.
Le cose che ti fanno venire voglia di scrivere un’altra canzone: intervista a Alberto Damiani
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