A undici anni di distanza dalla raccolta finale “Ingrediente novus” Umberto Maria Giardini pubblica un nuovo album a firma Moltheni. Uscito per La Tempesta Dischi, s’intitola “Senza eredità” erappresenta la chiusura di un cerchio, nonché l’ultimo capitolo di uno dei progetti più importanti del panorama indipendente italiano. Cantautore dalla scrittura trasversale e sempre riconoscibile, Moltheni è ritenuto uno dei padri fondatori del movimento alternativo degli ultimi vent’anni. Nel corso della sua carriera ha toccato numerose sponde del genere indie-rock, diventando un punto di riferimento importante per la generazione di autori che lo hanno succeduto.
“Senza eredità” è frutto di una ricerca durata quasi un anno. In questo arco di tempo sono state recuperate canzoni che non avevano mai visto la luce, non rientrando in alcun disco o demo, a partire dal 1998. Tra rivisitazioni, correzioni, riadattamenti contestuali e completamenti (alcuni erano strumentali) Umberto Maria Giardini scrive un ultimo capitolo della saga Moltheni. I criteri di registrazione classici, adottati senza compromessi, rendono il sound di questo lavoro squisitamente anni novanta e autentico dalla prima all’ultima nota. Racchiuse nell’album si trovano, in definitiva, le ultime perle di Moltheni, destinate a lasciare quella che l’autore considera un’eredità senza eredi.
Moltheni esordisce nel 1999 con Natura in replay (Cyclope), contenente fra gli altri i brani ormai cult come “In centro dell’orgoglio” e “Il circuito affascinante”. Grazie a questo primo album il musicista marchigiano diventa uno dei più convincenti giovani autori all’interno della scena alternativa italiana e condivide presto il palco con alcuni dei massimi esponenti del circuito: Afterhours, Verdena, Ginevra di Marco. Nel 2000 partecipa al Festival di Sanremo (sezione “Giovani”) con il brano Nutriente. L’anno seguente pubblica il secondo album dal titolo Fiducia nel nulla migliore (Cyclope). Registrato negli Stati Uniti, il disco pone le chitarre elettriche in primissimo piano e viene tuttora considerato un caposaldo dell’alternative rock italiano. Nel 2003 contribuisce alla colonna sonora del debutto cinematografico di Franco Battiato “Perduto Amor” con il brano Prigioniero del mondo. Nel 2005 approda a La Tempesta Dischi per cui rilascia il terzo album Splendore Terrore, caratterizzato da una svolta verso sonorità legate al folk e alla psichedelia. Alla fine del successivo tour realizza Vinile live, raccolta dei suoi brani eseguiti dal vivo. Sempre nel 2005 Nel 2005 partecipa a “Respiriamo liberi”, una compilation omaggio a Lucio Battisti, nella quale reinterpreta in acustico “Il tempo di morire”. Nel 2006, con il quarto album “Toilette memoria” (La Tempesta), arriva la consacrazione definitiva. All’album partecipano tra gli altri Franco Battiato, i fratelli Ferrari dei Verdena, Carmelo Pipitone dei Marta sui Tubi. Grazie a brani come “Nel futuro potere del legno”, “Eternamente, nell’illusione di te” e “L’amore d’alloro” Moltheni mostra la facoltà di reimpostare le coordinate della canzone d’autore italiana. L’anno successivo pubblica l’EP Io non sono come te (La Tempesta), registrato in Svezia da Kalle Gustafsson (bassista di The Soundtrack of Our Lives), mentre nel 2008 esce I segreti del corallo (La Tempesta), che contiene fra gli altri “Vita rubina”, brano unanimemente considerato fra i migliori pezzi di musica indipendente degli ultimi vent’anni. Per celebrare i dieci anni di carriera, nel 2009 vede la luce Ingrediente novus (La Tempesta), una raccolta di 17 tracce riarrangiate e risuonate, a cui si aggiungono due inediti. Alla realizzazione del disco partecipano molti esponenti del panorama musicale italiano, come Mauro Pagani, Vasco Brondi, Massimo Martellotta, Enrico Gabrielli e Ilenia Volpe. Ora Moltheni pubblica “Senza eredità”, il nuovo album in uscita l’11 dicembre per La Tempesta Dischi.