Da Calcutta a Gazzelle, da Ligabue a Brunori sas: l’intervista a Vittoria Tampucci della leonardiana Vinci

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La sua storia artistica mi ha incuriosito! Ho poi visto lo staff collaborativo che sta scommettendo su di lei come Vitto (coinvolgendo Formica Dischi ed un professionista come Gianni Rodo) e quindi ho fatto di tutto per intervistarla, anche perché il protagonista del suo nuovo singolo è Mohāndās Karamchand Gāndhi .. Chissà cosa saremo da grandi. Chissà se ci sarai. Chissà se saremo diventati un po’ più Gandhi (oppure no) .. Gandhi racconta la storia di tutti noi. Gandhi sono le gambe che tremano, le parole che mancano, l’illusione di un amore totalizzante. Gandhi è poi tornare con i piedi per terra e vedere la realtà per quella che è.

– Vittoria buongiorno: sei a Vinci? Ti disturbiamo? Stai seguendo le lezioni universitarie? Ciao Giancarlo! Sì, sono a Vinci e sto seguendo i miei corsi universitari.
– Partiamo dal tuo recente Gandhi: oltre che a raccontarci come è nata questa canzone, volevo chiederti di dirci chi ha realizzato quella bella copertina… Gandhi è nata una sera di fine estate, al piano. È un pezzo abbastanza intimo, non facile da scrivere. Per quanto riguarda la copertina, invece, è stata realizzata da Fabio Zini, uno dei miei produttori.
– Sei nata ad Empoli nel 2000: sei dunque una millensians, ma … che caratteristiche vedi nella tua generazione? Come ogni generazione, anche noi abbiamo i nostri pregi e difetti. In generale, credo che sia una generazione sicura di quello che vuole e per certi versi anche sfacciata. Io amo il fatto di potermi sentire una cittadina del mondo.
– Usi il nome d’arte di Vitto, ma la mia domanda è più generale: Vittoria Tampucci e Vitto collaborano tra di loro? Esistono invece dei contrasti tra il tuo essere artista e la tua vita quotidiana? Vitto vive dentro Vittoria. Vitto è la parte più nascosta di Vittoria. Sicuramente, quando salgo su un palco la mia attitudine cambia molto. Nella vita quotidiana tendo a stare molto sulle mie. Quando salgo sul palco mi trasformo, mi dà una grande forza.
– Quali sono stati gli artisti che hai cantato da bambina? Quali invece i cantanti che ora ti attraggono di più? Da piccola ho ascoltato tutti i grandi cantautori italiani. La prima canzone che ho cantato in pubblico è stata Happy Hour di Ligabue. Avevo sei o sette anni, ero al mare in riviera romagnola e scappavo dai miei genitori per andare al karaoke. Oggi continuo ad ascoltare i grandi cantautori italiani, ma ascolto anche molto indie italiano: Calcutta, Gazzelle, Brunori sas..
– Dopo tanti concorsi canori nel 2016 sei finalista del Festival di Castrocaro, manifestazione trasmessa su Rai1… Il Festival di Castrocaro è stata la prima esperienza davvero importante nel mio percorso artistico. Ero piccola, avevo soltanto 16 anni, ed ero molto inconsapevole. E’ stato un percorso che mi ha fatto crescere molto.
L’anno scorso entri nel team di Elettra Lamborghini a The Voice of Italy.. Questa trasmissione è stata del tutto inaspettata. Un’esperienza incredibile, a volte non credo che sia successo tutto davvero. Trovarmi su quel palco, davanti a tutta Italia, è stata un’emozione grandissima. Una delle cose che ricordo con più affetto do The Voice of Italy, però, è il “dietro le quinte”: i miei compagni di avventura, la produzione, le costumiste, le truccatrici. E’ un’atmosfera davvero surreale.

– Come è nata questa collaborazione con la Formica Dischi e con Gianni Rodo per la produzione dei tuoi brani? Con Formica Dischi collaboro dal 2018. Ad un concorso ho conosciuto Gianni ed è entrato anche lui a far parte della squadra. C’è una grande stima tra noi.
– Come ultima domanda, ti faccio quella più difficile .. quella che non si dovrebbe mai fare: come descriveresti la tua musica? La mia musica sono io. La mia musica sono le cose che vivo, la mia quotidianità. Sono i libri che leggo, i viaggi che faccio, i miei amici, i treni, la musica che ascolto. La mia musica sono davvero io.

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