Si intitola E In Fondo, Che Differenza Fa?. Anticipato a Giugno dal singolo Portogallo, ci aveva fatto esaltare il loro sound originale. Dice il nostro diretur Giancarlo Passarella… In quella occasione avevamo parlato di come avessero realizzato qualcosa con un mood anni ‘80, tra psichedelia ed indie attuale. Idra, Nik, Ale e Costa nascono come Moonage nel 2016 tra Milano e Brisbane (Australia) e sono maturati velocemente..
Il particolare titolo dell’album gioca come una provocazione dal significato tutt’altro che scontato: un invito a godersi ogni giorno con spontaneità e istintività, abbandonandosi agli imprevisti che la vita mette sul percorso di ciascuno. Perché in fondo, se le cose non vanno come avevamo immaginato, che differenza fa?
Colorati e senza filtri, con “E in fondo, che differenza fa?” i Moonage esprimono in dieci tracce la loro grande versatilità, unita dal desiderio di ricercare un sound innovativo e personale. Un semplice obiettivo: riportare in voga il sound immortale degli anni 70’-80’, fondendolo con influenze più moderne e trattando nei testi tematiche attuali, usando un linguaggio giovane e mai banale. Tra fiati, percussioni e chitarre frenetiche, l’album si apre con tracce energiche e dallo stile un po’ retrò come “Dimmichenesai” e “Freaks”, usciti come singoli tra ottobre e novembre. Seguono tracce dalle sonorità più moderne come “La notte se ne va” e “Come stai”, dove spiccano evidenti le influenze elettroniche. C’è anche spazio per ballad più soffuse come “Ballerina del sabato sera” e la dolce “Vivida”, nel semplice incontro tra la voce di Idra (cantante della band) e un pianoforte. “Portogallo” e “Serena” hanno il volto dei primi singoli pubblicati dalla band, mostrandone la natura originaria più legata al mondo indie-rock. Nel mezzo troviamo “NANANANANARANARA”, brano che privilegia sonorità pop con un ritornello che non esce dalla testa. Il disco si chiude con la strumentale “Tesi”, a conclusione di un percorso musicale ricchissimo, un viaggio dalla musica classica ad oggi.