Chiara Ragnini, con Disordine tra intimità e riflessione

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Quattro brani che esprimono una ritrovata intimità. Con Disordine, il suo nuovo EP, Chiara Ragnini torna sui sentieri musicali più vicini alla sua anima di cantautrice che ama le sonorità acustiche. Non un passo indietro rispetto al precedente La Differenza, album in cui era stata evidente una svolta elettronica, ma una voglia di raccontarsi in maniera diversa. Una volontà che inizia dalla maggiore cura dei testi, ognuno dei quali inevitabilmente conduce a una riflessione attenta e profonda. Il disordine del titolo dell’EP è in netto contrasto con le atmosfere rilassate che abbracciano l’ascoltatore. Una mitezza che contrasta con il tumulto interiore che, in questo periodo, regna in ognuno di noi. E’ così che la cantante ligure sembra voler rimettere ogni cosa al suo posto; cercando di ritrovare la pace necessaria per una condizione che possa essere il punto di partenza di un nuovo inizio.

Per raggiungere il suo obiettivo la cantautrice ligure ha ritenuto opportuno liberarsi da inutili fardelli compositivi, dando vita ad un lavoro essenziale. In pieno lockdown, abbandonata l’idea di tornare in studio supportata da una band, Chiara Ragnini ha deciso di sviluppare le sue idee accompagnandosi alla chitarra o al pianoforte. La breve durata di Disordine potrebbe essere una diminutio dopo averlo ascoltato interamente. La sua felice vena compositiva fa pensare a quanto di più ha ancora da raccontare. Nonostante tutto è questa un’isola felice sulla quale approdare per mettersi al riparo da ciò che ci circonda.

In Disordine le emozioni e i sentimenti si susseguono sin dalla iniziale Facciamo finta (senza pensarci), una triste lettera scritta al proprio amore in crisi. Paradiso racconta la fine di un rapporto, del quale è viva la speranza di un nuovo inizio. Sentimenti ancora più profondi quelli cantati in Fra caos e paura, il cui ritornello “Avrei voluto perderti in un abbraccio/e non perderti per aver perso il coraggio/Avrei voluto proteggerti e prendermi di cura/divenire equilibrio fra caos e paura” esalta uno stato particolare di umana debolezza che scava nel proprio interiore, cercando la forza per risalire. L’album si conclude con l’unica canzone il cui testo non è stato scritto interamente da Chiara Ragnini. La sera è ormai notte è il riadattamento di una poesia di Fulvio Romano. Una immagine che ben si adatta all’autunno e ai suoi colori, in cui il buio giunge sempre troppo presto e forte è il desiderio di amare. Una conclusione piena di speranza per un album da ascoltare ad occhi chiusi.

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