Rino Gaetano era infatti nato a Crotone il 29 Ottobre del 1950. Il 2 Giugno del 1981 alle 3:55, mentre percorreva Via Nomentana a Roma lo scontro mortale con un camion. L’autopsia rivelerà come causa della perdita di controllo dell’auto un possibile collasso prima dell’impatto e il conducente del camion Antonio Torres (che prestò i primi soccorsi al cantante) raccontò di averlo visto accasciarsi di lato e iniziare a sbandare per poi riaprire gli occhi solo pochi attimi prima dell’impatto.
La fredda cronaca non toglie nulla alla grandezza del personaggio e più volte mi sono ritrovato a dichiarare che Rino Gaetano è una persona che mi manca, sia umanamente che artisticamente.
La sua biografia ci racconta che nel 1976 ha inciso il suo secondo album, intitolato Mio fratello è figlio unico. Con questo disco (che contiene l’ammaliante Berta Filava), il cantautore calabrese cercò di attirare l’attenzione dell’ascoltatore proponendo argomenti drammatici, soprattutto la solitudine e l’emarginazione, temi portanti dell’album. Grazie al nuovo linguaggio e alle nuove soluzioni musicali (come l’utilizzo del sitar, del banjo e del mandolino), Rino Gaetano riuscì a pubblicare un grande album. Qualche mese dopo la pubblicazione, la sua casa discografica organizzò una tournée con i Perigeo. Questo abbinamento però non convinse il pubblico né la critica. Ma per me invece è stato un momento importante, perché (assieme a due miei compagni del Liceo Scientifico Donegani di Sondrio) ci siamo presentati al Teatro Pedretti in Piazza Garibaldi nella cittadina valtellinese. Con una discreta faccia tosta (io, Lucio Caramatti e Luciano Pisanelli) ci siamo infilati nel retro palco ed abbiamo bussato al suo camerino: Rino Gaetano aveva finito il suo show, essendo salito sul palco prima del Perigeo. In backstage non c’era nessuno… ne sicurezza, ne giornalisti e ne fans: quindi eravamo dei 16/17enni che avevano l’opportunità di parlare con un artista famoso e lui è rimasto con noi tutto il tempo, attendendo che il Perigeo finisse lo show per poi andare a cena ed in albergo.
E’ stato un momento importante della mia vita: senza nessuna esperienza giornalistica, ero di fronte ad una personalità importante e mi ricordo che abbiamo parlato di tutto, registrando l’audio con uno sgangherato registratore a cassette. Qualche mese dopo (ormai convinto che quella fosse la mia strada professionale), mi presentai agli studi di Radio Sondrio in Via Gavazzeni 4, facendo un colloquio con il direttore Giuseppe Mambretti detto Jim; quando mi ha domandato se avevo esperienza di conduzione davanti ad un microfono, gli ho risposto di no… ma che avevo ricevuto da Rino Gaetano preziosi consigli sul mondo della musica italiana.
Magicamente le porte mi sono spalancate ed il 20 Giugno del 1976 ho condotto in diretta la mia prima trasmissione radiofonica, parlando di Pink Floyd e di Rino Gaetano, presentando 3 brani di ciascuno di questi due artisti.