È online il video di Per un’ora d’amore, primo segno del nuovo percorso discografico della giovane cantante romana Ditonellapiaga, all’anagrafe Margherita Carducci, che ha appena firmato per BMG, in collaborazione con la neonata Dischi Belli. Già conosciuta e molto apprezzata nel circuito capitolino dei live club e delle jam session, Ditonellapiaga è un’artista dalla personalità fluida con l’urgenza di raccontare le mille sfaccettature della propria identità, spesso solare e piena di entusiasmo, a volte nevrotica, a tratti malinconica. Sono le infinite articolazioni del complesso animo femminile, che Margherita incarna tutte, senza ridurre la femminilità a un’immagine univoca. Sono le anime di molteplici personaggi (donne) in cerca d’autore. E l’autore è lei. Adesso esordisce con una major in modo coraggioso, con una cover, segno di una personalità ben definita, piena di grinta ed energia.
Una canzone iconica della band per eccellenza del pop italiano delle ultime tre decadi del XX secolo, i Matia Bazar, che dopo la versione della fine degli anni ’90 di Antonella Ruggiero con il featuring dei Subsonica, trova ora nuova vita in un arrangiamento che la trasporta sul piano del più elegante gusto pop internazionale, pur rispettando lo spirito della versione originale. Grazie al sound del duo di producer romani bbprod, attivi fra la Capitale e Londra, la canzone rimane dunque nostalgica come un ricordo d’estate ma si trasforma anche in un brano ipnotico come le strobo di un club londinese, rivelando i primi indizi di un universo musicale di riferimento molto ampio.
Girato con uno smartphone e l’aiuto dell’art director Erica Bellucci in pieno lockdown, tutto in esterni, con le mani tese verso il cielo azzurro nell’incipit visivo e una realtà che si scompone in riquadri, oscillando fra natura rigogliosa e accenni di sensualità, il video di Per un’ora d’amore riprende l’estetica dei vecchi super8 ma al tempo delle stories instagram e delle chat whatssapp, le vere finestre sul mondo dell’epoca pandemica. Così anche i versi scritti nel 1976 dai Matia Bazar, carichi di una nostalgia pronta a virare verso l’erotismo, (“per un’ora d’amore non so cosa farei, per poterti sfiorare non so cosa darei”) assumono un nuovo e più potente senso, rimandando più alla necessità fisica e psicologica del contatto umano in un momento di immobilità e di solitudine sociale, che a quel rimpianto sentimentale e fisico che nasce dalla assenza della persona amata. “Per un’ora d’amore è di fatto un anthem che sento molto attuale. In un 2020 in cui questa necessaria distanza comincia a starci stretta, sogniamo di ritrovarci insieme sotto una cassa dritta che pompa il sangue fino a rianimare il cuore” dice Margherita, che d’ora in poi sarà per tutti Ditonellapiaga.