Nicoletta Filella non è solo un’eccellente pianista con un amore incondizionato per Bach o Debussy, ma una sorprendente musicista che ha saputo viaggiare trasversalmente attraverso il jazz, lo swing, il rock, la musica balcanica interpretandola a modo suo. Una donna che ama indossare abiti diversi, assecondando i suoi umori e la sua creatività. In Luglio, nel giorno del suo compleanno si è regalata Prélude, il singolo che ha anticipato il nuovo disco, Uno con il quale Nicoletta afferma la sua natura di pianista classica, compositrice e cantautrice. Una donna spontanea, sincera, caparbia e limpida. Una perfezionista che scrive per passione rivolgendosi a chiunque, senza la pretesa di poter piacere a tutti, sul palco come nella vita. Eclettica e creativa, Nicoletta non finisce di sorprendere con nuovi importanti progetti tra i quali il video di Prélude e un nuovo spettacolo.
Prélude è uscito il 26 giugno, il giorno del tuo compleanno. Hai atteso di poter viaggiare per girare il videoclip. Come mai proprio qui, in Calabria?
Questo è il paese di origine di mio papà e quindi anche mio. Il Sud si è sempre dimostrato molto attento nei confronti della mia musica e dell’arte in genere. Qui mi sento a casa e accolta da questa gente, dotata di una speciale sensibilità. Bella e selvaggia, la Calabria, fa parte di me e questo video, tanto atteso, mi è sembrato più che naturale girarlo qui. L’intero disco è stato scritto tra il 2018 e il 2019 proprio tra la campagna piemontese e il mare di Calabria, a raccontare le mie origini e le sfumature della mia anima. Mia mamma infatti è di Tortona e mio papà calabrese.
Nicoletta, sei una creativa a 360° e questo video ne è la riprova, raccontaci…
Ho preso contatti con Giacomo Triglia, regista di Jovanotti, Francesca Michelin, Brunori e Sas, Ligabue, Levante, J-Ax, Irene Grandi e molti altri. Il fatto curioso è che lui conosceva la mia musica, ma non aveva mai lavorato con una pianista classica. Abbiamo girato il video di Prélude nella versione radiofonica, quella più breve. Ho scelto, come ho detto, la Calabria, con la Sila, bella e selvaggia, a fare da sfondo. Un contesto nel quale mi sento perfettamente a mio agio e dove la mia musica trova una dimensione ideale. Ho voluto coinvolgere un ballerino classico, Salvatore Lombardo, che ha studiato per Prélude, una meravigliosa coreografia moderna. Vederlo danzare sul mio brano mi ha spalancato un mondo e dato un’emozione fortissima e nuovi stimoli creativi che potrebbero sfociare in uno spettacolo nuovo con collaborazioni inedite.
La famiglia ha sempre avuto un ruolo importante per te: casa, pianoforte e ricordi sono elementi irrinunciabili. Anche in questo progetto hai avuto un “complice”, fondamentale. Vuoi parlarcene?
E’ vero la mia famiglia ha sempre avuto un ruolo importante in tutto il mio percorso, lasciandomi libera di esprimermi senza pregiudizi o vincoli. Mia mamma Stefanella Ravazzi è una valente pianista che mi ha trasmesso l’amore per la musica e il pianoforte. Mio papà Fedelfranco, mi ha fatto da manager aiutandomi a pianificare, a gestire relazioni con intuito e un’ottima capacità organizzativa. Per il video sarebbe stato impossibile girarlo sulla Sila, senza il suo prezioso aiuto, perché essendo un profondo conoscitore della sua terra, mi ha guidata nella scelta facilitandomi. Senza contare che, portare il suo cognome è di per sé un lasciapassare in questo paese così bello e selvaggio, al punto di poter sembrare ostile ma che si è sempre mostrato accogliente e sensibile alla mia musica. Insieme, abbiamo gestito tutta l’organizzazione che ci ha portati sul lago Cecita alla scoperta di un luogo magico: la Fattoria sul Lago. La sorpresa è stata amplificata dall’incontro con la proprietaria che ha lo stesso cognome della mamma di mio papà: il destino ci ha portati proprio nella fattoria biologica di una lontana parente di mia nonna, confermando la mia convinzione che nulla succede per caso! Il regista si è dimostrato subito entusiasta del posto confermando le mie sensazioni con il desiderio di rendere omaggio alla Calabria e… video fu.
La tua contemporaneità è trasversale, viaggia attraverso la musica, la sua storia e tanti generi apparentemente lontani che, sapientemente, riesci a coniugare tra loro. Qual è il tuo segreto?
Cerco di essere coerente nel rispetto dell’arte. Lo studio che ho fatto e che continuo a fare, con l’esercizio e l’ascolto di quello che mi circonda, è di fondamentale importanza. Ritengo, infatti, che l’improvvisazione possa venire solo dopo uno studio accurato. Gli studi classici sono il mio punto di forza, da lì ho potuto “viaggiare” nella musica, avendo l’attrezzatura e la preparazione necessaria. Ancora oggi studio e mi esercito moltissimo, come fanno gli atleti del resto. Anche la musica è una disciplina che richiede impegno e allenamento. Il talento da solo non basta.
Nicoletta sei “radici e ali”: la tua musica trae forza da quelle che sono le tue origini per farci volare in una dimensione che, partendo dalla classica, ci proietta verso una sperimentazione dove jazz, swing, balcanica e rock sembrano diventare complementari. Un’artista, una pasionaria, una donna romantica, una combattente… Chi sei ?
Sono una donna spontanea, sincera, caparbia e limpida. Una perfezionista che scrive per passione rivolgendosi a chiunque, senza la pretesa di poter piacere a tutti, sul palco come nella vita. Vorrei che si comprendesse cosa significhi fare arte, con cuore, passione e sacrificio. Il nostro lavoro è come quello del contadino che, con pazienza e dedizione, ara il proprio campo, lo lavora, lo semina e ne segue giorno dopo giorno la trasformazione difendendolo, dal vento, dalla sete. Io sono consapevole che non avrei potuto fare altrimenti nella vita: questo mestiere è la mia essenza. Oggi credo di avere raggiunto una maturità artistica tale, per essere ciò che sono.