Ironico testardo, appassionato, un buono dal cuore di metallo. Un cuore che lo ha tradito troppo presto! La recente scomparsa a soli 58 anni, a causa di un infarto, di Klaus Byron (vero nome Claudio Alberti), ha creato una tale onda emotiva tra gli addetti ai lavori della stampa metal italiana e tra tantissimi fan del genere, che abbiano ritenuto necessario raccontarvi qualcosa di più di Klaus.
Klaus Byron inizia la sua avventura nella musica da adolescente come semplice ascoltatore ed appassionato di rock, negli anni ’80 è il manager della Strana Officina, la band di Livorno, tragicamente nota per la scomparsa nel luglio del 1993, a causa di un incidente stradale, dei due leader, i fratelli Fabio e Roberto Cappanera.
Nei primi anni ’80 collabora con alcune fanzine metal, per per poi entrare nello staff della rivista Rockerilla e successivamente con Metal Shock. Ed è da qui che inizia il suo grande viaggio del giornalismo metal italiano, infatti ha l’idea di trasformare Flash, inizialmente una sorta di allegato di Metal Shock, in una rivista vera e propria. Flash, di cui Klaus è caporedattore ed organizzatore (dopo una breve parentesi iniziale affidata a Giancarlo Trombetti) di ogni singola pagina, pur con una grafica spartana, diventa in breve tempo un punto di riferimento per l’editoria metal italiana, che allora vantava una concorrenza d’acciaio, per rimanere in tema di musica dura. La rivista lancia e scopre moltissime firme, che diventeranno colonne del giornalismo rock e metal italiano (Stefano Cerati, Sandro Buti, Ulisse Carminati e tanti altri), e vanta uno staff ampio di collaboratori che gli permette di coprire tutti i generi e sottogeneri del rock, con centinaia di recensioni in ogni numero. Compiendo un lavoro di mappatura delle novità discografiche, utilissimo ancora oggi se si sfogliano i vecchi numeri.
Negli anni ’90 Klaus oltre a gestire Flash, è il conduttore del seguito programma “Heavy Metal Again” dai microfoni Radio Station della sua Pietrasanta, lavora nel negozio di dischi “Atlantic Star”, per poi mettersi in proprio con il “Paranoid Records” ed infine apre il “Silverado Store”, abbigliamento e gadget rock. Una vita per il rock, quella di Klaus, non ci sono dubbi. Carattere forte e ironico, dolce e tenace, con Klaus ho avuto molte discussioni, siamo stati in disaccordo varie volte, come è normale che sia in un ambiente di lavoro, ma tutto terminava nel giro di una telefonata, poi l’obiettivo era fare insieme il migliore numero possibile di Flash. Lui milanista, io interista, ricordo quella volta che dopo una discussione dicemmo: “Ci sentiamo lunedì, dopo il derby, chiama chi vince”. Vinse stranamente l’Inter, quello era il grande Milan dei tre olandesi. Ero pronto per gustarmi la rivincita, quando squilla il telefono, alzo la cornetta e sento la voce di Klaus che dice: “Chi ha vinto il derby?”. Risate. Era il suo modo per dirmi, si fa come hai detto tu. Forse sarà rimasto sorpreso dalla grande ondata di affetto che gli è stata riversata. Me lo immagino a dire “Dai dai, basta smancerie, torniamo al lavoro”. Questo era Klaus Byron, impeto e passione, un amore per la musica sconfinato. Riposa in pace testardo toscanaccio.