Il miglior rock italiano arriva da Amsterdam!
Sembra un paradosso, ma le cose stanno proprio così. Simone Cicconi è un marchigiano trapiantato nei paesi bassi da alcuni anni, dove lavora come sound designer e scrive colonne sonore. Ma non ha mai smesso di elaborare pezzi per la sua carriera solista, che con questo album giunge alla terza tappa.
Sin dal primo ascolto si ha la certezza che il disco non presenta punti deboli: la composizione, la produzione, l’equilibrio strumentale e il cantato, tutto funziona ed è un piacere ascoltare canzoni strutturate come “Il vuoto”, un amore finito raccontato con ironia in “Cover band”, il brano più rock della raccolta, mentre “Un’altra come te” sposta l’asse verso l’elettronica, mantenendo integro il senso di continuità stilistica.
In chiusura “Indietro non si torna” che dimostra come si possano ancora scrivere splendide perle pop, senza scadere nella banalità.
Naturalmente Simone non arriva ad un risultato di tale sicurezza di scrittura e con un’estetica moderna, tra Subsonica e Disciplinatha, come cita la biografia, ma io trovo anche tracce di C.O.D. e gli Scisma di Paolo Benvegnù. , senza esperienze importanti, ha infatti vinto due volte Musicultura ed è stato finalista a manifestazioni importanti come “Premio De Andrè” e “L’artista che non c’era”.
Se avete voglia di ascoltare un disco maturo, anche nei testi, vera forza motrice, un disco senza riempitivi, dove ogni brano è in grado di offrire emozioni, “Cosa potrebbe mai andare storto?” deve essere l’appuntamento fisso delle prossime settimane.
Marco Guadagnoli: chitarra
Alessandro Rossi: basso
Andrea Rabuini: batteria
Ospiti speciali: Riccardo “Elettrone” Cofanelli (feat. nel singolo “Il paradosso di Fermi”) e Ludovica Gasparri.