Volete un disco estivo? Ed allora non si può fare a meno di ascoltare il nuovo lavoro di Umberto Palazzo, “L’Eden dei lunatici”. Già musicalmente, Palazzo era “rispuntato” come autore della colonna sonora di “Lost in the city” qualche mese fa, in pieno lockdown. Questi due lavori sono il bignami musicale di Palazzo. Se lì Bowie, quello berlinese, la faceva da padrone, qui i riferimenti sono gli artisti italiani. Per molti potrebbe essere una sorpresa, per me no, considerando che gli artisti adorano la buona musica, di qualunque genere essa sia, da qualunque parte del mondo essa provenga. Possiamo dire che “L’Eden dei lunatici” quindi guarda al Battisti post Mogol, ad Ivan Graziani e a Lucio Dalla. La fanno da padrona le chitarre funky, un modo di produrre e fare marketing, del tutto autonomo e ma anche la sua bravura nell’uso dei pc. Tralasciando due hit come “Il moscone” e “La riviera”, già in alto streaming, come non pensare a Dalla accompagnato dagli Stadio se si ascolta “La Baia” ? Magari se c’era ancora Lucio, avrebbe inserito due note di piano, ma l’impianto è quello. “L’Eden dei lunatici” ci proietta quindi negli anni 70 italiani, quelli raccontati anche dai Virginiana Miller in “Tutti al mare”. Un disco maturo che riporta Palazzo alle sonorità rock e questa è anche una novità, considerando che lo stesso artista va avanti nella ricerca sonora. Un disco che piace che guarda al passato in maniera nostalgica (“L’unica ricchezza”) ma che rimane vivace.
La tracklist
- Il moscone
- La riviera
- La Baia
- L’unica ricchezza
- L’eden dei lunatici
- Rita Qualcosa
- Incontri misteriosi
- Mare di notte