Fra un mese sarà abbronzata, ma per ora Giulia Di Gregorio mostra i pugni del suo disco uscito come Logo ..

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Troppo facile giocare sul titolo del suo terzo disco, ma Pugni si presta a mille interpretazioni: l’invito della giovane artista è chiaro, ma noi vogliamo saperne di più Per questo telematicamente sono riuscito ad intervistarla, ridacchiando sulla serietà che mostra nelle foto che le ha fatto Matilde Stolfa.

Giulia buongiorno: la mia prima domanda è sul tuo nome d’arte. Come sei arrivata a pensare a Logo?
Logo in realtà è proprio il mio soprannome. Arriva del nome della mia primissima macchina, una Honda Logo e poi è rimasto, complice il fatto che di lavoro faccio la designer. Poi la popolarità del nome Giulia sicuramente ha fatto sì che molti preferissero chiamarmi col mio soprannome che col mio nome vero.
– Hai appena pubblicato il videoclip del brano Pugni: cosa ti aspetti? Come pensi venga accolto?
Il video di Pugni è un collage di riprese fatte da mia sorella Silvia Di Gregorio, quando è andata in viaggio in Russia con nostro padre. Abbiamo avuto quest’idea tempo fa, io ho fatto da sola montaggio e color. È un video espressivo, non volevo un lavoro che ricordasse il lockdown, ma che facesse viaggiare con la mente e rinforzasse l’immaginario della canzone. Penso verrà accolto bene, le immagini sono belle.
Pugni viene presentato come la parte finale di un trittico collaborativo con Simone Lanza Waxlife..
I pezzi non sono finiti, a settembre uscirà un altro singolo sempre prodotto da Waxlife, molto molto diverso dagli altri, più frivolo, manca un pezzo così nella squadra.
– Quali artisti hai amato da ragazza? Quali sono invece quelli che ora ti avvincono di più?
Da adolescente ho amato tantissimo la scena punk rock internazionale, come Green Day, Sum 41, Good Charlotte. Adesso la mia attenzione si è spostata molto di più sul mercato musicale italiano e sicuramente negli anni ho spaziato fra i generi. Aaron Baustista quando ha composto il riff di Pugni .. 2 anni fa non aveva ancora scritto le sue canzoni, ora ha un progetto solista e va tenuto d’occhio. Io l’ho sempre saputo, quel ragazzo ha molto da dire al mondo.

– Come hai passato questa pandemia? Hai trovato spunti per qualcosa artistico? Penso magari ad una nuova canzone..
Le dinamiche sociali, le storie reali, sono la benzina del mio scrivere. Non ho scritto quanto avrei potuto, purtroppo, ma ho scritto una canzone che è davvero forte.
Davvero qualcuno ha definito i tuoi pezzi criptici? Io penso invece che la tua fantasia li stia visivamente sceneggiando, proprio nel momento in cui li scrivi…
Non sempre nelle mie canzoni si capisce se parlo di me o se parlo in generale, me lo chiedono in tanti “ma hai scritto questa cosa perché ti è successa?”. Sono contenta che hai afferrato il punto: di solito parto da un tema, un pretesto e poi inizio a descrivere delle immagini che mi vengono in mente. Come se stessi immaginando già un video, una narrazione non didascalica, ma per immagini.
Sentiamoci domani, fra un mese o fra un anno: cosa avrai fatto entro queste scadenze?
Domani spero di aver fatto la spesa. Fra un mese spero di essere più abbronzata di così, significa che sarò anche andata al mare. Fra un anno avrò ultimato il mio puzzle di brani e saranno fuori altri due pezzi, uno dei due un featuring.


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