Un brutto male, contro cui combatteva da tempo, se lo è portato via. Pau Donés, cantante spagnolo, leader dei Jarabe de Palo, si era fatto apprezzare anche dal pubblico italiano, che lo aveva conosciuto sin dai suoi esordi con “La flaca”, per poi collaboratore con artisti italiani del calibro di Jovanotti, Nomadi, Francesco Renga, Noemi e Kekko Silvestre dei Modà.
Il cancro gli venne diagnosticato nel 2015. “Alla malattia dedico 5 minuti della mia giornata e poi basta. Per il resto, vivo come tutti voi: non e’ ottimismo ma realismo”, così raccontò la malattia nel 2017, quando venne in Italia a presentare il progetto “50 Palos” con il quale il cantautore spagnolo ha voluto festeggiare i suoi 50 anni e i 20 anni di carriera di Jarabe de Palo. Un progetto declinato in disco, tour e libro che ha rappresentato un ritorno dopo la diagnosi di cancro del 2015.
“La Flaca”, album di debutto dei Jarabe de Palo, risale al 1996. Il gruppo suonava nei piccoli pub e club a Barcellona. Poi, il viaggio a Cuba ha segnato la svolta. ”La Flaca (che significa la magrolina)”, aveva raccontato l’artista, “è stata composta in un momento speciale, quando abbiamo incontrato una ragazza mulatta: le abbiamo parlato solo una volta, ma siamo rimasti affascinati. Per questo non mi stanco mai di cantarla”. Dopo “La Flaca” è arrivato “Depende” (realizzata anche in italiano, “Dipende”, con il testo di Jovanotti).
Molto stretta la collaborazione con l’Italia. Nel 2009 è ospite dei Nomadi per l’album “Allo specchio” nel brano “Lo specchio di riflette”. E’ ospite anche in alcuni concerti del gruppo. “I miei amici italiani sono quasi tutti musicisti”, aveva dichiarato Dones, “e questo si sente nelle canzoni: la versione con Jovanotti di ‘Bonito’ per me è la più bella mai registrata, e l’amicizia con Kekko è stata una sorpresa, la sua storia di successo con una band alla quale nessuno faceva caso mi ha ricordato quella dei Jarabe de Palo”.
Sempre a proposito del cancro aveva dichiarato che “ha influenzato la mia vita, perché’ mi sono dovuto dare una calmata, e in qualche modo ho imparato a godere più della bellezza delle cose tirandomi fuori dall’onda della carriera. Però non mi ha insegnato niente: io non ho paura della morte come non ho paura della vita, per me esiste solo il presente”.
Jovanotti lo ha ricordato con un commovente post su Instagram. “Ci eravamo scritti 3 giorni fa, era lui a rassicurare me”, ha scritto l’artista, che con Dones aveva collaborato anche per “Bonito”, “Mi mancherai tantissimo amico e maestro. Niente cancellerà i momenti bellissimi vissuti insieme, la bella musica, le mangiate e le bevute, le chiacchierate infinite, la forza che ci siamo dati reciprocamente. Conoscerti ed esserti amico è stato un grande regalo. Dove sei ora? Mi è difficile crederci”.