Non è facile descrivere a parole Achille Lauro. Non è etichettabile, ne descrivibile con definizioni nette e sigillate. Lui è tutto e talora il contrario di quel tutto. Appare in un modo, e poi si rivela ben altro. Un trasformista, un artista e un innovatore. Ma per altri ancora un esibizionista, che ama per l’appunto mettersi in mostra con mise stravaganti ed eccentriche, anche in occasioni ufficiali come il blasonato Festival Di Sanremo. Uno strafottente e un ribelle, pronto a tutto pur di farsi notare per altri ancora.
Ma – in realtà – Lauro (questo è il suo vero nome) è un ragazzo perché tale si può definire uno nato nel 1990, che nasconde nel suo cuore e nelle pieghe della sua anima un’ingente sensibilità, non solo artistica. Un’anima a tratti fragile, forse troppo per il mondo odierno e che, per tentare di rimanere a galla sulla superficie, sprofonda – per così dire -talora nell’eccessiva audacia. Un’audacia pertanto che diventa una sorta di efficace arma contro una sensibilità di fondo latente, che trova la sua massima e acclamata espressione nell’arte narrativa dell’artista.
Dopo la pubblicazione per Rizzoli di Sono Io Amleto, pubblicato lo scorso anno, Lauro ha appena dato alle stampe 16 Marzo – L’Ultima Notte. Un testo, dalla bellezza di 185 pagine, ancora più intimo e profondo del precedente, pubblicato sempre per la stessa importantissima casa editrice. Suddiviso in svariati capitoli, con tanto di intermezzi, è corredato da splendide fotografie a colori. In esso trovano ampio spazio pensieri, racconti e vere e proprie poesie, che mettono ben chiaro quanto il giovane abbia bisogno di “mettersi a nudo”, non fisicamente parlando ma piuttosto metaforicamente, parlando a lungo. Ma non per l’ennesima dimostrazione di esibizionismo, bensì per il bisogno che ha, sotto sotto, di liberare la sua mente, davvero fervida, e i turbamenti emotivi sia del suo cuore che della sua anima. Un’anima bella, che ha bisogno di essere amata, compresa e accettata per quello che è. Un’anima che ha sbagliato certamente nel corso della sua vita, come ammette lo stesso artista, per il desiderio di diventare ricco, non tanto per i soldi in sé, ma semplicemente per non preoccuparsene mai più. Ma in realtà ciò che lui amava fin da ragazzo era scrivere, in particolar modo poesie. Come può dunque un giovane con tale amore non essere dotato di una spiccata sensibilità, che però talora può sfociare in incredibile fragilità? Caratteristiche che poi lui è riuscito, con il passare del tempo, a incanalare nella sua musica. Trasfigurandole però con costumi, battute e frasi talora choc. Ma infondo per capirlo davvero basta osservarlo con il viso privo di trucco e leggere con attenzione i suoi libri. Perché è lì che c’è il vero Lauro!