E’ disponibile su tutte le piattaforme digitali l’epico album di Bernardo Lanzetti “I Sing The Voice Impossibile”, su etichetta COLLEZIONE DI MUSICA di SnV-Italia.
Nell’album, pubblicato originalmente nel 1998, la voce è totalmente protagonista: la voce non solo come “Soggetto” e “Oggetto” ma anche come “Controller”. Cʼè chi definisce la voce come lo strumento musicale più versatile oltre che portatile, altri la identificano come “firma originale” di ogni essere umano, altri ancora la celebrano come portatrice di Melos ma anche di Pathos. Di certo, in campo musicale, la voce, unico strumento in grado di accoppiare le note alle sillabe delle parole, è straordinaria portatrice di informazioni e emozioni.
Bernardo Lanzetti, dopo le varie esperienze anni ’70 con gruppi come Acqua Fragile e PFM, dagli anniʼ 80, si è dedicato anche allo studio della vocalità interfacciata con “device” elettronici in grado di leggere il contenuto armonico della voce oltre che il volume, la brillantezza e la quantità di fiato emessa. Inizialmente questo gli fu possibile perchè la ditta australiana “Fairlight”, negli anni ‘80 e ‘90 top produttrice di strumenti computerizzati, gli aveva affidato proprio uno dei quattro prototipi del Voicetracker.
Gli altri tre andarono a Peter Gabriel, Michael Jackson e Kate Bush. Durante questi studi, Bernardo ha anche inventato un guanto munito di sensori, denominato “Glovox”, che, appoggiato alla gola, permette di captare le vibrazioni delle corde vocali durante il canto.
Questi segnali monofonici possono venire processati con effetti vari o possono essere digitalizzati per comandare e controllare strumenti elettronici. In parole povere, si può usare la voce invece del dito di una mano per suonare il sintetizzatore!
Il Glovox è uno dei protagonisti dellʼalbum “I Sing The Voice Impossible”. Il titolo è in assonanza con quello di una poesia (1867) del poeta americano Walt Whitman, le composizioni, tranne una, sono di Bernardo Lanzetti mentre gli arrangiamenti e la co-produzione di Dario Mazzoli. Altre particolarità dell’album sono le composizioni sviluppate su tempi pari/dispari così come la copertina simboleggia con lʼimpronta delle 5 dita di una mano, rinchiusa in una cornice quadrata e quindi di 4 lati e 4 angoli uguali.
Lʼalbum ospita anche il rifacimento di “Come Again”, una composizione della fine del ‘500, del troubadour inglese John Dowland. Dopo otto anni Sting riprende lo stesso brano.