Il cantautore pugliese Buva debutta con “Quarantena”. L’artista, classe 1987, che vanta anche collaborazioni con Ermal Meta (è tra gli autori del brano ”Ercole” contenuto nel disco live “Non abbiamo armi – il concerto”), ha scelto un titolo emblematico per questo periodo.
Quando ha pensato al titolo del suo primo disco, BUVA (al secolo Valero Buchicchio), giovane cantautore pugliese, non avrebbe mai immaginato che quella parola fotografasse l’esatta realtà del momento. Non è facile, infatti, uscire oggi con un disco che si intitola “Quarantena”, anche se quel termine, nell’immaginario dell’artista, nulla aveva a che vedere con una reale situazione epidemica. La Quarantena di Buva è filosofica e metaforica. Ha a che fare, da un lato con uno stato benefico di isolamento artistico, (“come quello di chi si immerge sott’acqua e rimane lì, distante da tutto il rumore che c’è in superficie”), dall’altro con i contenuti dell’album evidentemente “influenzati” dagli ascolti di una vita che trovano incondizionatamente spazio e forma all’interno delle sue canzoni. “Essendo il mio primo disco – spiega il cantautore – ritenevo che questa dovesse essere l’occasione giusta per produrre un lavoro che fosse il più coerente possibile con quello che sono io adesso e con il mio background musicale”.
Classe 1987, di Cerignola (Foggia), Buva è al disco d’esordio, ma ha importanti esperienze artistiche alle spalle: è tra gli autori del brano ”Ercole” di Ermal Meta (presente nel disco live ”Non abbiamo armi – il concerto’’), nel 2017 ha vinto la Targa Giorgio Calabrese al Premio Bindi, riconoscimento che gli ha permesso di firmare un contratto in esclusiva editoriale come autore con Warner Chappell, e nel 2018 ha ottenuto la Menzione speciale nel contest ‘’Musica contro le mafie’’.
QUARANTENA, disponibile sulle piattaforme di streaming e in digital download, contiene dieci canzoni che che si possono idealmente dividere in due gruppi: non amore e amore (per parafrasare Battisti); denuncia sociale, ironia, sentimenti e riferimenti autobiografici trovano posto all’interno di brani che si dichiarano pop ma che si rifanno alla canzone d’autore. Testi che alternano metafore ricercate a parole di uso quotidiano, in un’altalena di suggestioni musicali che spaziano dai ritmi e i cori sudamericani al British Pop, dalla canzone leggera italiana a quella dei cantautori. Per l’autore “Quarantena ha, volutamente, tutte le caratteristiche di un disco del passato, cavalca l’anacronismo (per citare il brano in esso presente), eppure parla dell’oggi al pubblico di oggi”.
L’album è stato accompagnato dal videolyrics animato del brano “Le faremo sapere” (primo singolo estratto). La clip è opera di Roberto Biadi, già regista per artisti del calibro di Fabi e Silvestri. Il disco, totalmente autoprodotto, si avvale della produzione artistica di Emanuele Brignola (unica eccezione è il brano “Sud”, prodotto da Maurizio Mariani) e della presenza di musicisti del calibro di Piero Monterisi, batterista di fama nazionale che collabora con artisti come Daniele Silvestri, PFM, Gazzè e Barbarossa, e Jose Ramon Caraballo Armas, percussionista e trombettista cubano da anni al fianco di Daniele Silvestri.
QUARANTENA traccia dopo traccia
1 Le faremo sapere
Una sorta di funky sudamericano per un’aspra invettiva sul mondo del lavoro giovanile italiano. La progressiva perdita di fiducia di chi, con tanto di titoli accademici e ”curricula invitanti”, si trova alle prese con una lunga sfilza di “le faremo sapere”.
2 Insieme
Brano dai toni leggeri che descrive l’incontro inaspettato tra due ragazzi che hanno condiviso, in passato, una storia d’amore forse mai davvero finita. Nasce in realtà dalle ceneri di un brano scritto in inglese tra le mura di Officina Pasolini dal titolo ‘’Smile’’. L’arrangiamento si sviluppa intorno ad un fraseggio di chitarra elettrica dalle sfumature vagamente nipponiche.
3 Un bellissimo giorno
Un arpeggio di piano a simulare la pioggia che cade, un uomo che si interroga sui grandi perché della vita mentre il mondo corre ad una velocità insostenibile. Forse il brano più ‘’italiano’’ nell’accezione musicale del termine, con un inciso che si apre come un ombrello a portar via affanni e malinconie del nostro tempo. Buva lo definisce la sua personale ‘’Beautiful day’’ (“sono cresciuto a pane nutella e U2 e amo quel brano”). Uno slancio di positività che non guasta mai.
4 L’amore è nei particolari
Una storia che funziona, una giornata scandita dai gesti semplici e quotidiani di una coppia. Niente hashtag e spunte blu. Solo un letto, una colazione, una doccia, l’inverno e una proposta inattesa. “C’è dentro tutta la mia influenza battistiana – spiega il cantautore – specialmente di due album come ‘’Io tu noi tutti’’ e ‘’Una donna per amico’’, come si evince dagli accordi di settima maggiore, dal falsetto e dall’arrangiamento dai sapori nostalgici del Pop anglo-americano anni ’70”.
5 Sud
Brano che si è guadagnato una menzione speciale a “Musica contro le mafie” nel 2018. La canzone parla del sud di questo Paese, come anche del sud del mondo, spesso posti difficili, talvolta abbandonati, per derivazione storica e socio-politica. E’ un testo fatto di istantanee, nessun dialogo. L’inciso ‘’braccia aperte verso il mondo’’ si ripete più volte come una sorta di mantra. L’arrangiamento intreccia cori afro e percussioni e disegna un brano dai toni austeri ma carico di speranza e dignità.
6 Amore brasileiro
Un divertissement. Un amore inseguito fin sulle coste di Rio de Janeiro. C’è dentro un po’ di tutto: da Ahi Maria di Rino Gaetano a Mambo Reazionario di Brunori. Si può raccontare una relazione sentimentale in crisi anche con il sorriso sulle labbra. Il finale è aperto a qualsiasi interpretazione, ma non è necessario trovarne per forza uno. E’ più un gioco musicale, una sorta di ‘’7 e 40’’ dei giorni nostri, dai toni decisamente più ironici.
7 Libera
Parte l’intro, sembra di stare a Cuba, ma si parla delle vittime di mafia. La metafora dei marinai e del viaggio per raccontare le esemplari vite di chi ha sacrificato la propria per un bene comune superiore. Non potevo non dedicare il titolo di questa canzone all’associazione omonima guidata da Don Ciotti che da anni smuove coscienze e ricorda i nomi di queste persone tanto comuni quanto speciali. Solo percussioni, piano, contrabbasso, un ricamo di fiati e un tema quasi solenne cantato dalla tromba a ricordare ‘’Il silenzio’’ di triste memoria. “Tengo molto a questa canzone – dice Buva – poiché io vivo in un territorio fortemente inquinato dalla cultura mafiosa ma che al contempo non si arrende e persegue coraggiosamente le strade della legalità e della giustizia”.
8 Musa come sei
Torna il tema dell’amore, questa volta quello non propriamente corrisposto. Due accordi per quasi tutto il pezzo, la voce particolarmente riverberata, il guitalele e i fiati costruiscono un arrangiamento semplice e raffinato allo stesso tempo. Il testo dell’inciso è tutto un gioco di parole che culmina nella citazione dantesca (“Ebbene sì, amo il Sommo poeta”).
9 Anacronismo
Canzone dai toni folk, forse la più autobiografica dell’album, nata tra le mura di Officina Pasolini, intrecciando note e parole con l’amico nonché bravissimo autore Andrea Caligiuri alias Drugo. Di De Gregoriana ispirazione, “il brano parla di me, del mio ritrovarmi improvvisamente bambino in modo da non dover rinunciare neanche un attimo al mio sogno di vivere la musica, della mia testardaggine che è più simile ad un capriccio che ad una scelta ponderata”.
10 A prima vista
Si chiude ancora con l’amore, stavolta finito che proprio non c’è speranza! (“Torna l’influenza battistiana, sfacciata come non mai. Ma chi se ne frega! L’arte è sempre figlia di una contaminazione e se proprio devo ispirarmi a qualcuno…”). Arrangiamento sobrio e sognante, piano, voce e poco altro.