E scomparso questa notte il giornalista Sandro Petrone. Da tempo combatteva contro un cancro, di cui aveva parlato anche pubblicamente. Volto noto Rai (per anni al TG2), Petrone, che aveva 66 anni, era noto anche per la sua passione per la musica e per la sua attività cantautorale. Nel 2018 aveva pubblicato il suo ultimo album “Solo fumo”, una sorta di concept album.
Un disco che gira attorno a un’unica storia. “Solo Fumo” è l’opera di un inviato speciale che, dopo quarant’anni in giro per il mondo, lascia il giornalismo per tornare cantautore come in gioventù nella Napoli della Vesuwave. È un album molto fisico e poco da piattaforma digitale. È necessario averlo fra le mani, sfogliarlo, leggere i racconti che si intrecciano. A fare da indice sono nove canzoni, definite “quadri di vita”. Il destino, la missione, l’illusione, l’amore, la casa, gli altri… sono i temi da cui si sviluppano decine di storie nelle cinquanta pagine di testi, immagini e didascalie del book.
Nato a Napoli il 2 febbraio del 1954, Petrone è stato inviato speciale e di guerra e conduttore, per anni nella redazione del TG2. Docente di comunicazione di massa e di giornalismo (la Sapienza, Scuola di giornalismo di Perugia, Iulm), scrittore e autore, ha iniziato l’attività giovanissimo a Napoli, partendo dalle radio private pe poi arrivare alla carta stampata. Nel 1979 l’inizio della collaborazione con la Rai, anche se nel 1987 collaborò anche con Telemontecarlo. E’ tornato in Rai definitivamente nel 1993. Come docente ha insegnato comunicazione di massa e giornalismo in scuole e università, anche all’estero. Il suo libro “Il linguaggio delle news – strumenti e regole del giornalismo” è stato pubblicato da Rizzoli.
Negli anni settanta esponente della corrente culturale e musicale partenopea cosiddetta Vesu-wave, legato al movimento dei cantautori italiani (era amico di Pino Daniele e dei fratelli Bennato, tra gli altri), con la raccolta di canzoni e blues “Blues in blu” ha vinto il Premio Santa Marinella 2003. Nel 2010 ha pubblicato l’album “Last call – note di un inviato” e nel 2018 il progetto crossmediale “Solo fumo”.
A ricordare l’amico è il produttore Martino de Cesare, che ha lavorato su tutti gli album di Petrone. “Eravamo praticamente fratelli”, ricorda de Cesare, “Sandro oltre al giornalismo aveva questo amore per la musica. Circa dieci anni fa decise di riprendere seriamente questa passione e così producemmo il primo disco “Last Call”. In quell’album suonarono alcuni musicisti come Tony Cercola, suo grande amico di infanzia, e varie giovani cantanti come Erica Boschiero, Chiara Morucci, Veronica Marchi e Pilar. Sandro scriveva delle sue esperienze di vita e da giornalista, soprattutto i momenti da inviato in Libano. Le traduceva in musica con il suo spirito supportato da amici musicisti. Per dare continuità al primo lavoro, scrivendo cose nuove e ripescando brani scritti in passato, si decise di realizzare “Solo fumo”. In questo caso facemmo un bel lavoro nel far quadrare i brani, mantenendo sempre il suo spirito, meno commerciale e più spontaneo. Lo registrammo in diversi studi, tra Puglia, Napoli e Roma. Ogni posto in cui andavamo era buono per registrare. Ci fu una grande interazione con musicisti di varie regioni d’Italia. Solo in Puglia registrammo in quattro studi tra Lecce, Bari e Taranto”. Martino de Cesare conferma che il giornalista stava lavorando anche al terzo album. “Per questo questa mattina la notizia mi ha fatto letteralmente cadere”, conclude de Cesare, “Sandro combatteva da cinque anni contro questo brutto male, ma solo quattro giorni fa avevamo parlato. Lui aveva questo spirito da combattente, come canta nel brano “Il Guerriero”. Speravamo nel miracolo”.