Un uomo di una magnanimità senza eguali: questo fu Giuseppe Verdi. Se la sua indiscussa grandezza musicale è ben nota, meno nota è invece l’immensa generosità che egli profuse nella sua vita e anche dopo la morte. Il testamento, da lui siglato a Milano il 14 maggio del 1900, reca infatti una lunghissima lista di disposizioni in favore dei beneficiari più disparati.
Verdi lascia “agli Asili centrali della città di Genova la somma di lire ventimila. La somma di lire diecimila rispettivamente allo Stabilimento dei rachitici, allo Stabilimento dei sordo muti e all’Istituto dei ciechi di Genova.” Finanzia l’ospedale di Villanova sull’Arda e l’Istituto degli asili infantili di Busseto, dona al Comune di Villanova sull’Arda lo stabile dell’ospedale “da me costrutto”, dispone poi all’Opera pia Casa di riposo dei musicisti “di distribuire in perpetuo l’elemosina di lire trenta per ciascuno a cinquanta poveri del mio villaggio nativo Le Roncole il giorno 10 novembre di ogni anno”. Da vero filantropo, Verdi punta al futuro sostenendo il talento delle nuove generazioni. Stabilisce infatti “di assegnare una pensione di lire settanta mensili per quattro anni per ciascuno a due giovani appartenenti l’uno al Comune di Busseto, l’altro al Comune di Villanova Sull’Arda, i quali si diano allo studio teorico-pratico dell’agricoltura ed affettivamente vadino in una scuola od Istituto speciale per compiere i corsi.”
Tutto questo senza dimenticare i familiari e i numerosi domestici vicini a lui per una vita. “Lascio a Guerino Balestrieri che è al mio servizio da molti anni la somma di lire diecimila. Lascio ai domestici che saranno da dieci anni al mio servizio la somma di lire quattromila per ciascuno. Agli altri domestici mille lire per ciascuno” scriveva grande compositore fra le sue ultime volontà.
Grandi opere di bene che contribuiscono, insieme a quelle musicali, all’immortalità del Maestro di Busseto.
La magnanimità e la lungimiranza sono, per fortuna, un tratto comune anche a molti filantropi di oggi. In tempi duri come quelli che viviamo, in cui ogni giorno la vita ci mette dinanzi alla paura di perdere una persona cara e al coraggio di chi è in prima linea per contrastare l’emergenza sanitaria in corso, ci sono personaggi di fama internazionale che hanno scelto di fare un gesto di solidarietà, tra cui un lascito. Un gesto di potente riaffermazione della vita, perché dona futuro e speranza a chi rimane.
In America, dove la pratica dei lasciti solidali è molto diffusa, sono tanti gli uomini famosi che hanno scelto questa strada. Warren Buffet ha lanciato, insieme a Bill e Melinda Gates, la campagna Giving Pledge, per esortare al lascito in favore di chi ne ha bisogno. Hanno già aderito a questa iniziativa Marc Zuckeberg, Michael Milken e Steve Case, MacKenzie Bezos, il co-fondatore di WhatsApp Brian Acton e la moglie Tegan, il co-fondatore di Pinterest Paul Sciarra e la moglie Jennifer e il fondatore della piattaforma di scambio di criptovalute Coinbase, Brian Armstrong.
E in Italia? Secondo uno studio GFK Italia per il Comitato Testamento Solidale, nel nostro Paese sono circa 1.300.000 gli over 50 che hanno già fatto, o sono orientati a fare, un lascito solidale. Una platea, pari al 5% della popolazione, che sembra destinata ad estendersi oltre i 3 milioni e che si è dichiarata propensa a valutare questa ipotesi, con un bacino di mezzo milione di donatori in più rispetto al 2016 e registrando una crescita del 15% di questa forma di beneficenza.
Non mancano, anche da noi, personaggi celebri che hanno deciso di fare da esempio, ma questo non deve indurci nell’errore di credere che un lascito solidale sia uno dei tanti “lussi” appannaggio di persone note e benestanti. La scelta di lasciare nelle ultime volontà una parte dei propri beni a chi ne ha bisogno è ancora più diffusa tra i comuni cittadini che, nel più totale anonimato, decidono di donare anche una piccola parte del proprio patrimonio in beneficenza. “Sebbene sia aumentato negli ultimi anni l’impegno dei filantropi italiani, nel nostro Paese circa due terzi dei 10 miliardi di euro donati ogni anno in beneficenza sono composti da piccole donazioni provenienti dalla generosità di comuni cittadini.” spiega Rossano Bartoli Portavoce del Comitato Testamento Solidale, che conclude: “Se le donazioni dei più abbienti fanno certamente più notizia, l’attitudine alla filantropia è un fenomeno assai diffuso anche tra chi ha di meno. Tutti, veramente tutti, anche con poco, hanno il potere di fare qualcosa di grande”.
Con l’obiettivo di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla scelta di lasciare una traccia di sé anche dopo la morte, per sostenere una causa benefica e aiutare chi ne ha più bisogno, il Comitato Testamento Solidale ha lanciato la Campagna “Cosa vuoi fare da grande?”. Perché non è mai troppo tardi per fare nuovi progetti e pensare al futuro. Anche riflettendo concretamente sulla possibilità di fare qualcosa “di grande”, come un testamento solidale. Accedendo al sito www.testamentosolidale.org è possibile avere un’esaustiva panoramica sui progetti e le iniziative realizzate dalle associazioni non profit e scaricare la Guida ai lasciti solidali che offre informazioni ampie e dettagliate sull’argomento.