Della sua poesia e delle sue canzoni nascoste abbiamo più volte parlato, così come dei nasi buffi che ostenta ed erano tutti elementi che ci facevano capire che davvero ci troviamo di fronte ad uno chansonnier in viaggio tra i suoni: l’essersi trasferito a Venezia, ha indubbiamente enfatizzato il suo lato più languido, quello ripiegato su se stesso, piuttosto che gli slanci emotivi, quando cerchi sistematicamente di aumentare l’adrenalina che circola in corpo. Il suo nuovo disco prosegue in questo modus vivendi e quindi vi dovete avvicinare a lui sapendo che la sua musica ha quel ritmo che portano i testi ad entrarti nel cervello, saltando (in fase iniziale) epidermide e bocca dello stomaco: sulla falsa riga che hanno certe culture (come quella del fado o correnti letterarie ben note), veleggiare con la sua produzione artistica è solo in apparenza languida: l’energia la ritrovi dopo un ascolto dietro l’altro…
Canzoni del mare salato è una perla di una lunga collana che non ha fine, ma questa volta (come racconta il comunicato diffuso dall’agenzia CartadaMusica) vi è un trait d’union preciso, anche se misteriosamente celato … L’idea di pubblicare un disco dedicato a Corto Maltese, senza che nell’album Corto sia mai menzionato, di attraversare con la musica i testi e le storie del marinaio gentiluomo di fortuna creato da Hugo Pratt, è acquatica-mente balenata a Balestrieri un po’ di tempo fa. Il risultato è il concept album che avete tra le mani e che percorre cronologicamente dieci anni di avventure di Corto a partire dal 1913 anno in cui è ambientata Una ballata del mare salato…
Ho qualche dubbio se definirlo un album concept nel senso classico, perchè non ne possiede i crismi rigidi che si associano a questa definizione: è invece un disco libero e da gustarsi lentamente, alternando un pomeriggio di riposo (magari con una pipa come compagna ed il suo fumo sinuoso che sale) ad una passeggiata in orari che non vi hanno mai visti protagonisti per la vostra città, perché è … un disco che canta personaggi e caratteri reali e immaginari. Da Pandora a Rasputin, Tiro Fisso e Bocca Dorata, Tristan Bantam, Cush, Morgana e altri..
Bella la copertina e tutto il package del cd (il nome di Lorenzo Calza è ben visibile), perché sembrano assumere la forma della conchiglia che protegge: magari niente di prezioso o su cui l’uomo specula, ma qualcosa che all’animo semplice piace perché portatrice di ricordi o sogni. Niente perle o gemme, ma semplicemente sensazioni e questo turco napoletano di Gerardo Balestrieri (nato però in Germania) potrebbe essere quel nocchiero per aprire un vaso mitologico pieno di venti o interrogarsi con passo lento, come nel videoclip del brano Favola di Venezia.
Tracklist di Gerardo Balestrieri – Canzoni del mare salato:
– Pandora 4,38
– Il mondo di Mu 4,59
– Appuntamento a Bahia 5,10
– Samba con tiro fisso 6,12
– La finestra d’Oriente 4,32
– La filastrocca delle isole e dei pesci 7,14
– Banshee 6,18
– Cush 5,34
– Corte Sconta della Arcana 6,39
– Rasputin 4,35
– Favola di Venezia 5,28
– La casa dorata di Samarcanda 5,25
– Tango di Fosforito 4,26
Balestrieri è partito dalla stesura dei testi per poi arrivare alle musiche cercando il gusto esotico dello stesso Pratt che di musica ne sapeva. Una circumnavigazione onirica tra buffo ed esotico, oscurità, abbandono e meraviglia che parte dalla Melanesia, attraversa Sud America, Africa, Europa, il medio e l’estremo oriente per concludersi in Argentina. Un disco che ha come intermezzo una filastrocca dedicata alla laguna di Venezia, alla città e ai suoi pesci; canzone non prevista arrivata da sola con la fine pronta prima del suo inizio, quasi a non voler contraddire lo stesso Pratt quando sosteneva che per scrivere una buona storia occorre avere ben chiaro il finale.