Pubblicato dall’etichetta Filibusta Records, Accordi di Donne è l’ultimo disco che porta la firma del chitarrista Franco Tinto. Un progetto al quale hanno partecipato 13 musicisti e che abbraccia diversi stili musicali partendo dal jazz, fino a raggiungere lo swing, la bossanova, il pop e la musica d’autore. Questo lavoro si compone di 14 brani le cui musiche sono state composte da Franco Tinto, mentre i testi sono stati scritti da 14 autrici diverse. Ecco cosa ci ha raccontato l’autore del disco.
Come è nato questo disco?
E’ stato Fabio Lauteri, il mio produttore discografico, a dirmi di provare a fare qualcosa di “originale”. E siccome avevo già pronti due brani, che fanno parte del CD, ossia “Canzone per Rebecca”, e “Un amico, mio padre”, ho continuato, fino ad arrivare a 14 composizioni.
Il titolo del disco è Accordi di Donne: ci vuoi spiegare il significato di questo nome?
Dato che i primi due brani sopra citati erano stati attribuiti a due donne, ho voluto continuare su questa strada, anche perché ho pensato, e il risultato è lì a dimostrarlo, che le donne hanno una facilità maggiore nel farsi suggestionare dalla musica. Sì, perché nascono prima le musiche, sulle quali le autrici hanno poi messo il testo.
Vorresti descrivere brevemente questo disco ai lettori di MusicalNews?
E’ un disco che abbraccia diversi stili musicali. Dal pop, al jazz, allo swing, al country, alla bossa nova… insomma i generi con cui sono cresciuto. Nel disco sono presenti ben 13 musicisti, di diversa estrazione stilistica, tra i quali Gabriele Coen al sax e clarinetto, Adriano Ancarani al violoncello, Danilo Cartia al banjo, Fabio Penna al basso elettrico, e soprattutto la voce di Valeria Rinaldi.
In questo disco abbiamo notato la presenza di diversi stili musicali: c’è un filo conduttore che li accomuna o se preferisci una chiave di lettura per sintetizzarli tutti?
Il filo conduttore è la melodia, che deve lasciare lo spazio alla creatività di chi poi ha inserito il testo. Musica e testo hanno la medesima importanza. Anzi, vanno assolutamente insieme, uno non deve prevalere sull’altro.
Quali sono i brani a cui sei maggiormente legato e perché?
Beh, neanche a dirlo. “Un amico, mio padre” è indicativo. Il cd infatti è dedicato alla figura di mio padre, che ha avuto un ruolo importante nella mia vita, lasciando sempre campo libero alla mia passione, da quando ho avuto in dono la mia prima chitarra, a 14 anni.
Un disco che rappresenta l’inizio oppure la fine di un percorso?
Intanto è il secondo che realizzo con la Filibusta Records, dopo il primo dedicato alla musica antica ed alla musica brasiliana, “From Dowland até Jobim”. Ma il primo che realizzo con brani tutti originali. Un punto di arrivo in un certo senso, ma che è il punto da dove si riparte per continuare il percorso.
Parlaci adesso dei tuoi riferimenti musicali: quali sono quelli essenziali per te?
Innanzitutto la conoscenza della materia “musica” in tutta la sua accezione: lo studio della teoria, armonia, composizione, insomma tutti gli elementi che la compongono. Una base solida che poi ti possa permettere di manovrarla con disinvoltura.
Invece per quanto riguarda il futuro? Hai in progetto qualcosa di nuovo che prosegua questo percorso?
E’ quasi già pronto il seguito a questo lavoro, ossia un disco “all’inverso”, ossia sono io che prendo dei testi e mi faccio suggestionare da essi. In questo caso ho preso 14 poesie, scritte sempre da tutte donne, per dare un senso di continuità al precedente, che ho messo in musica. Infatti è pronto anche il titolo: “Musica e Poesia”.