In attività dal 2009 Seta si definiscono electro rock, un’idea che nasce da esperienze musicali molteplici, con il comune denominatore della passione, con l’intento di colpire l’anima di chi ascolta. Oggi ci parlano del loro terzo album “Venere tascabile”.
Tre album in 7 anni: praticamente non vi siete mai fermati?
I Seta che conosci nascono ufficialmente nel 2013, tre album in 7 anni, fanno una buona media di un disco quasi ogni due anni circa. Prima di allora c’è stato un periodo embrionale con svariati cambi di formazione e ricerca di un’identità. A dirla tutta la verità è che tra un disco e l’altro si portano a casa i frutti del proprio lavoro, che nel nostro caso sono stati passare dal suonare in ogni buco al poter scegliere dove puntare le nostre esibizioni per rendere al meglio e con l’elettronica è molto importante, secondo, le amicizie nate un po’ alla volta proprio tra le varie opening act, in particolare con Omar Pedrini, che ci hanno fatto crescere e maturare anche nella composizione. Ci prendiamo tempo che serve, quello è sicuro, perché vogliamo ottenere sempre il massimo con i mezzi a disposizione. Un piccolo aneddoto su Venere Tascabile è che a lavori quasi ultimati siamo stati derubati del computer che conteneva i brani, fortunatamente avevamo una copia non aggiornata su hard disk, per cui si, le cose sono andate un po’ per le lunghe
Nel tempo la vostra musica si è evoluta, le radici grunge hanno lasciato spazio anche ad infleunze elettroniche. Come ci si sente innamorati di nuove sonorità?
Nella band arriviamo tutti da influenze diverse, quindi in un certo senso siamo sempre stimolati, perchè siamo dei grandi ascoltatori di musica in generale.
La scelta di cantare in italiano spesso viene vita come un ostacolo per chi propone rock, voi l’avete sempre difesa. Cosa pensate si possa guadagnare e cosa perdere?
E’ una scelta che spaventa la stragrande maggioranza di chi vuol mettere su una band che fa musica propria in Italia, perchè oltre certo all’enorme influenza che la discografia d’oltreoceano ha indiscutibilmente da sempre su tutti noi, siamo abituati a pensare che all’estero i musicisti siano considerati meglio, o perché cantare in inglese ti darà più possibilità, quando invece laggiù da loro la stessa cosa che vuoi fare tu la stanno già facendo altrettante band, e molto meglio. Allora perchè non essere se stessi usando una lingua che chiunque intorno a te può comprendere, e con cui puoi confrontarti?
In concerto proponete anche delle cover. La scelta è dettata solo dal vostro gusto o pensate che possanoa nche, diciamo così, educare all’ascolto il pubblico?
Ci piace raccontare gli artisti che ci hanno influenzato, o quelli italiani con cui ci troviamo a condividere il palco, perchè diventano una parte di noi. Da un paio d’anni abbiamo scoperto un lato acustico in cui oltre alle nostre canzoni rivisitate, ci prendiamo la libertà di andare fuori dagli schemi con artisti che apparentemente non c’entrano affatto con i Seta
Per il singolo “Piove” avete lavorato con Omar Pedrini, che ha cantato con voi. Cosa pensi possa portare, anche in termini umani e creativi, un’esperienza con un’arista che ha conosciuto la stagione del rock italiano?
Sicuramente lavorare in studio con Omar é stata una grandíssima esperienza ma ancor di piú lo é stato condividere il palco come suoi ospiti durante l’ultimo tour.
Cantare al suo fianco é stato un onore e ci ha regalato tanto sia livello musicale che umano e ci ha sicuramente insegnato come affrontare i grandi palchi e come coltivare il próprio pubblico.
In questo periodo difficile, dove la gente è impaurita e smarrita, la musica pur apparentemente ferma, in realtà è in movimento come non mai. É un grande collante per le persone di ogni età. Per voi emotivamente cos’è la musica? E non parlo di band, ma di singola persona.
La musica non si ferma mai, e stare in casa per cosi tanto può essere anche fonte d’ispirazione. Voglio dire, i red Hot chili peppers hanno scritto e registrato blood sugar sex magik stando chiusi in casa. Ha il potere di trasportarti ovunque come ogni forma d’arte.
Luca Tosato (cantante), Rudy Boss Ferrarese (basso), Alberto Rossetti (tastiere/synth), Lorenzo Meuti (chitarra) e Matteo Ortolani (batteria).