Elias Lapia: The Acid Sound rappresenta la fotografia di un momento

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“The Acid Sound” è il titolo del disco d’esordio di Elias Lapia uscito l’11 febbraio del 2020 per l’etichetta Emme record Label a seguito della vittoria del premio Internazionale Massimo Urbani. Un disco in cui spicca il suono del sassofono che vede la partecipazione di Mariano Tedde al piano, Salvatore Maltana al contrabbasso e Massimo Russino alla batteria. Elias Lapia ha raccontato a Musicalnews questo nuovo progetto.

Elias per cominciare l’intervista raccontaci come è nato questo disco?

Questo disco è nato in seguito alla mia vittoria riportata nella XXIII edizione del Premio Internazionale Massimo Urbani. Col premio si ha la possibilità di vincere una collaborazione ufficiale per un progetto da leader con l’etichetta Emme Record Label di Enrico Moccia.

Vuoi descrivere in breve il disco The Acid Sound ai lettori di Musicalnews?

Il disco è una collezione di 8 brani scritti negli ultimi tre anni, quindi tra gli anni in cui studiavo al Conservatoire de Paris e quelli che sto vivendo ora in Olanda per studiare al Koninklijk Conservatorium. Ogni brano è pensato come la fotografia di un momento preciso che ho trovato significativo durante questi anni di formazione in cui sono cresciuto molto sia musicalmente che umanamente. Nella sua estetica è pensato come un disco di Jazz vero e proprio con lo swing come spina dorsale; io sono cresciuto con questo tipo di musica e non potevo non esordire con qualcosa che non rappresentasse le mie origini musicali.

Per quanto riguarda il titolo del disco ci vuoi spiegare il significato?

Dopo aver assistito alla finale, Libero Farné scrisse un articolo sulla rivista Musica Jazz definendo il mio modo di suonare un qualcosa come “tonico ed essenziale” (il che mi fece sorridere perché per anni venni descritto come un sassofonista logorroico) e definì il mio suono come “acido”. Il suono è stata sempre, almeno da come me l’hanno fatta notare negli anni, una mia caratteristica peculiare che ha ricevuto consensi un po’ ovunque sia stato e mi piaceva l’idea che fosse stato definito cosi; un qualcosa di pungente, con una sua identità. Ripensando anche al riferimento alle proprie caratteristiche sonore che alcune leggende dal suono caratteristico (come Gene Ammons ad esempio che intitolò un suo album “The Big Sound”) davano nei titoli dei loro album, io ho semplicemente voluto calcare l’onda.

Hai scritto questo disco dopo aver vinto il premio Massimo Urbani: possiamo dire che rappresenta per te il coronamento di un percorso durato anni?

No, non ho coronato nulla. Ho solo 24 anni e tanto da imparare. Per me significa: “bravo hai studiato tanto e si sente, ora continua però”.  Se mai dovrò coronare qualcosa spero sia il più tardi possibile, voglio che il film duri a lungo.

Parlaci adesso della tua storia musicale: ci vuoi raccontare come ti sei avvicinato alla musica e poi il tuo percorso…

Iniziai a suonare il flauto alle medie quando avevo 11 anni (uno Yamaha in plastica azzurra pagato 5 euro che sbavava da tutte le parti) e poi passai al sax a 12 che ricevetti come regalo di natale. I primi dischi di Jazz li ricevetti da un amico di famiglia, che cerco di “derubare” tutt’oggi ogni volta che mi avvicino alla sua libreria impreziosita da una bellissima collezione di classici del Jazz.

I tuoi riferimenti musicali: quali sono gli artisti che per te sono stati davvero importanti?

Sono tantissimi, alcuni hanno fondato il mio linguaggio attuale mentre da altri ho imparato concettualmente. Per fare dei nomi Kenny Garrett, Michael Brecker, Sonny Stitt, Charlie Parker, Bud Powell, Joe Henderson, Sonny Rollins, Barry Harris, John Ruocco ecc… Ma ce ne sarebbero tanti altri in realtà. 

Prima di salutarci parliamo del futuro: hai qualcosa di nuovo di cui vuoi parlarci?

Il mio sogno sarebbe poter fare un anno a New York magari con la scusa di qualche Artist Diploma in qualche scuola. Ci vogliono finanze, ma voglio cercare di mettere in piedi questa storia entro un paio d’anni. In ogni caso ho un po’ di concerti da recuperare per il prossimo anno. Per ora anche poter uscire a farmi una passeggiata in spiaggia senza rischiare multe sarebbe già una grande conquista.

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