La biografia di questo quartetto pistoiese non si perde in date e percorsi, inizia con una frase che è la sintesi della loro musica: “Non abbiamo scelta, abbiamo l’urgenza di raccontarci emozioni e di condividerle con voi”.
E la condivisione è di quelle che lasciano il segno, lo si evince sin dal primo ascolto di questo esordio “Youmanity”.
Si definiscono prog rock, per il taglio sofisticato delle composizioni, ma “Thank You” potrebbe essere una ballata gonfiata di ormoni con il tocco dark di certo pop rock inglese di classe, mentre “What Remains” con quel riff di chitarra rotondo ed una parte cantata notevole, che evidenzia l’originalità delle melodie scelte da Andrea Betulanti, procede spedita con la classe degli Snow Patrol.
Suono britannico quindi, che non cerca scorciatoie, ma si muove voluttuoso, con l’idea fissa che una melodia, valga tutto, come dimostrano “Homecoming” e “Life 2.0”, i brani che meglio identificano lo stile dei Blind.
Abbiamo aperto con una loro frase e chiudiamo allo stesso modo: “Blind è la rimozione di ogni filtro, barriera e sicurezza, è un voto di fede all’umanità”.
E mai come in questi tempi cupi, abbiamo bisogno di umanità.
Fidatevi, “Youmanity” nella sua varietà e sottile complessità è un album che nei vostro ascolti quotidiani, non passerà inosservato.