Endless Latitudine (pubblicato dalla Cut Records) è il nuovo disco dei Quai Du Noise, composto nell’arco del 2018 al bolognese Kitchen Studio, mediante l’utilizzo di synth analogici e digitali, al pari di sezioni strumentali, elementi percussivi analogici e profondi samples vocali. Le loro città sono Bologna e Rotterdam, ma il loro progetto artistico è sicuramente di valenza internazionale.
Quello che hanno annunciato è il loro secondo disco, dopo aver anche lavorato per l’Unicef (ed un docufilm sulla tragedia dei migranti) ed un progetto presentato alla Biennale di Venezia: la loro ricerca musicale possiede molto pathos .. Rispetto al precedente Echo Sounder, il nuovo lavoro risulta privo di chitarre e voce, prediligendo sonorità puramente ambient ed elettroniche in un’amalgama più incisiva ed essenziale. Così come il precedente lavoro, Endless latitude gioca con lo spazio attraverso sonorità eteree e immaginifiche accompagnate da momenti di tormento e di perdizione. Dal punto di vista tecnico, il disco nasce con l’idea di operare una sintesi sottrattiva nei suoi elementi, per raggiungere un grado di trasparenza e purezza sonora che centri dritto l’obiettivo. Ispirato da artisti del calibro di Jon Hopkins, Four Tet, Nils Frahm, Lusine, Rival Consoles, Kiasmos, il disco si propone di essere il nuovo manifesto artistico del duo.
Matteo Russo e Pale Ciciriello (da sempre alla ricerca di una sintesi tra l’ambient ed il post rock, sino alla techno) definiscono il nuovo disco come … quella strada da seguire al crepuscolo, quando le luci si fanno fioche e il vociare di sottofondo scompare. È pura contemplazione dell’immensa distanza che ci separa in questo fracasso assordante. Un passo indietro rispetto ai detentori di verità e il tentativo di sopravvivervi. Endless Latitude è quella variabile incalcolabile tra esseri umani, che non ha coefficienti o misure di paragone. A metà tra l’atto di rivolta e il silenzio assordante..