Conosco l’autore da tempi non sospetti, da quando mi meravigliai per una serie di servizi che il TG2 Dossier stava realizzando, aprendo vasi pandoriani sino ad allora tenuti nascosti: la sua voce di commento (poi dopo ho scoperto che era anche autore dell’inchiesta) da una parte mi confortava e contemporaneamente metteva la giusta suspence, dando quel minimo di enfasi di cui avevamo bisogno. Poi c’erano delle immagini mai viste prima e questo dava soddisfazione al mio ego, portandomi a bagni di umiltà … perché (sino ad allora) pensavo di sapere tutto e di aver visto ogni cosa dello showbiz! Quando poi quel Michele Bovi l’ho visto assurgere a livello superiori (diventando dirigente a Rai Uno, scrivendo libri di una profondità coraggiosa, rifiutando possibilità lavorative più remunerative.. ma meno soddisfacenti), allora mi sono fatto coraggio ed ho cominciato a frequentarlo.
Nonostante l’impostazione didascalica, la fluidità della scrittura rende facile la lettura, ma non pensiate ad un taglio romanzato. Esce per l’attiva Hoepli che l’ha collocato nella collana diretta da Ezio Guaitamacchi: due introduzioni impreziosiscono ulteriomente il libro e sono firmate da Maurizio Costanzo e Giorgio Assumma. A pagina 157 citate le parole scritte dall’avvocato Italo Mastrolia: esperto in diritto d’autore, il legale è stato il presentatore di Segreti Pop, ultimo show televisivo su Rai Uno in cui Michele Bovi è stato autore. Non sarebbe ora che quel programma diventasse ora il penultimo e noi potessimo dire che Michele Bovi porta Ladri di canzoni ad evolversi da questo stato di libro a programma di inchiesta e di divulgazione? Ovviamente sui canali Rai, perché parliamo di servizio pubblico..!