Conosco l’autore da tempi non sospetti, da quando mi meravigliai per una serie di servizi che il TG2 Dossier stava realizzando, aprendo vasi pandoriani sino ad allora tenuti nascosti: la sua voce di commento (poi dopo ho scoperto che era anche autore dell’inchiesta) da una parte mi confortava e contemporaneamente metteva la giusta suspence, dando quel minimo di enfasi di cui avevamo bisogno. Poi c’erano delle immagini mai viste prima e questo dava soddisfazione al mio ego, portandomi a bagni di umiltà … perché (sino ad allora) pensavo di sapere tutto e di aver visto ogni cosa dello showbiz! Quando poi quel Michele Bovi l’ho visto assurgere a livello superiori (diventando dirigente a Rai Uno, scrivendo libri di una profondità coraggiosa, rifiutando possibilità lavorative più remunerative.. ma meno soddisfacenti), allora mi sono fatto coraggio ed ho cominciato a frequentarlo.
Presentato ufficialmente a Milano (e durante una convention torinese dei fans dei Beatles), Ladri di canzoni è forse il libro più didascalico fra i numerosi che ha scritto, perché è concepito a schede ed ognuna sviscera una precisa leggenda/storia: la canzone di turno viene storicizzata, ma anche dettagliata, facendo nomi e cognomi, citando date, fornendo atti legali, raffrontando similitudini .. come è nello stile di Michele Bovi. Mai discorsi generi o banali, mai vox populi senza supporto: se c’è dolo è giusto dirlo, se il crimine organizzato (italiano e non) ci sta sguazzando è bene scriverlo chiaramente.
Nonostante l’impostazione didascalica, la fluidità della scrittura rende facile la lettura, ma non pensiate ad un taglio romanzato. Esce per l’attiva Hoepli che l’ha collocato nella collana diretta da Ezio Guaitamacchi: due introduzioni impreziosiscono ulteriomente il libro e sono firmate da Maurizio Costanzo e Giorgio Assumma. A pagina 157 citate le parole scritte dall’avvocato Italo Mastrolia: esperto in diritto d’autore, il legale è stato il presentatore di Segreti Pop, ultimo show televisivo su Rai Uno in cui Michele Bovi è stato autore. Non sarebbe ora che quel programma diventasse ora il penultimo e noi potessimo dire che Michele Bovi porta Ladri di canzoni ad evolversi da questo stato di libro a programma di inchiesta e di divulgazione? Ovviamente sui canali Rai, perché parliamo di servizio pubblico..!
Il libro racconta 200 anni di inedite controversie tra musicisti sfociate in tribunale: da Giuseppe Verdi a Lucio Dalla, da Giacomo Puccini a Claudio Baglioni, da Domenico Modugno a Laura Pausini, da Adriano Celentano a Eros Ramazzotti, da Jovanotti ai Modà. Il plagio sembra proprio non risparmiare nessuno. Non c’è celebre artista nella storia della musica italiana che non abbia avuto noie con la giustizia a causa del proprio lavoro e di presunte somiglianze con realizzazioni preesistenti. Un esempio è l’indagine esclusiva presente nel testo in cui si rivela come il processo tra Michael Jackson e Al Bano sia stato soltanto la punta di un iceberg di impressionanti dimensioni.