Non da molto tempo l’artista tarantino mi ha spedito questo suo disco: esperienza solista, dopo tanti anni passati ad impegnarsi con band, anche nei periodi in cui frequentava le Scuole Superiori. Indubbio allora parlare di un disco che è anche specchio dello scorrere del tempo e che deve certificare se (oltre ad essere eclettico), Pierpaolo Scuro ha anche prodotto un disco che ben lo rappresenta. Nella sua mente ancora l’incontro del 2010 con Claudio Lolli (ad un concerto dove c’erano anche Il parto delle Nuvole Pesanti) e quell’augurio a proseguire nella sua ricerca artistica.
Esiste un videoclip del brano Non cercarmi mai: l’inizio assordante con le cicale, fa da sponda ad un testo che scorre bene ed ha un buon arrangiamento musicale… Tu che guardi sai cosa succede in me, ma se puoi perdonami .. ma se puoi accoglimi / E se arriva il sole, potrà entrare / E se arriva il sole, saprò che fare …
Con il sorriso stampato sul volto mi butto a studiare il disco nel suo intero package e noto una copertina non certo originalissima, ma soprattutto che la confezione a busta non prevede un booklet ed i testi delle canzoni sono scritti con dimensioni da formica: fortunatamente ho con me una lente d’ingrandimento e quindi me la cavo. Se però consideriamo che si tratta del disco di un cantautore e che quindi i testi sono importanti, questa operazione non è certo un punto a suo favore. In una intervista che ha concesso, Pierpaolo Scuro ha confermato che … l’idea di un qualcuno che ti guarda ha a che fare anche con la religione, un po’ come quando i fedeli pregano il proprio Dio di vegliare sui propri cari. Il mio disco mischia spiritualità ed esigenze terrene… Ma cosa vorrà mai dire? Ce lo spiega sempre nella stessa intervista e trovo la conferma nell’ascoltare l’intero suo disco….. canto cose come “lo scopo non è ottenere, lo scopo è diventare un consapevole uomo ed il buio scompare”, ma anche altre come “quanto ti vorrei scopare io non credo che tu riesca minimamente ad immaginare”…
E’ indubbio che Tu che guardi soffre della mancanza cronica di un produttore e di un contributo esterno che supervisioni l’intero progetto: questo lo si denota non dall’aspetto numerico dei brani (sono dieci ed assai diversi tra loro), ma dalla disorganicità globale: pur senza arrivare ad una concezione da concept album, avrebbe dovuto essere più uniforme nello stile e nella costruzione delle canzoni, così da avere un marchio di fabbrica. La sensazione che ho è quella di aver incrociato un valente artista, con tante cose da dire, ma che non ha trovato ancora il modus giusto per farlo.
Godibilissima la storia che sta dietro al brano Io non posso farci niente e che ha tutti gli elementi per diventare un buon videoclip … Ero dal barbiere e c’era un bambino accompagnato da sua madre. Il piccolo era molto vivace, non stava fermo un attimo e si stava palesemente annoiando. All’ennesimo rimprovero della madre, che lo invitava a non disturbare le altre persone e a non correre dentro il locale, il bimbo si è seduto su una sedia e, per almeno un minuto, ha iniziato a ripetere ossessivamente “io non posso fare niente”. Ho preso il cellulare e ho registrato quel “mantra” infantile, che poi mi ha invitato a riflettere in maniera più generica su cosa non si può fare..
Tracklist di Pierpaolo Scuro – Tu che guardi:
1. Nella passione non si vede
2. Non cercarmi mai
3. Deserto
4. Tempo
5. Una notte ancora
6. Torna e scompare
7. Occhi
8. Io non posso fare niente
9. Bambino
10. Troppo