E’ l’alba, nel porto di Napoli, prima del sole, si accendono alla vista le luci delle navi da crociera. E’ l’uomo, che ancora una volta ha il sopravvento sulla natura. Ma è un’alba diversa, il suono di una conchiglia, si impone su quello delle sirene delle navi e per un attimo, il tempo sembra bloccarsi, cristallizzato nell’immobilità dei lupi di Liu Ruowang. Come uno sciamano incantatore che scuote radici, Francesco, consapevole del potere della musica, parla alla natura, flagellata, deturpata, ne placa rabbia, la accarezza. E come suo messaggero, si avvicina all’uomo di ferro, armato, carnefice, ma anche vittima inconsapevole e incanta il suo spirito con il suono di una kalimba. Una preghiera laica senza parole, una ninna nanna al contrario, che possa svegliarlo dal torpore del suo egoismo, animando quella coscienza che saprà di nuovo armonizzare la vita umana con i cicli della terra. Lo sciamano ha compiuto la sua missione.
La musica si ferma. Il sole puo’ finalmente sorgere. E’ l’alba, un’alba diversa.