Sono due fratelli (Ginaski Wop e Alfonso Tramontana); dal 2000 hanno vissuto prima a Cuba, poi a Barcellona e Madrid. Oggi si dividono tra Roma e gli Stati Uniti, dove sono un duo apprezzato nei jazz club più importanti di Manhattan. I due singoli sono tratti dall’album che contiene Stray Bop (ft. K.Sparks, DjOoO Child & Marianne Solivan), Space (ft. Latasha), Crossing (ft Tormento), Intermezzo (ft. Michael Imperioli), Nardis (live), And we will dance the love (ft. Marianne Solivan), Think of me (ft. K.Sparks), Ciudadano del mundo (ft.Arturo O’ Farrill, Rolà, Orishas, tata Guine & Changuito), Oban, Roll the dice. La mission dei Bardamù nel 2014 si è concretizzata in un concept album intitolato Asa Nisi Masa (Nomination alle Targhe Tenco nella sezione “Miglior disco d’esordio”). Segue l’anno dopo la pubblicazione dell’album Le notti bianche che riceve la nomination alle Targhe Tenco nella sezione “Miglior disco dell’anno”.
Da Venerdì 6 Dicembre sono in radio Roll the dice e And we will dance with love, i due nuovi singoli dal duo jazz/ hip hop Bardamù: sono tratti dal loro ultimo disco Stray Bop (con (distribuzione digitale Egea Music) disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download. I due brani si differenziano per suoni e atmosfere, ma rappresentano appieno la versatilità del duo, italiano d’origine, ma cosmopolita d’adozione. Ginaski e Alfonso sono stati in grado creare un nuovo genere, denominato “stray bop” che unisce la raffinatezza del jazz ai suoni “rude” dell’hip hop e della musica urban tipici di Brooklyn, la loro “casa adottiva”. Dichiarano i due fratelli ..And we will dance the love è una ballad che abbiamo composto moltissimi anni fa, e solo adesso abbiamo trovato il sound che più si addice alle atmosfere che intendevamo riprodurre. Roll the dice invece, prende spunto da una celebre poesia omonima di Charles Bukowski; è una poesia che qualunque artista dovrebbe leggere almeno una volta per prepararsi alle difficoltà e non rischiare di impazzire… entrambi i brani sono in pieno stile Stray Bop: il jazz è infatti la base costante ma alcune sonorità e le metriche riconducono a un suono da strada, quella strada che il jazz contemporaneo ha ormai abbandonato da tempo rendendo tutto roba da conservatorio.