Profonde suggestioni dettate dai testi poetici e dai ritmi coinvolgenti di brani che parlano d’amore. È ciò che è rimasto alla fine del concerto che Sergio Cammariere ha tenuto sabato sera al Teatro Comunale “Grandinetti” di Lamezia Terme. Organizzato da Ruggero Pegna in collaborazione con l’Associazione Teatrale “I Vacantusi”, l’evento ha concluso la XXXIII edizione della rassegna Fatti di Musica 2019.
Salutato con l’affetto che merita uno dei figli della Calabria tornato nella sua terra, Cammariere ha raccontato le sue storie in musica con la classe che da anni lo contraddistingue. Non è un semplice musicista. Il suo modo di suonare e cantare colpisce direttamente il cuore, riuscendo a suscitare emozioni inattese. È una strana bellezza quella che avvolge le sue canzoni, immagini di una realtà che tutti possono condividere.
La prima di queste è stata Oggi, ballata in cui si sono percepite le inflessioni più profonde della sua voce, descrittiva e piena di sentimento al tempo stesso. Un inizio seducente cui segue Nessuna è come te. Il suono è diventato vibrante, ma l’imprevisto è dietro l’angolo. Qualcosa nell’impianto audio “salta”. La voce di Cammariere sembra scomparire. È stato in un momento difficile che è venuta fuori la personalità di un personaggio che non teme ostacoli.
Sentendosi in famiglia, il cantante ha chiesto un attimo di pausa per rimediare al problema. Si è esibito in alcuni passi di tip tap mentre la band continuava a suonare e, su richiesta, ha accettato di scendere tra il pubblico con cui ha condiviso selfie e rilasciato autografi. Cammariere era completamente a suo agio tra la sua gente. Risalito sul palco fa cantare la platea. «Cantate voi al mio posto. Vi propongo una canzone che, comunque, suonerò dopo».
L’invito è stato subito raccolto con entusiasmo. Sorella mia è stata eseguita dalla band e con Cammariere al pianoforte a dare i giusti tempi. Sono stati minuti di gioia e partecipazione collettiva. Forse durati troppo poco. Il problema è stato risolto e tutto è tornato alla normalità. Quel piccolo increscioso episodio, però, ha dato una scossa forte al concerto. Alla ripresa il Teatro è tornato ad essere il luogo ideale per l’incontro tra l’artista e il suo pubblico che si “immerge” nel mare magnum della musica con cui l’amico di tutti “sussurra” i suoi segreti e i suoi significati più intimi.
Con Ma dimmi dove stai e La fine di tutti i guai, del suo nuovo album, è riuscito a fondere il jazz al pop. Due mondi apparentemente che Cammariere è riuscito a far convivere. L’amore non si spiega, Padre della notte, Mano nella mano, Via da questo mare, L’assetto dell’airone hanno esaltato ogni suono, ogni silenzio, ogni espressione del suo pianismo. Ogni brano ha goduto di una estetica tipica del jazz e delle sue improvvisazioni al pianoforte supportate con precisione da Daniele Tittarelli, al sax, Amedeo Ariano, alla batteria, Luca Bulgarelli, al contrabbasso, e Bruno Marcozzi, alle percussioni.
La sensualità delle linee vocali dei brani eseguiti si fonde alla perfezione con l’abilità tecnica di Cammariere al pianoforte. Ne hanno dato conferma l’immancabile Tutto quello che un uomo, a lungo attesa dal pubblico al quale è stato chiesto di eseguire la parte finale, e Dalla pace del mare lontano, il cui assolo al piano è stato da mozzafiato.
Premiato con la caratteristica maschera in ceramica de I Vacantusi, Sergio Cammariere non si è sottratto a regalare due bis. Viali di cristallo e Sorella mia sono stati salutati con una lunga standing ovation, suggello di un concerto perfetto. Chapeau.
(Foto di Massimiliano Natale)