Il comunicato stampa della Zecchini Editore ci incuriosisce non poco: include una una presentazione di Sandro Cappelletto ed ha un cd audio in allegato. Ma soprattutto abbiamo scoperto che il suo nome nel titolo del libro non è fantasia dello scrittore italiano, ma trae origine da una vera storia. Giovanni Bastiano Bach: così si firmava nelle cantate BWV 71 e BWV 131 e quindi è dalla firma in Gio: Bast: Bach che nascono le basi di questo volume che ..
non è un romanzo, bensì una biografia stesa sotto forma di diario scritto dal Cantor, afflitto da una grave infezione oculare, durante la Quaresima dell’ultimo anno di vita. Partendo dal Mercoledì delle Ceneri per finire al Venerdì Santo, vigilia della malaugurata operazione agli occhi, il Cantor narra la sua vita dalla nascita fino alla sconvolgente incarcerazione, seguita dal tragico licenziamento dal servizio alla Corte di Weimar. Si tratta di un uomo che era reduce da un probabile ictus che l’aveva colpito l’anno precedente, il 1749, che era afflitto dal diabete e provato psicologicamente dalle incomprensioni con i datori di lavoro, che in attesa ansiosa della sua morte avevano con una incredibile crudeltà mentale già provveduto alla nomina di un successore..
Alcuni estratti dal libro? Eccoli….
– Venerdì 13 Febbraio 1750
Ho passato una notte tristissima nel ricordo della mia infanzia e dei cari Genitori: solo Dio sa quanto il loro affetto mi sia mancato. Da allora, non ancora decenne, ho dovuto affrontare la vita senza il loro sostegno. Il caro fratello maggiore è certamente stato un valido aiuto ma ho subito realizzato che dovevo contare prima di tutto su me stesso e sviluppare al massimo il talento musicale di cui Dio è stato largo dispensatore verso la mia schiatta. Alle luci dell’alba mi sono finalmente assopito ed eccomi pronto ora a riprendere il filo della narrazione.
– Lunedì 16 Febbraio 1750
Grazie a Dio ed agli impacchi che la mia amata sposa Anna Magdalena mi applica regolarmente, oggi mi sento sollevato senza il bruciore e la secrezione che mi impedisce di aprire gli occhi al risveglio. La sensazione di avere come della sabbia sulle pupille purtroppo permane, ma mi sento oggi abbastanza in forze per alzarmi e mettermi allo scrittoio.