Nel vortice dei nostri giorni
La grammatica artistica di Franco Giaffreda in teoria non dovrebbe sorprendere, uno che ha un passato con gli Evil Wings, di cu
Quattro strumentali, dove il trio sfoggia una padronanza tecnica notevole, si alternano a brani cantati che evidenziano un’importante ricerca armonica. Ecco così le evoluzioni prog metal di “Incubo notturno”, i passaggi saldi di “Alba interiore” e “Ladri di sogni” fino alla conclusiva “Ricominciare ad essere”, una meraviglia da ascoltare e riascoltare.
Il punto più alto dell’album è “Corri con i pensieri”, un hard prog che è il sunto dello stile del trio, dove Franco esibisce anche una voce matura e decisa.
i era chitarrista, cantante e leader, e che ha contribuito in modo importante ad una delle ultime versioni degli storici Biglietto per l’Inferno, ha tutte le carte in regola per proporre del buon rock. Tuttavia “Gli strani giorni di NoiNessuno” è un album; il secondo solista per Franco dopo l’esordio “Angeli nel vento” del lontano 2004; ricco di sorprese.
I testi innanzitutto: l’artista lecchese disegna un concept colmo di motivi di interesse, i tempi odierni narrati dalla prospettiva di una persona che trova la lucidità di guardare la realtà da lontano, facendosi domande e trovando forse risposte. Constatando che alcune volte il solo porsi degli interrogativi è già una risposta.
Musicalmente siamo al cospetto di un hard rock venato di progressivo, che lancia segnali dal passato guardando al futuro, in una mistura tra Rush, Balletto di Bronzo e Dream Theater, senza evidenziare nessuna forzatura.
Quattro strumentali, dove il trio sfoggia una padronanza tecnica notevole, si alternano a brani cantati che evidenziano un’importante ricerca armonica. Ecco così le evoluzioni prog metal di “Incubo notturno”, i passaggi solidi di “Alba interiore” e “Ladri di sogni” fino alla conclusiva “Ricominciare ad essere”, una meraviglia da ascoltare e riascoltare.
Il punto più alto dell’album è, a mio avviso, “Corri con i pensieri”, un hard prog che è il sunto dello stile del trio, dove Franco esibisce una voce matura e decisa.
Intrecciando tutte le sue esperienze con un’indefinita esigenza di nuovi orizzonti, Franco Giaffreda firma un album di spessore, che si ascolta con piacere nel suo insieme, con alcuni episodi di assoluta intensità emotiva.
Franco Giaffreda: voce, chitarre, flauto, mellotron
Walter Rivolta: batteria
Alessandro Cassani: basso (sostituito a fine registrazioni da Andrea Papini)