Laura Pausini e Fabio Concato sono citati nel romanzo, ma nell’aria c’è anche il soft rock degli Eagles e dei Dire Straits, con Imagine di John Lennon e Wild World di Cat Stevens come la giusta colonna sonora! La sua biografia ci narra che nasce a Milano nel 1965 ed inizia a scrivere nel 1983 collaborando con diverse testate giornalistiche di moda e turismo, dedicandosi anche alla stesura di racconti per il settimanale Alba. Dal 1990 al 1993 collabora con il quotidiano Il Giornale e nel 2004 inizia a lavorare con il free press Metro, pagina degli spettacoli. Nel 2008 con La Bestia dentro vince la XIV Edizione del Premio Letterario “Racconti nella Rete”. Nel 2012 pubblica il suo primo romanzo Perché ti ho messo al mondo, un’avvincente storia di affetti famigliari… ed ora ecco Il Pentagramma dell’anima ..
Buongiorno a Stefania Bonomi, giunta al secondo romanzo che … come potremo definirlo? Quali gli aggettivi giusti?
Per me scrivere rappresenta la magia. La magia di poter donare al lettore qualcosa che esce dalla mia anima e dalle mie emozioni. Il Pentagramma dell’anima lo definirei una bellissima storia d’amore universale che racchiude tutti quei sentimenti profondi che non moriranno mai.
Rispetto al precedente Perché ti ho messo al mondo, le tematiche sono diverse, così come le fonti d’ispirazione ..
Sono passati sette anni dall’uscita dal mio primo romanzo ed in questi sette anni anche la mia vita è radicalmente cambiata. Ammetto di essere spiritualmente cresciuta un po’ tardi, ma alcuni eventi mi hanno portato a cambiare il così detto “punto di vista”. Non ultimo il dolore per le persone che ci hanno lasciato e la conseguente domanda “ma ora….dove si trovano?” Non essendo religiosa ho così cercato delle risposte che potessero anche in modo marginale, avere un’attinenza scientifica e mi sono avvicinata al mondo della fisica quantistica, giungendo alla teoria del pensiero energeticamente positivo.
Si narra che la passione per la tua scrittura è iniziata presto (i famosi diari di una bimba di 6 anni), una passione che si è evoluta …
Sono convinta che ognuno di noi ha nel suo dna una dote artistica. Io sono nata con la penna in mano. Una vera e propria esigenza che mi è servita anche da sfogo mentale e psicologico. Scrivere per me è sempre stata una cura, un modo per esprimermi ed esternare quella parte di me gelosamente custodita nella mia intimità. Spesso quando parliamo non utilizziamo le stesse terminologie di quando scriviamo, cosi come altrettanto difficile è comunicare nel dialogo qualcosa che, invece, con la scrittura, riesce perfettamente. Ed è così che ho scelto di lavorare scrivendo.
Ho letto critiche positive su Il pentagramma dell’anima, ma mi chiedo come sia stato accolto (oltre che ha critica e lettori) dalla famiglia di Giorgio Faletti…
Purtroppo la famiglia di Giorgio Faletti è solo Roberta Bellesini, la moglie, in quanto Giorgio era figlio unico ed aveva perso entrambi i genitori. Roberta ha letto il romanzo prima della sua pubblicazione. Già sapeva che Leonardo Alfieri, il protagonista principale del romanzo, nonché narratore, era ispirato a Giorgio Faletti e non mi ha posto alcuno ostacolo. Oltre ad aver partecipato ad alcune mie interviste radiofoniche, ha seguito il successo e l’interesse che l’argomento ha suscitato nei lettori. Una delle sue ricorrenti frasi è sempre stata “Giorgio prima di lasciarmi mi ha espresso il desiderio di non essere dimenticato e, con questo romanzo, dimenticarlo è impossibile”. Oggi le nostre chiacchierate sono per complimentarci reciprocamente di quello che stiamo facendo entrambe per ricordare un uomo che ha lasciato il segno, con la comicità, la musica e la scrittura, nelle vite di molte persone ..
Un romanzo per questo dedicato all’energia universale e.. con quale risposta dal mondo dei credenti?
Non esiste una linea così definita tra l’energia universale e il mondo dei credenti. La vera fede non è credere in Dio, ma nel tuo Dio, che non deve obbligatoriamente avere un’immagine, vivere in un Paradiso ed avere le mani congiunte in segno di preghiera. Credere significa essere certi che la vita non finisce quando la nostra anima abbandona il corpo. Credere significa avere una moralità, un senso del bene che non ci viene indottrinato, ma che fa parte della nostra anima dalla nascita. Un gruppo di praticanti con la fede genera un potenziale di energia che può smuovere la materia. Il mio romanzo lo hanno letto cattolici, biddisthi, atei indistintamente ed ognuno di loro si è riconosciuto nel proprio credo.
Forte è anche l’amore eterno per la musica: c’è anche una valorizzazione del tuo passato lavoro nella discografia?
Nelle mie presentazioni spiego sempre che un autore, quando scrive e descrive qualcosa, è perché in parte lo ha vissuto. Il mondo dell’industria discografica. artistica e musicale, ha rappresentato quindici anni della mia vita ed è stato l’ambiente più affascinante ed emozionante in cui ho lavorato. La musica mi ha dato emozioni fortissime, ad oggi indimenticabili che non ho potuto evitare di riportare nel romanzo. A questo si aggiunge il fatto che la più grande passione di Giorgio non era la scrittura ma la musica. Insieme abbiamo passato intere giornate a discutere delle sue nuove canzoni, a scegliere quelle da pubblicare, a crearne delle nuove. Ho seguito Giorgio nei suoi tour e ritrovato sulle scale dell’Ariston. La musica è l’emozione che trasporta l’emozione verso l’infinito. Non muore mai.
Ho letto che Imagine di John Lennon è un brano rappresentativo, ma ve sono altri? Quali gli artisti amati in gioventù e quali quelli più moderni che ti emozionano?
E’ incredibile da credere, ma quando ho scelto Imagine come brano di “congiunzione spirituale” non avevo mai letto la traduzione del testo…che è un inno all’immortalità del bene e dello spirito. Le note e le parole di questa canzone accompagnano i protagonisti dall’inizio alla fine della storia. Un altro brano che viene citato è Wild World di Cat Stevens. Anche se la musica di questi maestri internazionali mi è sempre piaciuta, ho seguito con più interesse la musica italiana, proprio per la mia passione per i testi. La mia gioventu è stata molto segnata e influenzata da artisti come Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Fabio Concato (che viene citato nel romanzo), Vasco Rossi, Renato Zero. Immancabili poi nella mia discografia gli album di David Bowie dei Dire Straits, e degli Eagles. Nel romanzo viene poi citata anche Laura Pausini in un pensiero relativo al suo successo ..
Ritorniamo a Il pentagramma dell’anima: i personaggi che vivono in questi due “galassie” (in primis Maria Sole e Lucas Prandi e poi Leonardo Alfieri ed Amanda) hanno piena coscienza della sinergia che esiste tra loro?
Maria Sole e Lucas no nella maniera più assoluta. Non sono consapevoli di nulla se non della loro viscerale passione per la musica. Dall’altra parte, in quello che io definisco “mondo invisibile” non solo ne sono perfettamente al corrente, ma si adoperano per fare in modo che questa coscienza arrivi nel mondo terreno, proprio attraverso le emozioni che scaturiscono dalle note, ossia quel “pentagramma” scritto nell’anima di Lucas e Maria Sole.
Possiamo affermare che si tratta di un romanzo sincronico o è troppo rifarsi a Jung (in letteratura) ed a Sting (in musica)?
La sincronicità di Jung si riferisce a due eventi che avvengono in contemporanea connessi tra loro ma non in maniera casuale. Ed è esattamente quello che succede a Lucas e Maria Sole: le coincidenze sono i lampioni che si accendono su quel viale alberato oscuro e ombroso che è il nostro destino (cap 28 pag 225). Come lo sottolinea anche Sting nel brano Syncronicity .. “un principio di collegamento legato all’invisibile, casualmente collegabile”.. lo definirei una bellissima storia d’amore universale che racchiude tutti quei sentimenti profondi che non moriranno mai.