Di questi l’anno scorso moriva a 59 anni il cantante e compositore algerino Rachid Taha, ex leader del gruppo rock francese Carte de Séjour e considerato uno dei maggiori artisti di pop raï, un genere che mescola la musica algerina, beduina, francese e della Spagna andalusa. Da poco è stato dato alle stampe “Je suis africain”, un album postumo che rappresenta un po’ il testamento dell’artista. L’album composto da dieci canzoni, cantate in varie lingue, in realtà non va considerato postumo perchè l’artista è riuscito a finirlo prima della sua prematura morte dovuta ad infarto, per cui non contiene modifiche fatte da terzi. È un disco vivace e soprattutto politico, nel dichiarare le sue origini, fin dal titolo ma anche divertente per come prende in giro per esempio la pop art (“Andy Waloo”). Le sonorità sono proprio quelle sue, quelle africane, dell’Africa più vicino al nostro continente. Un gran disco progettato in due anni che conclude una bella carriera.
La tracklist
- Ansit
- Aita
- Minouche
- Je suis africain
- Wahdi
- Insomnia
- Andy Waloo
- Striptease
- Like a dervish
- Happy end