Un nuovo album e il ritorno ai concerti dal vivo. Gianni Togni ha riservato tante sorprese ai suoi estimatori in questo mese di settembre. L’artista ha presentato, nei giorni scorsi, alla libreria Altroquando di Roma, il nuovo album “Futuro Improvviso”, uscito nei negozi per Self (in LP e CD, oltre che in digitale distribuito da Believe). Una presentazione tra amici, dove non sono mancati alcuni nomi cari a Togni, come Massimo Ranieri, la conduttrice Rita Dalla Chiesa, il fido amico e paroliere Guido Morra e tutti i musicisti che hanno preso parte a questa nuova avventura discografica.
Un album molto bello e curato, come non se ne sentono da tempo. Gianni Togni rivendica ad alta voce il suo essere “pop”, che non vuol dire fare canzoni acchiappa pubblico uso e getta, ma lasciare il segno con brani ad alta vocazione popolare, mischiando i generi e lasciare al pubblico la libertà di ascoltare. Togni è senza dubbio uno dei migliori artisti della musica italiana. Noto per grandi successi come “Giulia”, “Luna” e “Vivi” negli anni ha centellinato le sue uscite discografiche, sempre però regalando dischi di qualità, e allo stesso tempo si è dedicato ad altri progetti, e in particolare al musical. Negli ultimi 6 anni l’artista è stato dentro una grande vena creativa e compositiva, tanto che ha realizzato ben tre album (da “Il Bar del Mondo” del 2015, passando per “Canzoni ritrovate” nel 2016, fino appunto a “Futuro improvviso”).
“Negli ultimi tre anni sono successe tante cose”, ha raccontato Gianni Togni, “Dall’iniziale entusiasmo nel voler realizzare il nuovo album, si sono alternati momenti alti e bassi”. In suo aiuto è intervenuto Massimiliano Rosati, che nel suo studio di Civitavecchia a Roma a curato con Togni tutta la produzione. “E’ stato un luogo per me ideale”, ha proseguito l’artista, “Io vivo in centro a Roma e non ho la macchina. Così in un’ora e 20 minuti riuscivo ad arrivare in treno a Civitavecchia per realizzare l’album”.
Ascoltando le 10 tracce del disco, e le sei bonus track (contenute solo nel CD, che è comunque accluso all’edizione in vinile), emerge una grande qualità del suono e arrangiamenti perfetti, come non se ne realizzano da tempo. “Mentre stavamo facendo le demo”; ha spiegato Togni, “ho detto a Massimiliano: “questo disco non riesco a inciderlo in digitale”. E lui ha detto “Ok facciamolo in analogico”. Così abbiamo preso una serie macchine per poterlo realizzare al meglio e abbiamo preso anche i nastri in Germania. Sicuramente è stato più complicato ma il suono è tutta un’altra cosa”. Particolare attenzione è stata posta anche nel missaggio. Sono stati fatti tre missaggi analogici, leggermente diversi per vinile, CD e download digitale, per andare incontro alle differenti caratteristiche di esperienza di ascolto. “E’ un disco che suona in un certo modo”, ha rimarcato Togni, “Tutto è stato registrato e arrangiato in modo che suonasse come se fosse un disco fatto tanti anni fa. In questi tre anni sono successe tante cose. Per questo
Devo ringraziare tante persone, dai miei amici, che hanno rispettato i miei silenzi e non mi hanno mai abbandonato, e ovviamente i musicisti”.
Oltre a Togni (pianoforte, piano fender, tastiere, cembalo) e Massimiliano Rosati (chitarra acustica 6 e 12 corde, chitarra elettrica, bouzouki, guitalele), nel disco suonano musicisti sopraffini del calibro di Luca Trolli (batteria), Marco Siniscalco (basso), Donato Sensini (sax, flauto, tromba, flauto dolce) e tanti altri strumentisti nei singoli brani.
Come emerge chiaramente anche dai versi del primo singolo “Vado via con me” i testi “dipingono un quadro di pensieri e riflessioni che guardano al domani con spirito di concretezza, perché in fondo ciò che immaginiamo per il domani è già passato. E dobbiamo scoprire e accettare il futuro senza paura”. Colpiscono sin dal primo ascolto brani come “Voglio correre (senza freni)”, “Sarà un giorno migliore” e “Vado via con me”, anche se ascoltando tutto il lavoro (tracce acustiche e strumentali comprese) è difficile trovare un difetto a quello che si candida a essere uno dei migliori album italiani del 2019. Togni si è divertito in ogni canzone a spaziare per generi e stile, rendendo omaggio anche a certi suoi amori musicali. “Io sono un’artista pop e amo il pop, perché ti permette di usare tanti modi: ci puoi mischiare il jazz, il folk, mettere le chitarre rock”, ha spiegato, “I più grandi artisti pop, i Beatles, hanno fatto grandi cose da “Yellow Submarine” a “Revolution 9”. La melodia è una cosa fondamentale”. E in proposito cita un episodio curioso. “Tanti anni fa ero alla Polygram, dove dovevo discutere un mio nuovo lavoro discografico”, ha ricordato Togni, “e mi chiesero quale gruppo in quel momento, secondo il mio parere, era il più interessante dal punto di vista melodico. Io dissi: “i Nirvana”. Alla mia risposta si misero tutti a ridere. Eppure qualche tempo dopo, quando i Nirvana pubblicarono l’Unplugged a MTV, c’erano le chitarre acustiche e straordinarie melodie”. Tornando al nuovo album l’artista ha attinto alle sue passioni musicali. “Mi sono detto: “sono un collezionista di vinili, ne ho tanti, mi piace ascoltarli e mi interesso a tutta la musica”, ha spiegato, “Gli arrangiamenti vorrei rifarli a tanti amori della mia vita”. L’album comincia con un arrangiamento che è un po’ un omaggio agli E.L.O. (Electric Light Orchestra); poi ci sono pezzi ispirati da U2, R.E.M. e artisti più recenti, come un gruppo irlandese, purtroppo ora non più attivo, i The Frames, guidati da Glen Handard (premio Oscar nel 2008 per la miglior canzone tratta dal film “Once”), per me bravissimi. E ancora Jethro Tull, Joe Jackson e ovviamente i Beatles. Ma non è che abbiamo copiato. Ho cercato di fare ogni canzone diversa dall’altra. Qui non c’è un singolo. Non c’è un modo solo di fare la musica. Perché è pop e posso fare come voglio”. Tutti i brani sono firmati da Gianni Togni per testi e musiche, a eccezione di “Senza un motivo apparente” e “Il circo”, i cui testi sono stati scritti da Guido Morra, che ha condiviso con l’artista tanti grandi successi. “Io scrivo le musiche mettendoci sopra sempre un finto inglese per poi passare alla scrittura dei testi in italiano”, ha detto il cantautore, “Questa volta mi sono trovato in difficoltà su due brani. Avevo provato a coinvolgere anche dei giovani autori, ma alla fine hanno rinunciato. Alla fine ho chiamato il mio amico Guido Morra e devo dire che, oltre ad avermi regalato frasi per altre canzoni, le vecchie rocce rimangono quelle, l’amicizia rimane quella, ci capiamo e abbiamo gli stessi contenuti. Grazie a Guido sono riuscito a finire il disco”.
E poi c’è la notizia tanto attesa dai fans. Per celebrare uno dei suoi più grandi successi, “Luna” (di recente coverizzata anche da Jovanotti, che ha ospitato Togni in una tappa del Jova Beach Party), il cantautore ha deciso di tornare a esibirsi dal vivo. Il prossimo anno saranno 40 anni dal grande successo di “Luna”, evergreen della musica italiana. Per questo l’artista tornerà a esibirsi. Prima data il 21 marzo del 2020 alla Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.