L’ultimo Jova Beach Party sulla spiaggia, prima del gran finale in programma il 21 settembre all’aeroporto di Linate, è stato il più “sofferto” ma anche – parole del manager Maurizio Salvadori – quello meglio organizzato. L’evento andato in scena sabato 7 settembre a Montesilvano sembrava non dovesse mai tenersi: la data, infatti, recuperava quella del 17 agosto a Vasto, saltata per motivi di sicurezza.
Dopo aver scartato le ipotesi Pescara e Giulianova, gli organizzatori avevano accettato l’idea di Montesilvano. Detto, fatto: il live è stato organizzato a tempo di record e ha radunato oltre 30mila spettatori senza far registrare problemi di ordine pubblico. Merito anche dell’ottimo dispiegamento di forze, tra motovedette della Guardia Costiera, polizia (un elicottero ha costantemente sorvolato l’area), carabinieri, polizia locale, carabinieri forestali e vigili del fuoco. Ma merito anche del pubblico di Jovanotti, che non ha tradito il proprio beniamino confermando ciò che lui ha sempre pensato, ossia che i suoi spettatori sono persone civili, intelligenti, mature e responsabili.
E così, mentre oggi la spiaggia di Montesilvano è già tornata alla normalità e tutto sembra tranne che sporca, durante la giornata del 7 settembre ci hanno pensato anche i numerosi volontari presenti a sensibilizzare contro l’inquinamento da plastica. Il resto lo hanno fatto gli eloquenti videointerventi di personaggi come l’architetto Renzo Piano, che ha offerto un tutorial su come costruire un castello di sabbia e perché è importante farlo, l’astronauta Luca Parmitano e lo skipper Giovanni Soldini, che ha raccontato come ha visto cambiare il mare in questi ultimi anni.
“Il beach party e’ nato non per risolvere il problema, ma per sollevarlo”. Cosi’ Jovanotti in riferimento alla tematica ambientale, accogliendo sul palco il prorettore dell’Universita’ d’Annunzio di Chieti Pescara, Augusta Consorti, e il ricercatore Piero Di Carlo, che hanno presentato un progetto, avviato di recente, finalizzato alla raccolta delle plastiche in mare.
“L’ecologia e’ una scienza – ha aggiunto Jovanotti – e servono piu’ persone come voi, quindi giro i vostri ringraziamenti a voi”. Il progetto, voluto fortemente dal rettore e finanziato interamente dall’ateneo abruzzese, coinvolge circa 40 pescherecci della marineria pescarese. L’iniziativa ha incontrato l’entusiasmo dell’artista, che si e’ congratulato con i promotori del progetto.
Il prorettore e il ricercatore, nel complimentarsi con Jovanotti, lo hanno ringraziato per il suo impegno nella lotta alla plastica e gli hanno consegnato un tocco di laurea dell’Universita’ d’Annunzio, che l’artista ha indossato.
Tornando all’aspetto legato allo show, un po’ di pioggia sulla spiaggia non ha rovinato la manifestazione, nella quale Jovanotti è stato autentico mattatore. Lorenzo ha cantato, ballato (ininterrottamente) e ha anche “sposato” due fan, Anna e Oliver, con l’aiuto dell’ospite Gabriele Muccino. L’atmosfera di festa si respirava già recandosi verso il villaggio: sulla riviera, infatti, buona parte degli stabilimenti balneari passava a tutto volume le canzoni di Jovanotti. Che, dal canto suo, è salito per la prima volta sul palco alle 16 per aprire ufficialmente l’evento, esprimendo tutta la propria gioia per essere riuscito, alla fine, a realizzare questa tappa: “La strada verso Montesilvano è stata lunga, ma ce l’abbiamo fatta”.
Sui tre palchi del villaggio – il Main, lo Sbam! e il Kontiki Stage – si sono alternati gli Ackeejuice Rockers, Albert Marzinotto, gli Afrotonix, i Pinguini Tattici Nucleari (con cui Jovanotti ha proposto una bella cover di “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla) e la brasiliana Flavia Coelho. Insieme a quest’ultima, Jovanotti ha imbastito un travolgente duetto sulle note di “Piove” in salsa carioca, visto che (erano circa le 19) stavano cominciando a scendere le prime gocce.
Il dj set di Andro, componente dei Negramaro, ha regalato una bella mezz’ora di musica house, bruscamente interrotta dalla pioggia che poco prima delle 20,30 si è intensificata, costringendo a un breve stop per il ripristino dell’impianto e degli strumenti (che si erano bagnati). E’ stato qui che Jovanotti ha ricordato a tutti di essere un rapper numero 1, perché si è messo a improvvisare a cappella “Oh vita”, “Piove” e “Questa è la mia casa”.
Risolti i problemi tecnici, intorno alle 20,40 è iniziato lo spettacolo di Lorenzo: un po’ concerto e un po’ rave, per più di 3 ore di musica con il Cherubini nazionale che ha dato vita a una vera e propria discoteca a cielo aperto. I brani dal vivo, infatti, si intrecciavano alla perfezione con i dj set dello stesso Jova, che ha così ritrovato – dopo 30 anni – la sua dimensione iniziale di disc jokey, cavandosela benissimo, facendo ballare (e ballando lui stesso in prima persona) l’arena della spiaggia libera di Montesilvano e costruendo un tessuto musicale continuo che non conosceva tregua. Il tutto supportato dalle divertenti immagini che scorrevano sul maxi schermo, mostrando improbabili ballerini, giraffe psichedeliche e astronauti con la tuta spaziale del Jova Beach Party.
La scaletta è stata aperta da “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”, seguita da “Ciao mamma”, “Estate”, “Gli immortali” e “Nuova era”. Con “Megamix” è partito, appunto, un super mix in cui Jovanotti ha alternato brani di sua produzione, eseguiti live, come “Tutto l’amore che ho” e “Raggio di sole” (citando pure l’ultimo singolo “Prima che diventi giorno”) a dischi ‘da suonare’ come “Around the world” e “Get lucky” dei Daft Punk. In altri momenti, invece, l’artista ha allestito dei mash up, come nel caso di “Rapper’s Delight” della Sugarhill Gang, su cui ha intonato “Gimme five”, o “Wanna be startin’ somethin'” di Michael Jackson, che è diventata la base di “Coraggio”.
Il gioco è proseguito con ‘Right Here, Right Now’ di Fatboy Slim, “Sabato”, “Jammin” di Bob Marley, “90 min” di Salmo, “Alors On Danse” di Stromae, “La notte dei desideri” e “The rhythm of the night” di Corona. Come si vede, dunque, Jovanotti si è diviso, senza soluzione di continuità, tra le canzoni sue e i dischi (registrati) di altri artisti. Molto divertente il momento in cui è stata accolta on stage l’Orchestra Popolare del Saltarello di Penna Sant’Andrea, con cui è partito appunto il Saltarello, antica danza tipica abruzzese: Jovanotti l’ha ballata e non ha mancato di improvvisarci su un rap dedicato all’Abruzzo, in cui nominava città come L’Aquila, Pescara, Chieti, Montesilvano, Vasto e Sulmona.
Il ritmo si è temporaneamente placato con “Serenata Rap”, “Chiaro di luna” e “Mi fido di te”. Jovanotti ha poi svelato che quella sera (prima che venisse fissata la data di Montesilvano) avrebbe dovuto essere al Circo Massimo di Roma per partecipare al concerto dei Thegiornalisti: così ha tentato un’interazione in diretta con la band, ma né su “Promiscuità” né su “Questa nostra stupida canzone d’amore” il leader Tommaso Paradiso si è accorto di essere in collegamento. A quel punto Jovanotti ha interrotto tutto e ha proposto, solo per il pubblico della cittadina abruzzese, “La Luna e la Gatta”, singolo inciso appunto insieme a Paradiso (nonchè Calcutta) per Takagi & Ketra.
È stata poi la volta di “Bella”, “L’ombelico del mondo”, “Una tribù che balla-Muoviti muoviti”, “Non m’annoio”, “La mia moto” e “Tanto”. Dopo un dj set rock a base di “Song 2”, “American idiot”, “Smells like teen spirit” e “Bohemian Rhapsody”, ci si è avviati verso il gran finale con “A te”, “L’estate addosso” (per la quale Lorenzo ha voluto di nuovo sul palco Muccino), “Ti porto via con me”, “Ragazzo fortunato” e “Fango”. Poco prima di mezzanotte le luci si sono abbassate. La frase che riassume un po’ il senso di tutta la giornata, ma anche dello stesso Jova Beach Party, è sicuramente questa: “Non è che le cose non si debbano fare, ma si devono fare bene”. Chapeau.