La postproduzione di Marcello Malatesta ed il certosino lavoro grafico di Roberto Grassilli: questi gli elementi di base su cui si basa Fischi per nastri, imperdibile compilation di Lino e i MIstoterital, celebre orchestrina di anacronistico blues, rock & roll, rap, rockabilly, ska, beat che tra il 1984 ed il 1986 ha prodotto tre demotape su cassetta (Sbagliandosi in para, Il prosciutto è il cane e Max Lo Smilzo) che hanno allietato le nostre giornate (procurando anche due matrimoni tra fans): come recita ogni libro sulla storia dello showbiz italico, la seconda cassetta me la spedirono (a Via Asiago 10 a Roma) assieme ad una copia della loro fanzine e fu amore asettico a prima vista, con la mitica Sussidiario (Crescentina Rap) che entrò nella programmazione del mio show sull’allora Rai Stereo Uno, alternando le loro canzoni a quelle dei Goppions (in cui cantava una 16enne Irene Grandi) o dei Bar Mario (con Luciano Ligabue come cantante) .
Mi recai presto in pellegrinaggio a S.Pietro in Casale (spostandomi anche a XII Morelli), trovai un musicista inglese interessato a lavorare con loro (Tim Driver), coinvolsi il fotografo che mi seguiva nei tour (Paolo Batistoni) ed entrammo in studio fiorentino, realizzando una coproduzione esecutiva a tre per registrare il basilare Bravi ma basta. Così felice chiamai 3 attrici milanesi e fu realizzato anche il videoclip del brano che mi aveva così coinvolto… Per questa mia consulenza (forgiata dal lavoro fatto per recuperargli dei concerti live ed altra promozione radio, tv e giornalistica), sono stato insignito di una medaglia che ancora campeggia nel mio studio, in mezzo altri riconoscimenti… sicuramente di metallo più prezioso, ma di contenuto meno emozionante!
Il primo demotape “Sbagliandosi in para” (1984) contiene già alcune hit della band (poi ripubblicate in su album). Il nastro comincia a circolare di mano in mano e, grazie al passaparola, i Lino e i Mistoterital diventano un un caso. Ma è il secondo demotape a consacrarne il successo: “Il prosciutto è il cane” (1986) continua a scavare tra i ricordi, con gag e citazioni lucidissime. Nel 1987 i Lino chiudono la trilogia delle musicassette con “Max Lo Smilzo”, prima dell’esordio su vinile nel 1988 con “Bravi ma basta” e la loro consacrazione ufficiale. La raccolta in oggetto riporta agli onori delle cronache musicali queste prime tre audiocassette, a beneficio di chi non ha mai dimenticato le loro epiche gesta..
Il lavoro in studio per questo cd è ben fatto, rispettoso delle registrazioni originali e quindi i tre demotape non perdono la freschezza che li ha marchiati a vita, rendendo di più da un punto di vista sonoro e di resa delle singole componenti ossia la base sonora e le differenti tonalità con cui i tre cantanti si alternano: la r moscia di Bob Rodiatoce, il vocione di Ted Nylon e la brillantezza di Phil Anka sono infatti assai lontane tra loro… Fischi per nastri: demos y rarez è un cd che soddisfa ogni fans dei Mistoterital, ma può anche procurare nuovi adepti. Se ne consiglia pertanto l’ascolto in religioso silenzio, mentre la gamba destra tiene il tempo e la sinistra si muove in modo talmente pazzo da procurare una lussazione, con relativa goduria del menisco. Infatti va ricordato che purtroppo i Mistoterital giocano a fare i giovincelli sarcastici e demenziali, ma hanno 50 anni abbondanti e quindi vi sono poche occasioni per vederli sul palco in concerto (come succederà il 9 Settembre al Parco Nord a Bologna, recuperando quello del 27 Luglio annullato per diluvio e durato solo 3 canzoni), mentre a camminare sicura e felice sarà per sempre la loro musica, caso unico di storie di vita vissuta come se fossero cartoni animati (e poi diventate canzoni), con in mente gli Skiantos e soprattutto i Beatles (con la loro voglia di divertirsi). Il termine demenziale è ovviamente un vestito stretto per i Mistoterital, ma in qualche genere bisognava pur collocarli: io sono sempre grato a loro che (portandomi il Bronchenolo) mi hanno fotocopiato di baci, spendendomi una cartolina dall’Atollo K, mentre Stan Laurel ed Oliver Hardy vivevano una maledetta Domenica.