Le versioni digitali (su tutte le piattaforme di streaming e download) saranno speculari al contenuto audio della versione deluxe: remastered, remixed e live. Le due versioni remastered e remixed saranno inoltre disponibili in alta risoluzione (88.1/24). Un’anteprima del singolo “What’s The Frequency, Kenneth? (Remix)” è da oggi disponibile: ascoltala qui. In questo remix, il produttore originale di Monster Scott Litt restituisce ai fan una versione rinnovata della canzone, per un nuovo modo di ascoltare il singolo che ai tempi lanciò l’album.
Quando Monster fu pubblicato nel settembre del 1994, I membri della band erano ad un bivio nella loro carriera. La voce del gruppo Michael Stipe, il chitarrista Peter Buck, il bassista Mike Mills e il batterista Bill Berry stavano cercando di gestire la pressione generata dal clamoroso successo di pubblico e critica tributato a Out of Time (1991) e Automatic for the People (1992). In una manciata di anni, il quartetto di Athens era diventato una band tra le più grandi e originali di tutto il mondo, grazie a successi come “Losing My Religion”, “Man on the Moon” e “Everybody Hurts.” Ed erano passati ben sei anni dall’ultimo tour. Al tempo in cui cominciavano a lavorare a Monster, i quattro accarezzavano l’idea di porre fine a questa autoimposta pausa sabbatica e di rimettersi in marcia. La band voleva inoltre ridisegnare il proprio sound: mentre gli ultimi due album erano composti da ballad, rock acustico ed arrangiamenti complessi, il gruppo ora si sentiva pronto per qualcosa di più grintoso, spontaneo – e adatto anche ad una performance dal vivo. Nelle sue note di copertina, Matthew Perpetua scrive che “Monster non aveva precedenti nella storia della band”, aggiungendo che i R.E.M. “non avevano mai fatto uso di sonorità distorte e sporche, né erano mai stati tanto provocanti o seducenti”. Buck ricorda: “Cercavamo di sentirci come una band diversa… volevamo allontanarci da quello che eravamo stati fino a quel momento.”
Il gruppo era anche sbalordito dalla strana natura del successo e del conseguente disorientamento, e molte canzoni ne recano traccia. Perpetua annota: “Non c’è dubbio che i temi che compaiono in Monster hanno a che fare con varie forme di ossessione, che si tratti del narratore infatuati di ‘Crush With Eyeliner’, del protagonista disperato di ‘Strange Currencies,’ o del gracchiante supercattivo di ‘I Took Your Name’”. Per quanta materia oscura vi possa apparire, i R.E.M. non rinunciano ad instillare nelle canzoni un pizzico di senso dell’assurdo, di ironia, un’umoristica strizzatina d’occhio.
Tra i picchi dell’album c’è il distorto primo singolo, “What’s The Frequency, Kenneth?”, che prende di mira la farsa infarcita di marketing e media che pervadeva la cultura pop della Generazione X, mentre l’accattivante “Star 69” è una detective story basata sull’omonimo servizio di richiamata telefonica (all’epoca in uso negli stati Uniti e in Canada). Nel secondo singolo, “Bang and the Blame”, compaiono Thurston Moore (dei Sonic Youth) e l’attrice Rain Phoenix, sorella dell’attore River scomparso poco tempo prima e dedicatario di Monster. “Let Me In” è un’ode al leader dei Nirvana Kurt Cobain, che si era suicidato pochi mesi prima. Mills, che per l’occasione aveva lasciato il basso per imbracciare la chitarra di Cobain, commenta “è la reazione catartica di Michael (Stipe) in risposta alla perdita di un grande amico, e di una persona con cui si sentiva in sintonia sul piano della creatività.”
La nuova direzione presa dal gruppo si dimostrò un successo. Monster debuttò al primo posto nella Billboard 200 e collezionò quattro album di platino negli Stati Uniti. Rolling Stone ne tessé gli elogi con questa dichiarazione: “L’eccezionale artigianato pop dei R.E.M., le loro luminose creazioni melodiche, il loro impegno – in breve, tutto ciò che è fondamentale – ci sono ancora: anzi brillano più che mai… Monster suona con un’urgenza unica, ed è esattamente come dovrebbe essere.” A seguire la pubblicazione dell’album, i R.E.M. intrapresero un tour di un anno, attirando pubblico nei teatri egli stadi di tutto il mondo. Per quanto coronato dal successo, il gruppo sofferse a causa di problemi salute che colpirono Stipe, Mills e Berry. Ma la band non si lasciò scoraggiare, presentando nuove canzoni durante quel fatidico Monster tour, e registrando strada facendo una larga parte dell’album successivo: New Adventures in Hi-Fi.
Oltre ad avere l’opportunità di riflettere su Monster, i R.E.M. hanno in questa occasione potuto rivisitare creativamente l’album con il loro produttore da lunga data, Scott Litt. Il quale, ricordando quante difficoltà avesse avuto con il mix originale, afferma: “Ho chiesto più volte alla band, nel corso degli anni, se vi fosse una possibilità di rivedere il missaggio dell’album: era una cosa che volevo davvero fare.” Ora, dopo 25 anni, quell’opportunità è arrivata, e i risultati sono straordinari. In alcune canzoni, secondo quanto dice Perpetua, Litt ha fatto riemergere “parti vocali inedite e interventi strumentali che erano rimasti sepolti o scartati nel mix originale.” È poi Mills ad aggiungere: “Penso che l’avere ascoltato attentamente l’album per anni e anni lo abbia portato a sentire un nuovo modo di concepire quelle canzoni”. Così, con questa pubblicazione, i fan avranno non solo la possibilità di riscoprire Monster, ma anche di riconsiderarlo sotto una luce completamente nuova.
Avendo conquistato una solida reputazione come una delle più durature e fondamentali band nella storia del pop, i R.E.M. si dimostrarono pionieri del movimento alt-rock degli anni ’90, influenzando gruppi come Nirvana, Pavement e Pearl Jam. Formatosi nel 1980, la band per trent’anni mostrò una straordinaria e felice vena creativa (che portò a numerosi dischi di platino) prima di sciogliersi amichevolmente nel 2011. Nonostante il grande successo, i membri del gruppo non si sono mai allontanati dai loro valori di base, non rinunciando mai alle loro esplicite posizioni in materia di politica, società e problematiche ambientali, e senza mai venire a patti o mostrare indecisioni quanto ad integrità artistica. Nel corso della loro carriera insieme – un’influenza deteminante che nel 2020 raggiungerà il quarantennio – i R.E.M. hanno pubblicato un totale di 15 album in studio, conseguito tre Grammy® e sono stati eletti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2007.
Avendo conquistato una solida reputazione come una delle più durature e fondamentali band nella storia del pop, i R.E.M. si dimostrarono pionieri del movimento alt-rock degli anni ’90, influenzando gruppi come Nirvana, Pavement e Pearl Jam. Formatosi nel 1980, la band per trent’anni mostrò una straordinaria e felice vena creativa (che portò a numerosi dischi di platino) prima di sciogliersi amichevolmente nel 2011. Nonostante il grande successo, i membri del gruppo non si sono mai allontanati dai loro valori di base, non rinunciando mai alle loro esplicite posizioni in materia di politica, società e problematiche ambientali, e senza mai venire a patti o mostrare indecisioni quanto ad integrità artistica. Nel corso della loro carriera insieme – un’influenza deteminante che nel 2020 raggiungerà il quarantennio – i R.E.M. hanno pubblicato un totale di 15 album in studio, conseguito tre Grammy® e sono stati eletti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2007.