Francesco Rainero inizia il tour estivo, tra un addio al nubilato, danzando nel vento ed emozionando…

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Sfruttando il bonus conquistato all’ultimo Premio Lunezia, il 24enne cantautore fiorentino si presenta sul palco de Le Murate con Chiara Vichi alla chitarra ed il fido Michele Vitulli (detto Mitcha) che cavalca il Chapman Stick: un trio di buon livello tecnico, la giusta amalgama per valorizzare quei testi che sono la forza di Rainero, forte di un disco interessante come Mancino e del fatto che le esperienze maturate (tra cui segnalo il concerto a Monza di Ligabue ed il passaggio a Musicultura) l’hanno orientato verso nuovi brani, un pizzico più elettrici dei precedenti.

Per riuscire però a cogliere appieno tutte queste vibrazioni, ho dovuto però spostarmi più volte: dove infatti mi ero seduto, non sentivo bene… allora sono andato dall’altra parte, ma un nutrito gruppo di quasi 30enni avevano in corso i cori per l’addio al nubilato di una loro amica. Disperato, sono andato sotto il palco e qualche cosa in più sono riuscito a percepire, anche se visibilmente anche i tre musicisti (soprattutto Chiara Vichi) erano palesemente arrabbiati per quello che stavano intuendo della loro musica. Eppure… nonostante queste limitazioni … abbiamo assistito ad un signor concerto, presente anche Nicola Cirillo che si occupa di promuovere giornalisticamente questo tour.

Quando sono salito sul palco, mi sono ritrovato a fare l’asta umana per reggere un microfono da karaoke arrivato dalle ragazze dell’addio al nubilato, ma ho avuto anche l’occasione sia per raccontare come ho conosciuto Rainero e come l’ho visto maturare, ma anche per narrare di esattamente 30 anni fa ad Arezzo Wave, quando il bassista degli Helios Triba era proprio Michele Vitulli: da allora di strada ne ha fatta, diventando richiesto session man e produttore, come nel caso proprio di Francesco Rainero: ha avuto il potere enzimatico di esaltare una sua scrittura viva ed acerba, densa di riflessione ma che andava ben amalgamata con una base ritmica. Risultato conquistato, come proprio il cd Mancino dimostra, tra l’altro gran protagonista dello show a Le Murate, dove queste sono le canzoni che abbiamo gustato (tra parentesi gli autori):
1. Generazione (Rainero, Vitulli, Stefanini)
2. Questa strada (Rainero)
3. Metamorfosi (Rainero, Vitulli)
4. Mare che cammina (Rainero, Vitiello, Vitulli)
5. Costruire (Niccolò Fabi)
6. Alibi (Rainero, Vitulli)
7. I giorni miei con te (Rainero)
8. Magari domani (Rainero)
9. Mio zio (Carmen Consoli)
10. La tua anima diversa (Rainero, Vitulli)
11. L’attimo ((Rainero)
12. È volato via luglio (Rainero)
13. Nani e giganti (Rainero)
14. Rotolare (Alessandro Bono)
15. La nebbia e la marea (Rainero)
16. La libera bellezza (Rainero)
17. Generazione (reprise) (Rainero, Vitulli, Stefanini)

Un gustoso melting pot tra brani conosciuti e qualche inedito, tra vecchie atmosfere e nuovi lidi, con tre remake. Ma queste non sono solo le mie personalissime sensazioni, ma anche quelle del giovane cantautore, il quale mi ha aperto una pagina del suo diario… Che emozione a Le Murate, uno dei luoghi più affascinanti della città per suonare e per ascoltare. Ho iniziato da qui il mio giro di concerti estivi che mi porterà in tutta Italia fino a ottobre, insieme ai miei splendidi compagni di viaggio: Michele Vitulli al Chapman Stick e alla produzione artistica, Chiara Vichi alle chitarre e Jacopo Ciani al violino e mandolino elettrico. Presentare i miei brani e la mia musica davanti a un pubblico è sempre un “colpo all’anima”, e farlo giocando in casa lo è ancora di più!

Le foto presenti sono di Tino Barletta che ringrazio personalmente per la collaborazione.

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