Pubblicato dall’etichetta G&M Recorfonic, Behind The Beyond è il disco d’esordio dell’eclettico chitarrista Alessandro Errichetti. Un disco che si presenta come un vero e proprio concept album e che racchiude in sé musica folk, rock progressive con un tocco di psichedelia. Alessandro Errichetti ha raccontato a MusicalNews questa nuova avventura insieme al racconto che si cela dietro Behind The Beyond.
Per prima cosa raccontaci la storia di questo disco e il processo creativo che ha portato alla sua creazione.
Scrivo musica da molto tempo, ma non ho mai pensato fosse sufficientemente buona per essere mandata in giro. E’ anche trascorso un lungo periodo in cui non ho più scritto perché non trovavo niente che valesse la pena di essere raccontato e dal punto di vista musicale ero rimasto un po’ ingabbiato nelle regole imposte dallo studio della composizione in conservatorio. Quello che usciva fuori era sterile e per niente ispirato. Poi è capitato qualcosa di bello quanto imprevisto che mi ha di nuovo acceso e quando hai qualcosa da dire improvvisamente tutto funziona: in due mesi, partendo da zero, il disco era pronto nella sua forma di provino. Quello che mi succedeva intorno sembrava essere la risposta a tutte le cose che cercavo e che volevo mettere nel disco, è stato qualcosa quasi di magico.
Behind the Beyond è il titolo del disco: ci vuoi spiegare cosa significa?
Premesso che la musica è qualcosa che se non è supportata da un’idea e non è ispirata, resta solamente musica, “Behind the beyond” è per lo più un gioco di parole, ma è anche un titolo che sottointende qualcosa di molto lontano. Nella storia raccontata simboleggia il posto in cui ho trovato idee ed ispirazione. E’ un posto che in realtà è dentro di noi e a portata di mano ma che a volte diventa inaccessibile e irraggiungibile, ed è da li che la donna protagonista del disco improvvisamente si manifesta. Ed è il luogo in cui torna alla fine della storia.
A quanto pare Behind the Beyond è un concept album: ti va di raccontarci questo aspetto del disco?
Non amo molto i prodotti “usa e getta”, questo nella musica come in tutte le altre forme espressive. Per dire, chi mi conosce sa che il regista che amo di più è David Lynch, uno che col suo lavoro ti pone dei quesiti su cui sei costretto a tornare se vuoi venirne a capo e non ti serve mai la soluzione sul piatto. E se lo fa riesce sempre a fartela passare sotto al naso senza che tu te ne accorga. Behind the beyond è un disco che, come suggerisce il sottotitolo, ha come filo conduttore la vicenda di un uomo che racconta la storia di una donna, ma se vuoi capirne le tematiche sei costretto a scendere ad un altro livello e ad andare a cercarle nei testi, nelle musiche e nell’artwork. Il motivo per cui ho sempre amato i dischi a tema è proprio questo: per apprezzarli bisogna capirli e, per farlo, devi tornare a confrontartici più volte.
I testi sono senza dubbio un elemento importante del disco: ci vuoi raccontare di cosa parlano?
No, ma non per farti un dispetto! I testi spesso rimangono sul vago e raccontarti che cosa significhino per me non avrebbe molto senso. Chi avrà la voglia di andarci a scavare dentro magari potrà trovarci qualcosa di altrettanto intimo e personale e farli molto più suoi.
Perché la scelta di cantare in inglese?
Intanto perchè è la lingua madre della persona a cui è dedicata questa musica e poi perchè credo sia un prodotto più vendibile all’estero che non in Italia. E anche perchè è stata una piccola barriera di protezione nel mettermi a nudo così tanto. Diciamo che mi sentivo un po’ meno esposto.
Parlaci anche di quali sono i tuoi riferimenti musicali e gli artisti che prediligi.
Amo e ascolto tanta musica e la lista degli artisti a cui mi ispiro è lunga. A un anno volevo solo ascoltare l’album “Una donna per amico” di Battisti o attaccavo a piangere. Lui è stato il primo amore dunque, ce l’ho davvero nel DNA! Poi ho scoperto i Beatles, e poi i Pink Floyd ed i Led Zeppelin e Brian Wilson. Poi tutto il progressive degli anni 70, in particolare Peter Hammill e i Van Der Graaf Generator, e poi l’amore per gli Iron Maiden e poi per Frank Zappa… Insomma tutto quello che etichetto come buona musica e che trasporta un sufficiente carico emozionale è nella mia collezione di dischi. Per citarti anche qualcosa di più recente, ho una passione smodata per Jeff Tweedy ed i suoi Wilco (davvero grande fonte di ispirazione) e per Courtney Barnett, artista che continua a sfornare splendida musica.
Alla luce di questo come descriveresti in due parole il tuo disco?
Psicanalisi musicale.
Raccontaci anche il tuo percorso artistico… In sintesi la tua storia musicale
Ho iniziato a suonare molto presto, cira a otto anni. Passavo ore a picchiare a caso su una chitarra fin da bambino, fino a quando un giorno mio cugino, esasperato, mi disse qualcosa tipo: “perchè invece di fare ‘sto casino non suoni qualcosa di sensato?”. E mi insegnò il giro di do, causando tutto lo sconquasso che è successo dopo. Da lui e da mio padre ho imparato il resto e ho suonato da autodidatta fino a quando a venti anni sono andato a studiare all’Università della Musica, quando ancora era un’ottima scuola. Ho avuto molti insegnanti li, ma Max Rosati è stata la mia fonte di ispirazione più grande, da lui ho imparato veramente tanto. Purtroppo non abbastanza, lo vedrò sempre come uno di quelli inarrivabili!
Poi ho suonato in tanti gruppi, ho fatto esperienza suonando cover dei Beatles dei Led Zeppelin, dei Pink Floyd e musica originale con un gruppo di Rieti, gli Stigmata, che ricordo come una delle esperienze più belle della mia vita musicale, da cui ho imparato molto.
Qualche anno fa sono entrato nel progetto “Frizzi 2 Fulci” di Fabio Frizzi, che alla fine mi ha aiutato a produrre “Behind the Beyond” e mi ha convinto a far uscire la mia musica dal mio studio. Se il disco è in giro in gran parte il merito è suo. Con “Frizzi 2 Fulci” ho letteralmente girato il mondo con la chitarra sulle spalle e ho suonato in posti altrimenti inimmaginabili, come il Barbican di Londra o l’Egyptian Theater, su Hollywood Boulevard a Los Angeles. Un’esperienza enorme a cui devo moltissimo.
Ora principalmente sono in attività con i Pink Floyd Legend, con i quali stiamo portando in giro vari spettacoli per tutta Italia, fra cui “Shine Pink Floyd Moon” del coreografo Micha Van Hoecke, altro gigante dello spettacolo con cui sto avendo il privilegio di collaborare.
Nel futuro invece cosa farai a breve termine? Ci sono date o concerti di cui ci vuoi parlare?
Alessandro Meozzi e la G&M Recorfonic, l’etichetta che ha fatto uscire l’album, hanno intenzione di organizzare delle cose per dopo l’estate. Credo ci stiano lavorando proprio mentre rispondo alle vostre domande, quindi non so ancora dirti nulla, ma qualche data in cui presenterò l’album è prevista. Per le altre mie attività live, vi rimando al mio sito internet, dove il calendario viene continuamente aggiornato. www.alessandroerrichetti.com
Grande Alessandro grande talento bellissima persona 🥇
Alessandro Errichetti spettacolare. Chitarrista splendido.