Il più antico festival cittadino – organizzato dalla cooperativa Atlandide e terzo per longevità in tutta la Calabria, dopo Roccella Jazz ed EcoJazz – è giunto alla sua diciannovesima edizione e, per la prima volta, celebra la Festa della Musica in un luogo simbolo del centro città, la storica Villa Margherita di Catanzaro.
Si inizia mercoledì 19 giugno con il duo Boris Savoldelli & Stefano Zeni (voce, violino e live electronics), una formazione insolita e di grande effetto, che il giorno dopo il concerto terrà un seminario su “Improvvisazione ed elettronica” (giovedì 20 giugno alle ore 17, Villa Margherita), pensato per incuriosire un pubblico più giovane. Quattro sono le corde che generano il suono del violino e due le corde vocali che riproducono il suono della voce. Ciò a cui si assisterà è un concerto unico, dove la purezza del suono acustico incontra l’incognita dell’elettronica; dove le grandi melodie che hanno definito i diversi linguaggi della musica si scontrano con l’improvvisazione spontanea. Non solo jazz… ma un vero vortice di musica. Due interpreti moderni e dissacranti che rifiutano ogni etichetta per dare vita a un incontro musicale stimolante e affascinante. L’ascoltatore sarà cullato con splendide melodie immortali e, subito dopo, fatto precipitare nel vortice dell’improvvisazione più ardita e spigolosa. Un concerto sicuramente originale. Un’esperienza musicale diversa e unica.
Giovedì 20 giugno sarà la volta di Ares Tavolazzi Trio (Ares Tavolazzi, contrabbasso, Joy De Vito, chitarra, Piero Borri, batteria), storico contrabbassista di celebri formazioni della musica italiana e internazionale, tra cui la PFM, Francesco Guccini, Lucio Battisti, Mina, Paolo Conte, gli Area. Il trio è composto da tre generazioni di musicisti che si incontrano per dar vita ad un progetto esclusivo. Dialogo ed interplay, le due colonne portanti della band, sostengono un sound capace di essere incisivo e vigoroso, ma anche morbido e rarefatto. A brani del geniale Monk si alterneranno struggenti ballads e composizioni originali. Una sorta di viaggio nello spazio e nel tempo, tra America e Nord Europa, tra tradizione e modernità. Con la presenza di Tavolazzi il Catanzaro Jazz Fest vuole anche celebrare il ricordo di Demetrio Stratos, voce storica degli Area, del quale alcuni giorni fa è stato il 40° anniversario della sua morte.
Nel giorno della Festa della Musica, il 21 giugno, il CJF si concluderà col trio di Claudio Cojaniz (Claudio Cojaniz, pianoforte, Fulvio Buccafusco, contrabbasso, Carmelo Graceffa, batteria) uno dei più grandi interpreti al mondo di Thelonious Monk, che presenterà il suo progetto originale Coj & Afroblue Trio, un’escursione bluesy nel vasto mondo dell’antica cultura africana, evocazione di nenie e danze, preghiere e canti sacri, a cui ci si accosta con grande rispetto e devozione. Non si rifà il verso, ma si reinterpretano le atmosfere personalmente vissute tra i suonatori di Kora nel Mali, nei canti del Kilimanjaro, nelle danze Zulu, nelle preghiere del Niger e nelle invocazioni del Botswana.
Il festival vuole poi rendere omaggio, consegnando tre targhe ricordo, a tre persone che hanno significato molto per la manifestazione e per quanti le hanno conosciute: l’artista catanzarese Saverio Rotundo, grande maestro dell’arte del riciclo e, come amava dire, dell’abbandono. L’ultimo dei surrealisti, lo abbiamo definito, fin da quando gli dedicammo lo speciale InformAtlantide nel 1995, un artista di strada che ha supportato la sua ricerca con un assiduo studio all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, dove ha frequentato e sostenuto esami in tutte le specializzazioni. Il chitarrista catanzarese Pietro Aldieri, artista sensibile, riservato e amato da tutti, scomparso quest’anno lasciando un grande sgomento per la sua prematura mancanza. Nel 2013 è stato protagonista della XVI edizione del Catanzaro Jazz Fest, nel quartetto di Peppe Fonte che presentava in anteprima il suo progetto “La città di Eolo” e per questo vogliamo ricordarlo con particolare affetto in quanto valido musicista e parte della storia del festival. Il compianto sen. Sisinio Zito, fondatore e anima della storica rassegna internazionale Roccella Jazz e, da sindaco, della rinascita dell’omonimo paese, un “padre” del Catanzaro Jazz Fest, riferimento di tanti appassionati di jazz, calabresi e non solo.
Un festival musicalmente senza fissa dimora che forse ha trovato casa, con un pensiero fisso che risuonerà anche per il futuro: “Il Jazz sta all’improvvisazione come la democrazia sta alla libertà”.