“Old Star” marca il ritorno di una delle band fondamentali della scena Black Metal. Mi riferisco ai Darkthrone. La band norvegese è una delle band archetipo del metallo nero in quanto album come “Souldside Journey”, “A Blaze in the Northern Sky” oppure “Under a Funeral Moon” hanno disegnato alcune delle peculiarità essenziali e basilari del Black Metal contemporaneo. Tutto questo agli inizi degli anni novanta. C’è da rimarcare che la band norvegese agli inizi era più spostata verso sonorità Death per poi approdare a soluzioni ancora più estreme.
Da sempre i Darkthone sono la creatura di un sulfureo duo di musicisti che oramai vengono considerati miti e leggende viventi dall’intera scena Black Metal. In altre parole Fenriz (batteria, qualche volta canto, basso e qualche volta chitarra) e Nocturno Culto (voce, chitarra e basso). Fenriz è un personaggio particolare e molto simpatico. E’ consigliere comunale a Kolbotn. Eletto per sbaglio, lui dice! Lavora come postino. Le sue foto con il gatto hanno fatto il giro del mondo. Fenriz e Nocturno Culto costituiscono una coppia molto prolifica. Infatti, “Old Star” è il 18° album della saga Darkthrone e la loro discografia è una delle maggiori rappresentative per il Black Metal.
Il loro nuovo album, “Old Star”, è pubblicato dopo tre anni dal fortunato “Artic Thunder”. Come al solito Nocturno Culto ha curato l’intero processo produttivo, mentre il missaggio è opera di Sandford Parker (noto per i suoi lavori per i Voivod) e la masterizzazione è stata realizzata da Jack Control. La copertina è stata affidata al geniale Chadwick St. John. Il disegno della copertina è intitolato “The Shepherd of the Deep”.
“Old Star” è un album impressionante. Ha una carica scura e maligna come pochi. Qui i Darkthrone ripescano le atmosfere inquietanti dei loro primi leggendari album, ma con alcune varianti. Il sound è un mix fra Heavy Metal, Black Metal e Doom Metal. I riffs di “Old Star” sono un qualcosa di emozionante. Riffs che si rifanno a quel periodo aureo chiamato NWOBHM. Riffs che danno un tono vitale micidiale ad ogni brano. La struttura portante è come un Black Metal potente, possente, tetragono e massiccio. Un Black Metal che non perde mai la traiettoria ed arriva al dunque in maniera precisa e violenta. Infine, ci sono quelle decelerate Doom che fanno venire la pelle d’oca. Quando cominciano a premere il pedale del freno i Darkthrone diventano unici e fanno rabbrividire chi le ascolta.
Un album senza dubbio storico per i Darkthrone che sono ritornati in qualche anno a dei vertici assoluti che con il tempo erano andati persi. “Old Star” è un album molto, molto bello. Mi è piaciuto. Mi ha convinto in maniera piena e totale. Non ci sono imperfezioni o false partenze. I maestri assoluti sono ritornati ed hanno impartito una lezione di pura maestria nera a tanti sciagurati allievi che blaterano Black Metal e fanno finta di suonarlo. Cari Fenriz e Culto Nocturno la scommessa è stata vinta. A proposito Fenriz, tanti saluti al tuo micetto! Up the Black Cat Cyrcle!
Tracks-list:
- “I Muffle Your Inner Choir”
- “The Hardship of the Scots”
- “Old Star”
- “Alp Man”
- “Duke of Gloat”
- “The Key Is Inside the Wall”
Pagina Facebook dei Darkthrone https://www.facebook.com/pages/Darkthrone/101075189934422
Sito della Peaceville http://peaceville.com/
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