Se un italiano che fa musica vive a Londra ha una visione diversa su quello che c’è fa produrre. Prendete ad esempio Leo Baldi in arte Leon Seti e il suo primo album “Cobalt”. Si respira aria nuova, proprio di ispirazioni internazionali. “Cobalt” potrebbe essere un disco di Antony & the Johnsons meno tragico e fatto in casa. Baldi è di Arezzo e “Cobalt” è un disco di dieci canzoni per circa quaranta minuti di musica interamente scritti, prodotti (co-producer Jacopo Bucciantini) e interpretati da Baldi. Ormai da quando è uscito “The eraser” di Tom Yorke, i dischi fatti in casa sono diventati cosa preziosa. Il nostro Leo cerca di ripercorrere quella strada, unendo l’elettronica e strumenti digitali, ad una anima soul e gospel che allontana questo lavoro da esempi come Bjork e lo avvicina a cose totalmente diverse, come anche alcuni lavori di George Michael di “Older”. Un disco abbastanza interessante al quale manca forse un quid che incida sulla qualità di “Cobalt”.
La tracklist
1. Cobalt (Intro)
2. South ─ 4:24
3. Silver Lining
4. Sunflowers
5. Everything I Had
6. Paranoia
7. All I Have
8. Internectar
9. Stripper
10. In the Darkness