Tra poco sarà la festa della donna e non c’è modo migliore di festeggiarlo se non con la musica. Nonostante siano ancora in minoranza, le donne si fanno ascoltare, un esempio è “Metropolis in my head” il primo disco di Marte. Martina Saladino, alias Marte, ci propone proprio un bel disco. Un album decisamente rock, che se avesse avuto delle venature elettroniche, sarebbe stato perfetto. “Metropolis in my head” si ascolta in maniera molto veloce, ma il suono (e la voce) è molto intenso. Come fare a non pensare a PJ Harvey ( per questo parlavo di venature elettroniche) ma anche ad Alanis Morissette degli inizi, quella meno pop e più incazzata. Se questo è l’esordio non oso pensare cosa possa diventare in seguito. Le canzoni sono in inglese, cosa che non è gradita in questi tempi di imposizioni di canzoni italiane ( o in italiano?). A parte gli scherzi, sappiamo bene che spesso l’inglese è strumento per nascondersi un po’, ma forse cantare in italiano ( un po’ come ha fatto Elisa) potrebbe essere proprio la svolta commerciale per Martina. Potrebbe essere la Joan as Police Woman italiana. Nove canzoni da paura a mio avviso. Da avere nella propria discografia, come scommessa vincente.
La tracklist
1) Shallow water
2) Train in a glass
3) Run in
4) In vain
5) While you’re falling
6) Wild anger quiet anger
7) dark light
8) Metropolis in my head
9) You want’ go