Sulle trame sonore di Spaggiari che alle volte richiama alla mente il paesaggio dipinto spesso da Vasco Brondi, si poggiano quasi scollate le parole di M.A.C., in una declamazione che poco presta attenzione a intonazioni, metriche e soluzioni melodiche. Testi importanti, testi di spessore, testi che a commentarli ci vorrebbero pagine e pagine di recensione ma anche capacità di sorreggere l’analisi sociale e filosofica che ci viene restituita da un simile disco, brani portanti come “Alchimia” o “Livore” ma anche la definitiva “Le parole” in cui troviamo anche una featuring di Bologna Violenta, sono “canzoni” che non andrebbero prese come canzoni, ma come riflessioni sonore. Tutto questo disco che distruggerà la critica in mille pezzi, è immersione pura e totale nel pensiero di un uomo che poi, ad ascoltare con attenzione e senza pregiudizi, è pensiero che calza perfettamente nel vissuto di ognuno di noi, questo è “Un pianeta su nove”. Difficile aggiungere altro in una sintesi che, a dirla tutta, risulterà incapace di raccontarvi un disco che va ascoltato con tutta l’attenzione possibile.