Con gli Ancestral andiamo alla ricerca del Maestro del Fato…

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Da anni sono un punto di riferimento di riferimento della scena “defender” italiana. Un buon motivo per intervistare gli Ancestral!

Da anni sono un punto di riferimento di riferimento della scena “defender” italiana. Un buon motivo per intervistare gli Ancestral!

E’ con piacere che abbiamo recensito il loro album “Master of Fate” in quanto rappresenta un ulteriore passo in avanti in riferimento del loro sound.

Un sound che è semplicemente Heavy Metal. Senza aggiunte o sottrazioni. Un vero Heavy Metal. Incredibile vero? Inoltre, ciò che garba negli Ancestral è la loro attitudine tranquilla. Il loro fare musica senza frenesia alcuna. In questo sono davvero siciliani. Siciliani come me. Ogni tanto permettetemi un po’ di sano orgoglioso siciliano! Fiato, quindi, alle trombe e si dia inizio all’intervista.

Qual’è la situazione degli Ancestral al momento?
“Stiamo lavorando con molto comodo alla composizione di nuovi brani, nei ritagli di tempo e se avremo voglia, oltre alle giuste condizioni, allora si parlerà di disco nuovo, d’altronde, in questo particolare periodo storico non credo ci sia tutta questa esigenza di fare dischi, con l’avvento delle nuove piattaforme digitali si potrebbe andare avanti a via di singoli e videoclip, insomma, una volta contava il numero di copie vendute, adesso le visualizzazioni, domani chissà…forse conterà quanto resiste un utente nell’ascolto di una canzone senza “skippare”…”

Siete soddisfatti come è stato recepito “Master of Fate” dal pubblico e dalla critica?
“Siamo molto soddisfatti di come è stato accolto il disco, ci fa piacere il fatto di aver ricevuto complimenti lusinghieri da parte di certi musicisti importanti della scena metal italiana e non. Le migliori soddisfazioni sono arrivate dall’estero dove il disco, in più di un occasione è stato scelto tra i Top delle migliori uscite del 2017.”

Chi è questo “Master of Fate”?
“Penso sia Colui che decide delle nostre vite ancor prima di nascere, una volta pensavo che fosse l’uomo il padrone del proprio destino o capitano della propria anima, come spesso diceva Nelson Mandela, ma la vita, personalmente mi ha insegnato che nulla succede per caso, e che anche se ci sforziamo di far andare avanti le cose secondo la nostra volontà, alla fine tutto è già scritto, ovviamente questo è un mio parere condivisibile o meno.”

Il fatto di essere siciliani influenza il vostro songwriting? Mi riferisco al fatto che noi abbiamo un’enorme tradizione storica e culturale alle spalle…
“Senza dubbio la terra nella quale viviamo ci influenza fortemente. Quanto a tradizione storica e culturale non siamo secondi a nessuno, ci piace attingere da qualunque fonte di interesse, anche attuale se vogliamo, e trasformarla in metafora come nel brano “On the Route of Death” dove il nostro mediterraneo è stato tramutato in un cimitero di migranti.”

Quando scrivete un brano cosa vi interessa di più…l’impatto o far riflettere?
“Quando componiamo non abbiamo mai una regola fissa, dipende molto dall’inspirazione, la canzone deve prima cosa piacere a noi e appagare la nostra esigenza creativa.”

Quali brani rappresentano gli aspetti più peculiari del vostro sound?
“Direi che tutti i brani di “Master of Fate”, hanno un unico denominatore ovvero l’aggressività del brano unito alla melodia delle linee vocali che per noi è importantissima e che permette di rendere più scorrevole l’ascolto delle canzoni anche se hanno una struttura abbastanza complessa che in questo periodo storico oserei definire anticommerciale … un esempio può essere la stessa title track oppure “From Beyond” o ancora “Back To Life”…”

Se uno vi definisce Power Metal voi siete d’accordo?
“Diciamo di si anche se è riduttivo, dopo tutto le etichette sono un male necessario, noi come band ci sentiamo semplicemente Heavy Metal e da quello che abbiamo potuto capire, la nostra musica a quanto pare, piace anche a chi non ascolta propriamente Power Metal e la cosa ci fa piacere.”

Visto la cronica mancanza di luoghi dove suonare al Sud perché uno mette su una band?
“Come dicevo prima gli Ancestral nascono in primo luogo per dare sfogo alla propria esigenza creativa, e poi secondo il mio parere, la mancanza di luoghi dove suonare al sud è il minor problema. Senza prendersi in giro: chiunque se si sente di farlo, può benissimo spendere il proprio stipendio se ce l’ha, e fare come la maggior parte delle band, ovvero pagarsi un bel tour europeo di
supporto ad una qualsiasi band , il tutto davanti a 30 persone (se finisce bene). Non voglio condannare chi lo fa, ma questa è la realtà: contano i soldi e non il merito. Per restare in Sicilia, band come i Thy Majestie, ancora oggi, potrebbero rompere il culo a certe band del nord Europa che sono semplicemente più fortunate dal punto di vista geografico ed economico. La cosa che più mi fa incazzare è che nonostante tutta questa tecnologia, la qualità audio dei dischi sembra essere peggiorata se paragonata ai dischi che venivano prodotti negli anni 80/90.”

E dopo “Master of Fate” quali sono i progetti che state programmando?
“Tra una grigliata e l’altra ci passiamo il tempo nella composizione di nuovi brani e ovviamente ci teniamo sempre preparati a suonare ovunque ci sia la possibilità e le giuste condizioni. Perdonami se non ti sembro modesto ma dal punto di vista live non temiamo nessuno.”

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