Abbiamo intervistato Andrea Biscaro, che insieme a Ilaria Becchino forma i Secondamarea, duo toscano d’adozione che presenta il nuovo disco Slow in Agritour il 16, 17 e 25 agosto in provincia di Grosseto e il 18 agosto a Firenze per Dino Campana. I Secondamarea hanno da poco pubblicato il loro nuovo disco “Slow” (RadiciMusic Records /Artist First, 2018), in cui celebrano la natura e il ritmo del vivere naturale, che stanno promuovendo con un Agritour in agriturismi, cascine e fattorie: saranno il 16 agosto a Pitigliano (GR), il 17 agosto a Sorano (GR) e il 25 agosto a Braccagni (GR), mentre il 18 agosto al Forte Belvedere di Firenze sono ospiti di “Canti Orfici in Musica per Dino Campana – Crisi Nervose e Pazzie Musicali”, con Miro Sassolini, Marco Parente e Massimiliano Larocca…
Un duo toscano di adozione che dopo la partecipazione all’appuntamento sanremese del “Tenco ascolta” del 29 luglio, saranno in concerto in provincia di Grosseto per presentare live il nuovo album di inediti Slow pubblicato ad Aprile di quest’anno e disponibile in streaming e download.
Una curiosità sul vostro nome, “Secondamarea”, da dove nasce?
Andrea: ”Seconda” perché i primi non ci sono simpatici, ci piacciono più i secondi, “marea” perché porta a galla significati nascosti e sorprese, e poi perché ha un bel suono, al di là del significato, anche visivamente, comunque ci chiamiamo così da sempre, è un nome inventato da noi…
Da dodici anni vivete all’Isola del Giglio, come vi ha influenzato l’habitat naturale dell’isola?
Andrea: Tutto ti infuenza, l’ambiente è ovvio che ti influenza, è un ambiente che assomiglia un po’ a noi e viceversa, nel senso che noi facciamo delle canzoni in cui raccontiamo la nostra vita e il nostro modo di essere e di rapportarci alle cose, per questo diciamo che “Slow” è il nostro disco più autentico, personale e viscerale, e in effetti lo è…
Nell’isola dove abitate esattamente?
Andrea: Una casa normale, sulla spiaggia, in mezzo agli elementi naturali, è una casa bassa a un piano e sei sempre fuori praticamente, uno pensa che sia un luogo fuori del mondo, ogni volta che usciamo prendiamo il traghetto ma è come prendere la macchina, il treno o l’aereo, non è così diverso, è semplicemente un luogo che ci somiglia e in cui riusciamo a vivere la nostra vita con tempi diversi, “Slow” è anche questo, un inno alla lentezza e un invito a prendersi il proprio tempo…
Slow come slow food che è il contrario del fast e della velocità dei tempi moderni…
Andrea: Sì esatto…
Come nascono le vostre canzoni, scrivete insieme testi e musiche?
Andrea: Nascono tendenzialmente in solitudine, ognuno per conto proprio, sia io che Ilaria, poi ovviamente c’è il momento dell’ascolto e dell’arrangiamento insieme ma avviene dopo, prima c’è un lavoro in solitudine di grande intimità, è un processo molto istintivo che nasce proprio da un raccoglimento…
Avete collaborato tra gli altri con Leziero Rescigno (La Crus, Amour Fou, Mauro Ermanno Giovanardi), Raffaele Kohler (Baustelle, Afterhours, Vinicio Capossela, Ottavo Richter) e Paolo Iafelice (che ha collaborato negli anni con Fabrizio De André, Ligabue, Vinicio Capossela, Fiorella Mannoia e tanti altri) che ha prodotto il disco…
Andrea: Sì un grande produttore, è stato un bellissimo incontro, anche umano, parte anche da lui la scelta insieme a noi di chiamare dei musicisti che ci potessero accompagnare senza snaturare e mantenere intatto quel clima di organicità che abbiamo noi, quindi di legno, di corde, ecc. che fosse un disco sì “pop” ma suonato, in cui si sentono proprio tutti gli strumenti, senza elettronica per intenderci…
Anche nei dischi precedenti avevate dei musicisti a disposizione o eravate da soli?
Andrea: è la prima volta che abbiamo un produttore artistico, gli altri dischi ce li siamo prodotti da soli chiamando a suonare altri musicisti, in questo caso abbiamo deciso di farci seguire da un direttore artistico ed è stato importante anche perché volevamo dare un aspetto più leggero alle nostre canzoni, farle volare più velocemente…
Le sonorità sono molto acustiche, eteree, bucoliche, si respira questo clima…
Andrea: ma anche molto ballabili se ci fai caso, c’è tanto ritmo, tanto colore e tanti tempi diversi, mentre di solito nei dischi di oggi c’è un 4/4 unico, è un disco colorato…
Ho visto il video di “Petrolio”, molto bello, dove l’avete girato?
Andrea: L’abbiamo girato a Milano, la regia è di Eros D’Antona, volevamo trattare attraverso la visione caleidoscopica, una danza un po’ straniante, la tematica della canzone: il petrolio, gli anni bui, la massificazione, l’inquinamento fisico e intellettuale, però con la risata e con l’ironia, che secondo me è l’unico modo per fare arrivare un concetto, in modo semplice, ironizzarlo, distruggerlo e farci sopra una risata o un pianto, che è la stessa cosa…
Che possibilità ha la musica secondo voi di influenzare le persone riguardo a queste tematiche ambientali?
Andrea: Io penso che un passo indietro lo si stia facendo, è auspicabile che si faccia ancora di più, per quanto riguarda l’aspetto rivoluzionario delle canzoni non ci credo tanto, “a canzoni non si fan rivoluzioni” lo diceva anche Guccini, però invece attraverso un intrattenimento ben fatto e consapevole puoi lanciare dei messaggi e speriamo che arrivi anche il messaggio oltre all’intrattenimento…
Anche i titoli delle vostre canzoni rimandano alla natura e al ciclo delle stagioni (“Ci hanno rubato l’inverno”, “Macina”, “Via dell’orto”, “Sangue di legno”, ecc.)
Andrea: Che poi sostanzialmente siamo noi, tutti quanti, parlare della natura è parlare di noi, è la cosa che accomuna tutti gli esseri umani…
Anche chi vive in città dovrebbe farlo, forse vivendo all’Isola del Giglio è più facile?
Andrea: Ma no, lo puoi fare anche in città tranquillamente in realtà, alla fine sono alibi, basta vivere in modo naturale, non è importante stare sotto a un albero per farlo, per esempio camminare, misurare la città a passi, spostarsi a piedi, guardare più in alto che in basso, è un modo di vivere, l’invito è avvicinarsi il più possibile a questa dimensione ovunque stai, non conta…
Avete diverse collaborazioni con il mondo della poesia, da Alda Merini a Dino Campana, è un mondo che vi affascina?
Andrea: Ci è sempre piaciuto dialogare con le altre arti, e non fermarci alla musica, c’è stata la poesia, il fumetto con Tiziano Sclavi, Alda Merini ci ha regalato una bellissima poesia come introduzione al disco “Canzoni a carburo”, ci è sempre piaciuto fare interagire esperienze artistiche diverse, si crea un mondo più ricco e più complesso, è bello quando si parlano lingue differenti…
Voi avete sempre fatto musica o anche altri tipi di arti?
Andrea: Suoniamo da sempre, da quando siamo bambini, anche Ilaria canta da quando era piccolissima, io ho imparato a suonare e scrivere presto, noi facciamo solo questo di lavoro, quindi siamo artisti e basta…
Quando vi siete conosciuti? Com’è nato questo duo e perché “toscano d’adozione”?
Andrea: Ci siamo conosciuti più di 15 anni fa all’Isola del Giglio e abbiamo deciso di andare a vivere nel luogo in cui ci siamo conosciuti, dove eravamo venuti in vacanza, Ilaria è di Milano e io di Ferrara, veniamo da regioni differenti in effetti…
Quali concerti avete in programma per questa estate?
Andrea: Abbiamo deciso di presentare questo disco in luoghi deputati all’occasione, da giugno è partito un “Agritour”, quindi un tour negli agriturismi, proprio per avvicinare a questo tipo di musica una realtà che gli somiglia tanto, la Maremma sarà il luogo privilegiato, le prossime date sono il 16 agosto alla Locanda Ilune di Pitigliano (GR); il 17 agosto all’Agriturismo Aia del Tufo di Sorano (GR); il 18 agosto al Forte Belvedere di Firenze (FI) ospiti per i “Canti Orfici in Musica per Dino Campana – Crisi Nervose e Pazzie Musicali”) e il 25 agosto all’Agriturismo Le Gerlette di Braccagni (GR)…
Sarete in duo o con altri musicisti?
Andrea: Per il momento sì, queste prime tappe dell’Agritour sicuramente, saranno volutamente chitarra e voce e anche senza amplificazione, ci sarà modo di sentire le canzoni come sono nate, poi più avanti ci saranno anche concerti con altri musicisti, queste canzoni si prestano ad essere cantate e suonate in luoghi non necessariamente deputati alla musica…