La storia dei Circus Nebula copre gli ultimi trenta anni del rock italiano. Tra delusioni, soddisfazioni ed amore per la musica sono ancora qui. Un disco da celebrare, un nuovo album in arrivo. Ci racconta tutto il cantante Marco Ash. Trenta anni fa circa, quando il rock italiano era sul trampolino di lancio i Circus Nebula, partiti dalla loro Forlì sono stati ad un passo dal fare il grande salto. Con un solo demo tape, le famose cassettine, avevano convinto stampa e pubblico, che li adoravano. Vincono un concorso di VideoMusic, il premio è la realizzazione del videoclip di “Spleen”. Sembra tutto apparecchiato per raggiungere la vetta, ma all’improvviso qualcosa si inceppa.
Dopo mille avventure i protagonisti si ritrovano e finalmente quel disco mai pubblicato vede la luce via Andromeda Relix nel 2016. È l’inizio di un seconda giovinezza. Ed oggi è già tempo di un nuovo album. Il cantante Marco Ash ci racconta tutto.
Dopo tantissimi anni siete arrivati al debutto con un album che porta il vostro nome. Dalla sua pubblicazione è trascorso circa un anno, cosa potete dirci al riguardo? Siete soddisfatti di come siete stati accolti?
– Molto soddisfatti. Ci siamo resi conto che c’era ancora molta gente in giro, anche fuori dalla nostra usuale area geografica, che si ricordava di noi sia per i demo che per il videoclip del’90 di Spleen. L’album uscito dopo 29 anni dalla nostra nascita talvolta ha sconcertato qualcuno per la sua eterogeneità ma essendo un sampler di quanto fatto in un lungo periodo non poteva essere diversamente. Ma siamo ancora in azione e daremo modo a chi ha mostrato perplessità di ricredersi a riguardo..
Dopo tanto tempo come avete trovato il mercato discografico? È davvero allo sfascio come si dice?
– Premettendo che non è che ci fossimo ritirati in un eremo a produrre Sangiovese e piadina negli ultimi anni, ognuno di noi parallelamente alla band ha portato avanti altri progetti musicali: io ad esempio, tra le altre, ho fatto un disco con Nasty Tendency e qualche tour in europa di spalla a L.A. Guns e Blaze Bayley. Il problema del mercato discografico attualmente inesistente è ormai una dura realtà da anni che tocca più o meno tutti, non si pagano le bollette con la musica purtroppo.
Vi siete sempre distinti per un’attitudine sincera, ruvida, tanto che definite la vostra musica raw’n’roll. Non pensate che oggi il rock è troppo laccato e poco ribelle, che insomma abbia perso la sua carica rivoluzionare, che ora i giovani sembra che affidino al rap? Che sarà una moda, ma intanto sta anestetizzando una generazione. Come è successo questo?
– Dipende cosa intendi per Rock. Il pop rock Virgin Radio style o i vecchi dinosauri che ancora si divertono sul palco? Per la prima categoria non ho nienete da dire, non piacevano all’epoca e non mi piacciono oggi per quel che riguarda le leggende del genere tanto di cappello anche se poco alla volta purtroppo perdiamo qualcuno e non vedo un adeguato ricambio tra i giovanissimi. Riguardo al rap, trap e cagate varie preferisco non esprimermi per non essere querelato e per non fare ulteriore pubblicità a simili fenomeni da baraccone.
Marco, tu sei il cantante e la guida del gruppo, in te vedo ancora lo spirito vero del rock, anche dai tuoi post sui social. Ma secondo te perché in Italia il rock/metal rimane sempre ai margini, nonostante ci siano band di valore?
– In questo paese la musica, tranne quella ritenuta “alta” non è mai stata considerata una professione e se a questo aggiungiamo che parallelamente i grandi media (TV e Radio nazionali) hanno sempre e solo promosso i vari San Remo e affini ecco che la frittata è fatta. Nessuna visibilità, nessuna considerazione, nessun introito e se non girano un po’ di quattrini non si innesca nessun movimento. Tutto ciò può apparirti un po’ brutale e semplicistico ma è la triste verità. Il rock è sempre stato una riserva indiana, un ghetto dove solo i veri appassionati si sono avventurati. Persone come Gianni Della Cioppa .. giusto per non far nomi..
Qual è il primo disco che avete acquistato e quali sono le band che vi hanno influenzato maggiormente e l’idolo (anche morto) che vorreste avare accanto sul palco chi è?
La famosa domanda da un milione di dollari ..
Ash (Vox): Stay Hungry dei Twisted Sister e Into the pandemonium dei Celtic Frost.
Joker (Drums): Shout at the devil dei Motley Crue.
Alex (Guitar): Radioactivity dei Kraftwerk.
Deva (Bass): British Steel dei Judas Priest.
Gavo (Keyboards): Bad di Michael Jackson.
Le influenze comuni sono certamente quelle di Motorhead, Black Sabbath, primi Pink Floyd e Celtic Frost ma non solo…. Lemmy forever!
State lavorando ad un nuovo album, che direzione avrà? Ci saranno cambiamenti? Dal vivo avete eseguito una suite storica, troverà posto sull’album?
– Stiamo attualmente registrando il nuovo album, ti anticipo il titolo: “The second coming”. Se il primo album era molto vario per contenuti rock questo è decisamente più cupo, pesante, apocalittico nelle atmosfere. Molto cattivo musicalmente e a livello di liriche. Conterrà sia la suite da 26 minuti e rotti (Jerusalem’s lot), il pezzo più lungo che abbiamo mai composto sia la canzone più veloce (in termini di BPM) mai scritta dai Circus Nebula. Premetto che sarà un album decisamente Metal con forti elementi Prog ed inserti Doom e Thrash condito da atmosfere Horror!. Trent’anni e non sentirli!!
Circus Nebula: la vita ricomincia a 30 anni .. di carriera!
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