Mario Di Donato è uno dei padri dell’heavy metal italiano. Con il gruppo The Black continua a pubblicare album e a tenere concerti dal vivo in tutta Europa. Senza tralasciare l’attività artistica, che vede il musicista abruzzese con ben 700 mostre all’attivo.
“Musica, pittura, misticismo, religiose e folklore”. Questi gli elementi tipici dell’attività artistica di Mario Di Donato (nella foto di Marcondiro), come cita la sua recente biografia scritta da Mario Montanari. Numerosi anche i riconoscimenti internazionali ricevuti dal nostro. Dopo aver ricevuto, nel dicembre 2010, il prestigioso Premio internazionale “Dante Alighieri” per la sezione musica, Di Donato è stato premiato, con uno speciale Awards 2015 alla carriera, lo scorso 16 maggio alla Fiera Internazionale della Musica (FIM) di Genova, in una serata che lo ha visto protagonista insieme a Ken Ashley, tastierista degli Uriah Heep e Joe Lynn Turner, storico cantante dei Rainbow. “E’ stata per me una grande soddisfazione”, ha commentato il musicista, che si appresta ad entrare di nuovo in studio insieme agli eccezionali Enio Nicolini (basso) e Gianluca Bracciale (batteria), per un nuovo capitolo del progetto The Black.
Ciao Mario, per The Black è un momento veramente intenso, tra dischi, concerti e partecipazioni. L’uscita più recente è la ristampa in vinile dell’album “Abbatia Scl. Clementis” a cura dell’etichetta danese Horror Records. Si tratta di un album pubblicato nel 1993 dalla Minotauro Records di Pavia. Sono passati più di 20 anni, ma questo lavoro suona sempre fresco e attuale. Sei d’accordo?
Quel disco venne pubblicato dalla Minotauro, etichetta di culto che all’epoca produceva, tra gli altri, anche Paul Chain, Vanexa, Strana Officina, Requiem, oltre ai The Black. “Abbatia Scl. Clementis” è stato il mio ultimo lavoro con il produttore e proprietario della casa discografica Marco Melzi, che all’epoca fu molto orgoglioso di questo lavoro, dedicato all’Abbazia di San Clemente a Casauria, che si trova a Castiglione a Casauria (Pescara). Come autore dei brani avevo ripreso alcuni testi in latino che si trovano dentro l’Abbazia, quale omaggio a questo monumento internazionale, che risale al X secolo dopo Cristo. E’ un lavoro ancora molto attuale. Quando abbiamo suonato di recente in Danimarca il promoter locale si è così innamorato di quei brani da voler ristampare l’album per una distribuzione nel nord Europa.
The Black è un marchio importante anche dal vivo. Tanti i concerti in Italia e all’estero che vi hanno visto protagonisti in questi ultimi anni. Penso alla partecipazione, il 24 maggio 2014, al Palabam di Mantova, al prestigioso festival metal “Acciaio Italiano 4”. Come spieghi tutto questo interesse da parte del pubblico verso la vostra musica?
The Black ha una proiezione internazionale. La nostra casa discografica, la Black Widow di Genova, da diversi anni ha una distribuzione molto capillare e arriva ovunque nel mondo. La novità della band è quella di creare, all’interno del panorama heavy metal, un nuovo genere che è stato definito “ars metal mentis”, ovvero “arte metallo dell’anima”. Questa è un’intuizione che ho avuto già dai tempi dei Requiem e che ho sviluppato con il progetto The Black. C’è voluto un lungo periodo prima che il pubblico recepisse completamente il progetto. Oggi abbiamo tante richieste. Se non fosse per l’attuale crisi economica andremmo anche oltre l’Europa. Anche se a breve ci saranno delle sorprese.
Mi ha molto colpito il successo ottenuto dalla biografia ufficiale a te dedicata, uscita lo scorso anno per la Crac Edizioni e scritta da Mattia Montanari, che poi è anche il tuo manager. Normalmente una biografia arriva nel momento in cui un’artista ha raggiunto il massimo nel proprio ambito artistico. E così anche per te?
Nella musica non si arriva mai. So solo che il nome The Black può rappresentare la storia, anche futura, di questa partecipazione al mio nome. Io mi sento abbastanza soddisfatto. Non sono mai caduto negli errori che fanno molte band di ridursi a suonare cover per suonare il più possibile nei locali per pochi soldi. Ormai The Black è nelle principali enciclopedie del metal e della musica rock. Abbiamo lasciato una traccia ben definita. Questa è la massima soddisfazione, visto che tra i gruppi della Black Widow siamo tra i più rilevanti. Quanto alla biografia posso annunciare che sarà presto ristampata per soddisfare tutte le richieste.
Nel 2014 è uscito il tributo alla Strana Officina intitolato “Officina dei sogni 2”, dove siete presenti con una cover del brano “Officina”. Qual è la tua opinione su questa straordinaria band italiana?
E’ un grande gruppo. Bud è un mio carissimo amico. Loro hanno dato un grande supporto all’heavy metal italiano. E’ una delle band che resterà nella storia. Del resto suonano da circa 35 anni proponendo con orgoglio un heavy metal con un’anima italiana.
Diverse invece le collaborazioni che ti vedono coinvolto in prima persona. Per la Minotauro Records è uscito il disco della doom metal band Misantropus intitolato “The gnomes”, dove appunto sei ospite, mentre nell’album del gruppo italiano Hesperia, intitolato “Metallvm Italicvm” (pubblicato dalla casa discografica greca Sleaszy Rider), reciti alcuni parti in latino nel brano “Interludium”. Come ti spiega tutto questo interesse da parte di formazioni più o meno giovani per la tua figura e il progetto The Black?
I Misantropus sono una band guidata dai fratelli Sanniti di Latina, che sono nostri fans da tempo, tanto che hanno organizzato anche mie mostre e concerti per i The Black nel Lazio. Mi hanno chiamato per suonare due brani e ho accettato di collaborare. Tra l’altro il disco è stato pubblicato dalla mia vecchia etichetta. Quanto agli Hesperia ho collaborato con il cantante Hesperius, anche lui molto vicino alla linea di The Black, visto che le sue canzoni sono incentrate sulla storia romana e greca, con pezzi anche in latino. Ci sono tante band in tutta Europa, in particolare in Germania, che vedono The Black come punto di riferimento. C’è un grande interesse per il fatto di cantare in latino, e noi da una quindicina di album cantiamo solo in latino.
Passiamo all’altra tua grande passione, la pittura. Tra maggio e ottobre hai partecipato a tantissime mostre e manifestazioni artistiche a Pescosansonesco (di cui sei direttore artistico), Castel Di Sangro, Assisi, il 42° Premio Sulmona, Chieti, Pescara, Civitella del Tronto, Francavilla, Ortona, Foccacesia e Guardiagrele. Nella Cattedrale di Pescara sono state riposizionate, dopo alcuni lavori di ristrutturazione, le tue opere pittoriche riguardanti la vita di San Cetteo (santo patrono di Pescara), mentre nel museo del cinema di Pescara è stata esposta una tua opera in ceramica dedicata a Ennio Flaiano. Inoltre, presso la sede della Black Widow Records di Genova, la tua casa discografica, è stata allestita una mostra permanente con tuoi quadri ad acquerello, mentre Leonardo Faccioli ti ha inserito nel catalogo “45 acque forti” per il progetto “Viaggio Immaginario”. Come riesci a coniugare musica e pittura?
Sono un pittore molto impegnato, con 700 mostre in tutto il mondo all’attivo. Ricollegandoci a quanto dicevamo prima, credo sia uscita fuori proprio l’”Ars Metal Mentis”, ovvero la fusione tra la pittura e il metallo. Massimo Gasperini, boss della Black Widow, segue molto questo aspetto. Tiene molto a questo progetto a livello internazionale, perché ritenuto unico.
E’ vero che stai organizzando una mostra intitolata “Arte e Rock Metal”, dove sono presenti dei quadri realizzati da vari musicisti della scena metal e rock italiana? Quali sono gli artisti coinvolti?
E’ vero. Ho pensato che anche i musicisti metallari sono artisti. Quindi ho cercato di contattare la crema dell’heavy metal italiano e non solo, come Bud della Strana Officina, Steve Sylvester dei Death SS, A.C.Wild e Panigada dei Bulldozer, Tony Pagliuca, Pino Scotto, Mordj, Trevor dei Sadist, Dave Lombardo (Slayer) e tanti altri. La prima mostra dovrebbe esserci il prossimo anno al “Metal Night” in programma a Martinsicuro (Teramo), anche se la Black Widow preparerà un catalogo con tutti gli artisti che sarà allegato al mio nuovo album.
Per concludere, parliamo dei nuovi progetti discografici. A quando il nuovo album?
Prima di tutto ci saranno alcune ristampe. Si tratta degli album “Reliquarium” e “infernus, Paradisus et Purgatorium”, entrambi a cura della Black Widow. A gennaio invece entreremo in studio per registrare il nuovo album dei The Black, il cui titolo è “Metus Ostilis”, dedicato alle fobie umane. Inoltre, ci sarà anche un mio progetto solista, in cui suonerò tutti gli strumenti. Il progetto uscirà come Marius Atratus Donati, che in latino significa “Mario The Black Di Donato”. Il titolo potrebbe essere “Alter Ego Opera Prima”, ovvero una sorta di opera prima della mia controfigura. Ma sarà sempre Mario Di Donato…